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Sanità & Ricerca

Grazie ad Ail la lotta alle leucemie continua a fare passi avanti

L’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail) a Roma, unitamente all’Associazione italiana pazienti sindrome mielodisplastica (Aipasim), ha illustrato i passi avanti fatti nel campo della diagnostica

di Paolo Biondi

Aumentano in Italia i pazienti colpiti da mielodisplasie, tumori del sangue che colpiscono ogni anno dai 3 ai 5.000 ultra sessantenni. E sono in crescita soprattutto per due fattori: il primo è che migliora la diagnostica, il secondo è che la popolazione del nostro Paese sta rapidamente invecchiando. Aumenta quindi il bisogno di cura e la necessità di assistenza ai malati e ai loro parenti, assistenza che vede impegnati anche gli oltre 20.000 volontaria dell’Ail.

L’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail) ha promosso una conferenza stampa a Roma unitamente all’Associazione italiana pazienti sindrome mielodisplastica (Aipasim) per illustrare i passi avanti fatti recentemente e che saranno illustrati nel corso del Terzo Forum che si terrà a Roma il 17 ottobre e in occasione della Giornata mondiale delle mielodisplasie del 25 ottobre.

Saranno occasioni per fare il «focus sulle novità terapeutiche e le nuove sfide per la medicina di precisione dopo anni di vaghezza e dopo anni nei quali i pazienti venivano tenuti a bagnomaria, trascurati nelle loro patologie», come ha detto il presidente nazionale dell’Ail Sergio Amadori.

Il presidente dell’Aipasim, Paolo Pasini che lavora al fianco dell’Ail da quando è nata due anni fa – confrontandosi e integrando il mezzo secolo di esperienza dell’Ail –, ha colto l’occasione romana per presentare in anteprima il Manifesto delle sindromi mielodisplasiche, «vero e proprio documento di indirizzo operativo dell’Associazione, lo strumento operativo del prossimo biennio che porteremo negli ospedali per incontrare direttamente e sul campo i pazienti nei reparti di ematologia, facendo nel contempo una azione di coinvolgimento dei malati e dei loro parenti e assistenti in genere e di educazione».

Maria Teresa Voso, professore associato di Ematologia all’Università romana di Tor Vergata, ha portato quella che lei stessa ha definito «una buona notizia: negli ultimi tempi è stato possibile identificare alcune evoluzioni possibili che ci permettono meglio di mettere a fuoco il rischio. Pur riguardando prevalentemente pazienti anziani o molto anziani, si tratta di persone che hanno diritto ad avere una diagnosi accurata». Sulla necessità per i malati di rivolgersi a centri in grado di fare una diagnosi precisa è intervenuto anche Matteo Della Porta, professore associato di Ematologia all’Humanitas University di Rozzano (Milano): «La maggior parte di questi malati si presenta con un’anemia che diventa severa nel 50% dei pazienti, percentuale che si quadruplica negli anziani superiori agli 85 anni che vanno trattati in una maniera molto specifica. Una quota di questi pazienti evolve in leucemia acuta e va dunque fatta una diagnosi di precisione».

«Per queste malattie le cose cominciano a cambiare, la ricerca sta producendo risultati significativi grazie a nuovi farmaci e con la diagnostica più avanzata», ha concluso Amadori, dando appuntamento al Forum del prossimo 17 ottobre e alla giornata mondiale delle mielodisplasie del 25 ottobre.


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