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Social Warning: i volontari del web

Si stima che il 70% dei ragazzi non sappia riconoscere un annuncio pubblicitario sui social. Risponde proprio a questa necessità un movimento etico digitale nato dal basso e composto da professionisti. A fondarlo Davide Dal Maso un paio di anni fa. Oggi l’associazione vanta 150 formatori che incontrano i ragazzi tra i 9 e i 19 anni e i genitori informandoli su potenzialità e rischi della rete

di Redazione

“Diciamolo subito: La tecnologia non è sempre buona e i ragazzi non la sanno usare. Il mito secondo cui i ragazzi sanno usare i social perché
sono nativi digitali, oltre a essere falso, è un male per la nostra società. Il problema è che i ragazzi stessi crescono con questa convinzione. Sentendosi ripetere la frase fai tu che ci capisci, si credono onnipotenti nel web, mentre non lo sono per niente. Anzi sono molto più ingenui di quanto si pensi. Il 70% dei ragazzi non sa riconoscere un annuncio pubblicitario sui social”. Inizia così uno degli ultimi articoli pubblicato su LinkedIn dal giovanissimo Davide Dal Maso che nell’ottobre di due anni fa ha fondato l’associazione non profit Social Warning


Il manifesto del movimento e a destra Davide del Maso

L’associazione vanta 150 formatori-volontari che gratuitamente incontrano ragazzi (9-18 anni) e genitori parlando loro di Potenzialità e rischi del web. Tutti professionisti del web che quindi riescono a trasferire entusiasmo e accendere quelle curiosità che poi si possono approfondire online. Quello dei volontari di Social Warning è un movimento nato dal basso, ma è composto solo da professionisti che lo fanno con scopo etico e di supporto per il territorio. L’organizzazione riesce ad aggregare formatori professionisti che condividono il progetto: nessuno ci guadagna, ma tutti vengono formati a loro volta sui temi e sulla presentazione che poi si fa in pubblico, oltre ovviamente a fornire tutto il supporto che serve sia come ufficio stampa, che supporto social o materiali vari. L’anno scorso Social Warning ha raggiunto oltre 10mila ragazzi e tremila genitori. Recentemente ne ha parlato Sky, Studio Aperto, Forbes, Wired.

E insomma affinché si sviluppi una nuova consapevolezza sui temi del digitale, bisogna potersi avvantaggiare di tutta la competenza messa gratuitamente a disposizione da uno squadrone di professionisti che prestano il loro tempo in forma volontaria, per educare i più giovani, informandoli delle potenzialità e mettendoli in guardia circa un utilizzo spregiudicato di questi strumenti. Per far conoscere il movimento etico digitale dell'associazione Social Warning è stato realizzato anche un video (sopra).

Chi lavora con il digitale e vuol contribuire alla cultura digitale nel proprio territorio,può candidarsi a: formatori@socialwarning.it


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