Cooperazione & Relazioni internazionali

A Venezia il più prestigioso master europeo in diritti umani

Come da tradizione la cerimonia di consegna dei diplomi si tiene alla Scuola Grande di San Rocco. EMA- The European Master’s Programme in Human Rights and Democratisation -è il primo programma di master sostenuto dall’Unione europea. Vi fanno parte 41 università situate in tutti gli Stati membri dell’Ue. EMA è promosso da Global Campus of Human Rights, network di più di 100 università al mondo che offre formazione nel campo dei diritti umani e della democrazia

di Cristina Barbetta

Nella magnifica Scuola Grande di San Rocco a Venezia, dove Tintoretto fu chiamato a dipingere il suo più famoso ciclo pittorico con episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, si è tenuta, come da tradizione, la cerimonia di consegna dei diplomi di EMA, Master Europeo in Diritti Umani e Democratizzazione, per l’anno accademico 2018/2019 e allo stesso tempo si è inaugurato il 23° corso del master per l’anno accademico 2019/2020. 90 studenti hanno ricevuto il diploma di master e altri 90, che iniziano il programma di master nell’anno accademico 2019/2020, erano presenti all'evento.

Fondato nel 1997 grazie alla visione di 10 università pioniere, EMA è il primo programma di master sostenuto dall’Unione europea. Oggi EMA conta sulla partecipazione di 41 università prestigiose e centri per i diritti umani situati in tutti gli Stati membri dell’Unione europea. EMA è un programma sia residenziale, sia di scambio. Durante il primo semestre, da settembre a gennaio, i corsi del master si tengono nella sede di Global Campus of Human Rights (Monastero di San Nicolò, Lido di Venezia), mentre il secondo semestre è organizzato in una delle 41 università situate negli Stati membri dell’Ue.

Manfred Nowak, Segretario Generale di Global Campus of Human Rights, la più grande istituzione al mondo che offre educazione post-laurea nel campo dei diritti umani e della democrazia, e che è anche un network di più di 100 università in tutto il mondo, ha dato il benvenuto a diplomandi, studenti, professori e organizzazioni partner, insieme a Veronica Gomez, presidente del Global Campus Council, e a Maria Laura Picchio Forlati, Scuola Grande di San Rocco.
Manfred Nowak si è rivolto ai ragazzi facendo loro presente che non sono solo studenti del master EMA, «ma anche membri di un network incredibile di più di 100 università in tutto il mondo», che ha la sua sede a Venezia, ed è il Global Campus of Human Rights. Infatti, come ha continuato a spiegare Nowak, «dopo un processo di transizione di molti anni, iniziato dall’Ue nel 2012, Eiuc, centro interuniversitario europeo per i diritti umani e la democratizzazione, con sede a Venezia, creato nel 2002 da 15 università europee, si è trasformato lo scorso febbraio in Global Campus of Human Rights».

Veronica Gomez, Presidente del Global Campus Council, ha affermato che le partnership del Global Campus of Human Rights sono espressione dell’universalità dei diritti umani, e ha menzionato l’Unione europea, la principale supporting organisation e finanziatore di Global Campus of Human Rights.

Paolo Romor, assessore comunale alle politiche educative della città di Venezia, partner di Global Campus of Human Rights, è intervenuto alla cerimonia dicendo che in Italia, a differenza di altri luoghi al mondo, vengono tutelati i diritti umani, come l’uguaglianza e la libertà (per esempio nel campo dell’accesso all’educazione e alla salute). I diritti umani, ha detto, non dovrebbero essere presi per scontati. Venezia, ha concluso, è un esempio da secoli di dialogo tra culture diverse.

Michael O'Flaherty, direttore dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, ha riflettuto sul titolo della Biennale di Venezia di quest’anno "May we live in interesting times", dicendo che possiamo vivere in tempi migliori, “tempi di speranza”, e che i ragazzi che si laureano oggi saranno i guardiani di questo futuro.

È seguito l’intervento di Jean-Paul Lehners, presidente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, che ha rimarcato che anche se le origini del razzismo sono molto risalenti nel tempo, la cosa tragica è che l’Europa non è ancora immune dalle forme più violente ed estreme di razzismo. «La mia organizzazione», ha concluso, «lavora da 25 anni per combattere questo fenomeno».

Lotte Leicht, direttore di advocacy dell’Ue e direttore dell’ufficio di Bruxelles di Human Rights Watch, ha portato una testimonianza diretta molto partecipata citando esempi di persone comuni che diventano straordinarie nel momento in cui lottano e difendono i diritti umani delle loro comunità di appartenenza. La direttrice ha incoraggiato gli studenti e i laureati del master EMA in diritti umani e democratizzazione ad ascoltare storie personali, a essere coraggiosi e fare la differenza.

La cerimonia è stata accompagnata dalle note dei Musicians for Human Rights, network internazionale di musicisti impegnati nella promozione dei diritti umani coordinati dal Direttore esecutivo, Julian Fifer.

Il keynote speaker Eamon Gilmore, rappresentante speciale dell’Ue per i diritti umani, ha parlato dei rischi e delle sfide che i giovani si trovano ad affrontare oggi sotto molti punti di vista. Ha chiesto a tutti i ragazzi di non arrendersi e di unirsi tra di loro, e di rendere il mondo un posto migliore, grazie alla loro educazione e ai loro valori.

Durante la cerimonia di premiazione del master è intervenuto Nnimo Bassey, vincitore 2010 del Right Livelihood Award, conosciuto come il “premio Nobel alternativo”, che quest’anno celebra il suo 40esimo anniversario. Bassey ha parlato della partnership tra Rights Livelihood Foundation e Global Campus of Human Rights. La Rights Livelihood Foundation è un’istituzione svedese che quest’anno ha premiato Aminatou Haidar (Western Sahara), Guo Jianmei (Cina), Greta Thunberg (Svezia) e Davi Kopenawa / Hutukara Yanomami Association (Brazil). La cerimonia di premiazione si è tenuta il 25 settembre scorso a Stoccolma.

Per la prima volta è stato conferito il EMAlumni Award. La vincitrice è Milen Kidane, EMA alumna 1999, responsabile dell’ufficio dedicato alla protezione dei bambini presso Unicef Nigeria, che ha accettato il premio in nome dei bambini che aiuta. Il premio è stato presentato da Manfred Nowak e introdotto da Véronique Lerch, presidente della EMAlumni Association. Si tratta di una scultura di vetro intitolata “Collective Memory” donata dall’artista Koen Vanmechelen e dalla Fondazione Berengo

Tutte le foto dell'articolo sono di Global Campus of Human Rights.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA