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La prima pietra di InOltre: da capannone industriale a modello di inclusione

A Baranzate, nell'hinterland milanese, una struttura di 1.415 mq coperti e 760 scoperti, acquistata da Diana Bracco e donata all’associazione La Rotonda di don Paolo Steffano, diventerà con l’aiuto di altri partner, come Fondazione tredicimarzo, Fondazione Cariplo e Opera San Francesco di Milano, ma anche Mapei, Boston Consulting Group e Fondazione Francesca Rava – Nph Italia, un luogo di cura, partecipazione e imprenditorialità sociale

di Redazione

Quello che sta per sorgere a Baranzate non sarà solo un edificio, ma si candida a essere un modello di integrazione e di opportunità che può valere per tante periferie urbane. È con questo obiettivo che il 4 ottobre è stata posata la prima pietro di “InOltre”, luogo di rinascita di un ex capannone industriale che sarà trasformato in uno spazio per integrare, lavorare, formare e ascoltare, nel quartiere Gorizia di Baranzate. Comune dell’hinterland milanese, secondo in Italia per concentrazione di migranti residenti (33% su 11mila abitanti) in rappresentanza di ben 76 etnie.

Alla cerimonia erano presente don Paolo Steffano, Diana Bracco, Paolo Barilla e Monsignor Luca Bressan, che ha portato il saluto dell’Arcivescovo di Milano.
Nello spazio “InOltre”, situato in via Fiume accanto all’oratorio della Parrocchia di S. Arialdo, saranno ospitate tutte le iniziative sorte in questi anni nel quartiere Gorizia per merito dell’associazione LaRotonda, creata da don Paolo.

«Grazie a un’imprenditrice illuminata e generosa, Diana Bracco, che ha acquistato e donato alla nostra associazione l’ex capannone industriale, riusciremo a realizzare un nostro sogno», afferma don Paolo Steffano, «quello di riunire in un unico luogo tutte le nostre attività compresa la distribuzione gratuita di cibo alle famiglie in difficoltà. Un progetto ambizioso a cui hanno creduto altri partner importanti».

«Mi ha fatto molto piacere aiutare don Paolo e la sua associazione perché Baranzate sta diventando un modello per tante periferie. Qui è nato un vero laboratorio di inclusione sociale che tocca aspetti fondamentali della vita come il lavoro, la salute e l’educazione dei bambini», afferma Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, che dal 2016, nel quartiere Gorizia, ha avviato insieme a La Rotonda il progetto “Oltre i Margini”: un’iniziativa articolata in due assi principali di attività: l’inclusione sociale tramite il lavoro con la sartoria sociale “Fiori all’Occhiello”, composta da sarte immigrate; e un impegno per la salute garantito da due realtà sanitarie pubbliche e private d’eccellenza come l’Ospedale Sacco e il Centro Diagnostico Italiano, che offrono un servizio di pediatria e di prevenzione medica per le donne.

«Questa giornata è particolare e piena di significato per tutti noi», aggiunge Diana Bracco. «La prima pietra che abbiamo posato, tra l’altro, proviene dal Comune di Pieve Torina nelle Marche, un piccolo centro ferito dal sisma del 2016, e vuole simboleggiare la rinascita di un luogo spezzato».

Il progetto InOltre è sostenuto anche da altre importanti istituzioni come la Fondazione tredicimarzo di Paolo Barilla, Fondazione Cariplo e l’Opera San Francesco di Milano. All’iniziativa hanno creduto anche Mapei, Boston Consulting Group e Fondazione Francesca Rava – Nph Italia Onlus.


In apertura il rendering di come apparirà lo Spazio InOltre


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