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L’uomo cambia il clima? Il clima cambierà l’uomo

Che cosa intendiamo quando parliamo di cambiamenti climatici? Cosa significa davvero il pericolo del surriscaldamento globale e quali sono le misure che possiamo adottare per ridurre i rischi? Fondazione L’Albero della Vita e Centro Studi Mirasole per il Benessere Sociale promuovono la tavola rotonda “ClimaticaMente” per provare a rispondere a queste domande

di Redazione

Che cosa intendiamo quando parliamo di cambiamenti climatici? Cosa significa davvero il pericolo del surriscaldamento globale e quali sono le misure che possiamo adottare per ridurre i rischi? Quanto e in che modo questi processi possono ricadere sulla nostra vita quotidiana e, a lungo termine, su quella dell’intero pianeta? La tavola rotonda “ClimaticaMente” la tavola rotonda promossa da L’Albero della Vita e Centro Studi Mirasole per il Benessere Sociale e diversi partner (Fondazione Patrizio Paoletti, CEFA, IdeeGreen e Associazione per il Parco Sud di Milano).

Scopo della tavola rotonda è quello di analizzare il grande tema dei cambiamenti climatici anche da un punto di vista dell'impatto sulle persone, soprattutto quelle più vulnerabili come i bambini, sulle società, sulla sicurezza sociale in vista delle grandi crisi che ci aspettano e si prospettano.

«La terra», ha esordito il climatologo Frank Raes, «è un sistema aperto che ha sempre “preso” energia dall’esterno, ovvero dal sole. Da circa 200 anni, invece, l’uomo ha iniziato a vivere la terra come un sistema chiuso. Il cambiamento climatico è un fenomeno globale e ingiusto e per contrastarlo bisogna fare politica a tutti i livelli simultaneamente».

L’allarme appare particolarmente grave per il nostro Paese. Analizzando i dati delle temperature, l’Italia si stia scaldando più velocemente della media globale e di altre terre emerse del pianeta. Il nuovo record raggiunto nel 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000 (fonte SAC-CNR). La tendenza del riscaldamento globale è per l’Italia una volta e mezzo quella delle media delle terre emerse e il doppio di quella di tutto il Pianeta. Le conseguenze di questa catastrofe ambientale sono piuttosto evidenti anche ai non esperti: aumento della temperatura, aumento e riduzione delle precipitazioni, aumento nella frequenza e nell’intensità di eventi climatici estremi, aumento del rischio di desertificazione, diminuzione dei ghiacciai e delle nevi perenni, crescita del livello del mare, perdita di biodiversità, diffusione delle malattie, problemi nella produzione alimentare. I dati e le ricerche scientifiche evidenziano come l’alterazione di questi fattori saranno in grado di incidere drammaticamente sulla vita e sul territorio che abitiamo.

«Da tutto ciò nasce l’esigenza e il desiderio di approfondire il tema del cambiamento climatico mettendo in dialogo tra di loro soggetti che già si occupano di questa istanza, da diverse prospettive», dice Ivano Abbruzzi presidente di Fondazione L’Albero della Vita. «È necessario capire che ogni azione compiuta da ogni persona nella sua vita quotidiana, anche nelle più semplici, può avere conseguenze enormi, perché l’azione del singolo si riflette nel globale. Pensare alle conseguenze delle nostre azioni è sicuramente il primo passo utile per cambiare il nostro modo di pensare al futuro. In un mondo sempre più provato dalle azioni non sagge di noi uomini, è arrivato il momento di cambiare i nostri stili di vita, di scegliere di proteggere la terra, curarla e ri-imparare a vivere in armonia con la natura. In questa consapevolezza complessiva è importante radicare anche la responsabilità delle azioni del singolo, sulle fasce più vulnerabili della popolazione, in primis i bambini, che rappresentano il nostro futuro. Minare il futuro del pianeta vuol dire minare al futuro dei nostri figli».