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Fondazioni d’impresa, il boom italiano

Dal 2011 ad oggi ne sono nate ben 25. La fotografia aggiornata di un comparto assai dinamico che svolge un ruolo nel sociale sempre più importante a supporto dell’intervento pubblico nella ricerca di Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas, realizzata in collaborazione con Percorsi di secondo welfare, ha mappato le fondazioni di impresa presenti in Italia

di Redazione

Delle 111 fondazioni di impresa con sede in Italia ben 25 sono nate dopo il 2011. E addirittura il 44% dopo il 2005. Una crescita esponenziale. Il 45% delle fondazioni si trova in Lombardia; segue il Lazio con il 13%. Tra le città dominano Milano con il 25% delle fondazioni e Roma con il 13%. Si conferma quindi una concentrazione delle fondazioni di impresa nell’Italia settentrionale, dove si trova il 72%, valore che scende al 24% al Centro, al 3% al Sud, e all'1% nelle Isole. Per quanto riguarda il settore produttivo delle imprese fondatrici prevale Finanza e credito (20%) seguito dai settori Abbigliamento, Tessile, Moda, Accessori abbigliamento ed Energia, Ambiente, Municipalizzate (entrambi al 10%) e dal settore Alimentare, Bevande e Tabacco (9%). Tra gli altri settori Servizi di consulenza, Chimica e Farmaceutica, e Assicurazioni sono gli unici che superano il 5%.

È quanto emerge dalla ricerca di Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas, realizzata in collaborazione con Percorsi di secondo welfare, che ha fotografato un comparto assai dinamico e in crescita. I risultati della ricerca sono stati presentati a Milano in un convegno tenutosi presso l'Auditorium di Assolombarda in cui sono intervenuti, tra gli altri, Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, Adriana Spazzoli, Presidente di Fondazione Sodalitas, Antonio Calabrò, Vicepresidente Assolombarda e Franca Maino, Direttrice Laboratorio Percorsi di secondo welfare.

«L’ultima rilevazione realizzata in Italia sul mondo delle corporate foundation risaliva a più di dieci anni fa, e da allora molto è cambiato: le fondazioni d’impresa sono cresciute per numero, centralità nella strategia dell’impresa fondatrice, consapevolezza del loro ruolo, capacità innovativa, efficacia nel contribuire in modo diffuso alla qualità della vita delle persone e al benessere delle comunità. Questa ricerca promossa da Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas, viene dunque a colmare un vero gap di conoscenza», ha dichiarato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. «Dallo studio emergono molte e utili indicazioni, a iniziare dal fatto che è diffusa ormai la consapevolezza che l’impresa è sempre più un’istituzione sociale oltre che economica, una comunità dove si esercita una cittadinanza attiva e dove le persone sono al centro. Il contributo delle fondazioni d’impresa», ha aggiunto Diana Bracco, «e delle stesse aziende sul fronte del welfare, del sostegno ai giovani e dei progetti nei territori, è sempre più rilevante. Un ruolo che si sta dimostrando di forte sostegno rispetto all’intervento pubblico. A fronte di un inevitabile ridimensionamento del welfare pubblico, infatti, le fondazioni private hanno saputo diventare un attore importante del cosiddetto secondo welfare, in pratica, tutte quelle politiche sociali sviluppate con il contributo dei privati».

«Le corporate foundation hanno acquisito nel tempo un ruolo di crescente importanza, caratterizzato da una fertile molteplicità di approcci e basato sulla capacità innovativa con cui operano a beneficio delle comunità e delle persone. Siamo convinti», ha ribadito Adriana Spazzoli, Presidente di Fondazione Sodalitas, «che il modello delle fondazioni d’impresa possa avere un forte potenziale di sviluppo nei prossimi anni. Per attuarlo pienamente, è necessario puntare su collaborazioni più forti e sistemiche sia tra le fondazioni d’impresa, che tra queste e i principali stakeholder pubblici e privati. Fondazione Sodalitas», ha concluso Adriana Spazzoli, «si sente motivata a realizzare con impegno e convinzione un progetto di sistema dedicato ad approfondire e valorizzare le possibili aree di integrazione, sinergia e relazione tra la strategia di Corporate Responsibility dell’azienda e i programmi per la generazione di impatto sociale della fondazione d’impresa».

La ricerca di Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas ha anche indagato le caratteristiche delle fondazioni di impresa censite attraverso una survey, a cui hanno risposto 62 fondazioni, volta a raccogliere informazioni che chiarissero il rapporto con le imprese fondatrici, le attività svolte, le modalità operative, le aree di intervento e i beneficiari, le risorse, il rapporto con altri stakeholder e, infine, le prospettive di sviluppo futuro: Fondazioni giovani e grandi imprese. Le fondazioni rispondenti al questionario sono in buona parte giovani: il 44% è stato istituito dopo il 2005 e il 18% dopo il 2011. Per lo più si tratta di fondazioni che derivano da imprese di medio-grandi dimensioni: ben il 74% ha più di 1.000 dipendenti e il 26% oltre i 10.000 dipendenti. Il 52% delle fondazioni è stato creato da imprese multinazionali. Le imprese sono coinvolte nella governance delle fondazioni, ma queste spesso si percepiscono come poco conosciute all'interno dell'impresa stessa. La relazione tra la fondazione e l’impresa fondatrice è molto forte sul piano della governance: nel 50% dei casi l'organo di governo della fondazione vede infatti una presenza esclusiva o maggioritaria dei rappresentanti dell'azienda. Il 68% delle fondazioni intervistate segnala una relazione costante e fluida con l'impresa fondatrice, attraverso regolari momenti di confronto tra impresa e CdA della fondazione sull'andamento dell'attività e dei programmi nel 39% dei casi, e attraverso indicazioni generali che la fondazione riceve dall'impresa nel 29% dei casi. Tuttavia, la criticità più segnalata nei rapporti con l’impresa è la scarsa conoscenza della fondazione da parte dell’impresa stessa. Ben 22 fondazioni, più del 35% del campione, ritengono che ci sia una “scarsa conoscenza della fondazione da parte dell'impresa e del personale aziendale”.

Tra le ragioni costitutive prevalgono quelle etiche e personali. Per il 72% delle fondazioni è molto rilevante come ragione costitutiva “l’impegno rivolto al bene comune come espressione della cultura aziendale” mentre per il 47% rileva “la forte motivazione personale dell’imprenditore”. Il 79% delle fondazioni di impresa non ha cambiato nel corso del tempo le ragioni alla base del proprio operato rispetto ai primi anni di attività. Tuttavia, le fondazioni che indicano un cambiamento delle motivazioni alla base del proprio operato segnalano che questo è riconducibile a un allineamento strategico con le politiche di creazione di valore dell'impresa.

Fondazioni e imprese fondatrici: integrate ma autonome. Il rapporto tra fondazione d'impresa e impresa fondatrice può collocarsi dentro un continuum che va da totale indipendenza a forte integrazione. Possiamo dire che le fondazioni d'impresa, pur mantenendo una propria autonomia, hanno un forte grado di integrazione con le imprese, che ne sono il maggior finanziatore e con cui condividono sedi, strutture, uffici, competenze e processi gestionali. Inoltre, le attività delle fondazioni d'impresa riguardano spesso le comunità dove l'impresa ha insediamenti, ulteriore segno del fatto che le fondazioni sono uno strumento importante con il quale le imprese si relazionano all'ambiente in cui operano. Tuttavia questo non si traduce sempre in un allineamento strategico degli obiettivi con l'impresa madre.

Le risorse: grandi imprese e piccole fondazioni. Il 32% delle fondazioni del nostro campione riceve annualmente dalle imprese più di 1 milione di euro. Il 37% del campione (23 fondazioni) riceve tra 100 mila a 500 mila euro; 22 delle 30 fondazioni la cui impresa fondatrice ha un numero di dipendenti compreso tra 1.000 e 10.000 riceve annualmente dall’impresa meno di un milione. Il 60% delle fondazioni con imprese di queste dimensioni (18 fondazioni) riceve uno stanziamento annuo che va da oltre 100 mila ad un massimo di 500 mila euro. Nella maggioranza dei casi le fonti extra-impresa incidono sul budget a disposizione solo fino al 20% del totale. Esclusa una fondazione che costituisce un’eccezione con un numero elevato di lavoratori, in media le fondazioni possono contare su 5 unità di personale in organico, in parte dipendenti diretti in parte distaccate dall'impresa, full o part time. Le figure più presenti sono il Segretario Generale e il Project Manager. Il 35% prevede nello staff il Responsabile della Comunicazione: le fondazioni sono sempre più “connesse” e fanno ricorso alla comunicazione online (internet e social media) per promuovere le proprie attività.

Prevalgono le fondazioni “miste” e impegnate nel sociale e sul territorio italiano. Tra i settori d’intervento più diffusi troviamo Istruzione (interviene in questo settore il 55% delle fondazioni); Cultura e Arte (50%), Sviluppo economico e coesione sociale e Ricerca (entrambi 43%). I meno frequenti sono Attività Internazionali e Sport e tempo libero. Più di metà delle fondazioni dichiara di rivolgersi, tra i diversi tipi di beneficiari, ai “Cittadini in generale”. Tra i target specifici prevalgono minori, minori con disagio, disabili, persone in difficoltà economica e malati. Va evidenziato che il 64% si occupa anche di Lavoro e Formazione professionale. Il 40% delle fondazioni di impresa si definisce mista – sia erogativa sia operativa – il 34% esclusivamente operativa, il 23% esclusivamente erogativa. Il 79% opera anche o esclusivamente in Italia contro il 19% che opera anche o esclusivamente nei Paesi in via di sviluppo. Le fondazioni di impresa collaborano con altri enti non profit e università, poco coinvolti sono invece gli enti locali come Comuni e Regioni.

Il futuro delle fondazioni d'impresa: cresce l’interesse per la filantropia strategica, ma è ancora scarsa la capacità di promuoverla. Il 71% delle fondazioni di impresa dichiara di effettuare attività di valutazione delle proprie attività. Tuttavia solo poche fanno ricorso ai metodi di valutazione più sofisticati (come valutazione d’impatto). Il 42% delle fondazioni ha intenzione di intraprendere nei prossimi tre anni dei cambiamenti nelle modalità di intervento e/o nel settore d’intervento. In particolare, il 48% del campione pensa che debba essere migliorata la comunicazione, il 34% la capacità di progettare sul lungo periodo, il 30% pensa che debbano essere migliorate le modalità di valutazione degli interventi, mentre il 22% ritiene che si debba migliorare il raccordo con gli altri attori presenti sul territorio. Il 22% auspica una maggiore focalizzazione su un numero selezionato di interventi. Il 69% ha intenzione, nei prossimi tre anni, di rafforzare la partnership con altre istituzioni e/o organizzazioni fino alla costituzione di reti stabili.

Per l'occasione Fondazione Sodaliats ha presentato il neonato Corporate Foundation Hub che vuole essere la piattaforma di riferimento per le imprese impegnate ad attuare una strategia per la generazione di valore e impatto sociale a beneficio della comunità, attraverso la fondazione corporate. Ha l’obiettivo di approfondire l’area di integrazione, sinergia, diversificazione e relazione tra la Community Impact Strategy di imprese e fondazioni. Possono aderire le imprese che hanno già una fondazione corporate o considerano l’opportunità di costituirla. Le attività saranno l'aggiornamento costante sui trend più rilevanti, workshop tematici dedicati a networking, scambio e confronto su temi specifici, lo sviluppo di collaborazioni con partner nazionali e internazionali e l'accompagnamento alla nascita di nuove fondazioni d’impresa


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