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Riforma 118, la replica del Sis 118

Mario Balzanelli, presidente dell'associazione Società Italiana Sistema 118, che rappresenta i Dirigenti Responsabili delle Centrali Operative 118 ha mandato a Vita una nota in relazione al dibattito sulla mozione del Governo, a prima firma della senatrice 5stelle Maria Domenica Castellone. La pubblichiamo integralmente

di Redazione

La mozione governativa di riforma del Sistema 118 presentata, la scorsa settimana, in Senato dalla senatrice Maria Domenica Castellone definisce una svolta epocale nella concezione, nella organizzazione, nella gestione, e nella qualità complessiva del Sistema dell’Emergenza Territoriale 118 nazionale (SET 118).

"La mozione prevede la persistenza in funzione del numero 118 per l’emergenza sanitaria, a netto beneficio della popolazione nazionale, che sa perfettamente quale numero chiamare in caso di necessità, in modalità attuativa finalmente conforme alla legislazione europea, la quale, prevedendo il modello di introduzione “parallelo”e non “sostitutivo”del 112 rispetto agli altri numeri di emergenza nazionali, sostanzialmente legittima la completa inutilità, oltre che la potenziale pericolosità correlata ad inutili perdite di tempo, di imporre arbitrariamente, ed assurdamente, sulla pelle di 60 milioni di italiani un “doppio passaggio” tra Centrali Operative, varando così modelli che in quanto aggiungono inutili e non richieste complessità (che poi diventano complicazioni) rivelano, al momento del confronto sul piano dei costi, addirittura lo svantaggio di essere enormemente più costosi.

La mozione impone l’obbligo di dotazione immediata in tutte le Centrali Operative 118 nazionali dei dispositivi di geolocalizzazione del chiamante, peraltro già sancito dal legislatore nel 2009, con dispositivo legislativo mai abrogato, quindi tutt’ora vigente, per cui il Paese ricevette anche ingenti contributi dall’Europa non solo senza erogare le dovute risposte ma anche senza prevedere i controlli rispetto alla puntuale attuazione delle stesse.

La mozione valorizza il Sistema 118 inquadrandolo nel modello organizzativo della legislazione sanitaria vigente che, specificamente, “aggrega le varie complessità” costitutive dei Sistemi ad elevata complessità gestionale, ossia il riconoscimento di macro-struttura dipartimentale del territorio, declinato ai livelli di responsabilità provinciale e regionale, con il vantaggio di consegnare ai cittadini Sistemi governati, attraverso i Comitati di Dipartimento, dagli attori stessi, dai protagonisti delle attività plurali di Sistema, ossia medici, infermieri ed autisti-soccorritori, e particolarmente da una dirigenza sanitaria, medico-infermieristica, esperta e di ruolo, e non da dirigenti di ruolo amministrativo nominati, a turno, dalla politica, anche in questo caso configurando una tipologia di Sistema non solo molto più snella nelle dinamiche organizzative e gestionali ma anche, particolarmente, molto meno costosa rispetto ad altre realtà regionali.

La mozione riconosce il sacrosanto diritto della popolazione di ricevere, nel momento improvviso in cui l’insorgenza di un malore e/o di un trauma possano determinare imminente o potenziale pericolo di perdere la vita, il soccorso tempo dipendente effettuato da professionisti sanitari, quindi da medici ed infermieri in grado di effettuare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita, senza per questo sminuire il ruolo determinante e meritorio degli autisti-soccorritori che, pur in grado brillantemente di “fare la differenza”, con pieno merito, in situazioni di gravità assoluta quali l’arresto cardiaco improvviso, diagnosi e terapia – come già ricordato nel maggio 2018 – non possono farla.

Prevede, quindi, obbligo, da parte delle regioni, di definire piante organiche medico- infermieristiche dedicate, e di conseguenza indici di medicalizzazione e di infermierizzazione delle postazioni mobili e fisse del Sistema, i quali dovranno, con la stesura del decreto attuativo, essere definiti in rapporto alle aree territoriali da coprire, quali le aree urbane, intermedie, extraurbane, metropolitane.

In nessuna parte il testo della mozione afferma che tutte le postazioni del Sistema 118 debbano essere necessariamente medicalizzate o che possa ipotizzarsi o addirittura essere prevista una qualunque penalizzazione di ruolo e di capacità professionale della figura dell’infermiere del SET 118, la quale però – va chiarito – non potrà che esprimere tutte le prerogative consentite dalle leggi vigenti in relazione allo specifico ruolo professionale, come talune letture di parte, francamente dispercettive ed immotivatamente polemiche, hanno lamentato in questi giorni.

La mozione, con contenuto specifico assolutamente inedito nella storia ultraventennale del 118 nazionale, riconosce il carattere particolarmente usurante e ad elevato rischio oggettivo di infortunio di tutti gli operatori del SET 118, prevedendo specifiche indennità di rischio biologico ed ambientale, sia per i medici, sia per gli infermieri, sia per gli autisti-soccoritori.

La mozione, infine, ribadisce contestualmente l’urgenza e l’importanza di valorizzare, anche qui in modo del tutto inedito, la figura dell’autista-soccorritore del SET 118, affermando la necessità di standard formativi e di addestramento uniformi a livello nazionale, nonché l’inquadramento di ruolo operativo dell’autista-soccorritore nelle Associazioni di Volontariato, come sancito sia dal DPR del 27/3/1992, sia dall’Atto di Intesa Stato – Regioni pubblicato in GU della serie generale del 17/5/ 1996 sia, più recentemente, dall’art.57 del DLgs 117/2017, altrimenti conosciuto come “Riforma del Terzo Settore”, fortemente voluta, agli atti pubblici nazionali, intanto dalle Anpas.

Proprio la Riforma del Terzo Settore rappresenta, infatti, lo strumento legislativo più efficace che consente attualmente di valorizzare, in modo equilibrato, del tutto paritetico, anche sul piano della ripartizione proporzionale, la figura dell’autista-soccorritore, sia inteso quale “volontario”, tutelando il pieno diritto di ciascun volontario di essere tale, e – particolarmente – di mantenersi liberamente nel tempo come tale, sia inteso quale “dipendente” assunto, tutelando il pieno diritto di chi intenda traguardare l’assunzione di essere assunto, considerato non solo che in tutto il mondo esiste da decenni la figura professionale contrattualizzata dell’autista – soccorritore dei Sistemi di Emergenza Preospedalieri (definito “tecnico dell’emergenza”) ma anche, e soprattutto, che se si chiedesse a 100 autisti- soccorritori del SET 118 nazionale, quale utile sondaggio di opinioni che SIS 118 potrà promuovere a breve tra i suoi iscritti, se preferiscano essere impegnati in servizio risultando quali volontari oppure, in alternativa, quali assunti, la stragrande maggioranza opterebbe, a parere personale, come peraltro già verificato nella nostra esperienza regionale pugliese, per l’assunzione.

La SIS 118 sostiene, quindi, pienamente, per le motivazioni sinteticamente illustrate, i contenuti fondamentali della “Mozione 118 presentata dalla Senatrice Maria Domenica Castellone e dagli altri parlamentari firmatari, rendendosi, quale Società Scientifica rappresentativa a livello nazionale, presso il Ministero della Salute, del Sistema 118 nazionale, pienamente disponibile a fornire i contributi plurali del suo ultraventennale vissuto gestionale e di responsabilità diretta di risultato a supporto dell’Azione legislativa efficacemente posta in essere dal Governo e dal competente Ministro della Salute Roberto Speranza"

Mario Balzanelli
Presidente Nazionale Società Italiana Sistema 118


Gent. Presidente Balzanelli,
La ringrazio per il contributo. Quello che Lei scrive, soprattutto in relazione al tema del numero unico 112 e al diritto della popolazione al miglior soccorso possibile e alla liberazione del sistema sanitario nazionale dallo scacco della politica, è sacrosanto e mai messo in discussione da Vita e dalle organizzazioni del volontariato del soccorso. Anche perché chi potrebbe invece auspicare un sistema di 118 difficilmente reperibile, lento, malfunzionante e ostaggio della volontà politica del momento? In quanto ispiratore del provvedimento darei per scontato il suo sostegno ad una mozione nella cui stesura ha partecipato attivamente.

Nell'articolo cui fa riferimento veniva messo all'attenzione il rischio di annichilire una risorsa fondamentale per il sistema, come il volontariato. Lei scrive: «In nessuna parte il testo della mozione afferma che tutte le postazioni del Sistema 118 debbano essere necessariamente medicalizzate o che possa ipotizzarsi o addirittura essere prevista una qualunque penalizzazione di ruolo e di capacità professionale della figura dell’infermiere del SET 118, la quale però – va chiarito – non potrà che esprimere tutte le prerogative consentite dalle leggi vigenti in relazione allo specifico ruolo professionale, come talune letture di parte, francamente dispercettive ed immotivatamente polemiche, hanno lamentato in questi giorni». Dire questo significa tirare il sasso e nascondere la mano. È infatti come dire che nessuno vuole svantaggiare o escludere il volontariato, a patto che il volontariato non sia più tale.

Oggi il volontariato rappresenta l'80% del servizio in Italia. Come dimostrano i dati abbiamo un sistema che, a parte alcune Regioni, gode di ottima salute proprio grazie ai volontari.

Uno studio della Fiaso – Federazione Italiana Aziende Ospedaliere (“I servizi di emergenza territoriale 118” pubblicato nel giugno 2019) nelle conclusioni afferma che: «la più o meno intensa presenza sul territorio di ODV (Organizzazioni di volontariato) ha implicazioni dirette sulle caratteristiche del sistema di emergenza-urgenza pre-ospedaliera in termini di: affidamento a terzi del servizio di soccorso; rapporti contrattuali con i terzi; mix di prestazioni acquisite dall’esterno; capillarità del servizio; onerosità del servizio di soccorso. La presenza delle ODV ha un impatto signi cativo in termini di numerosità dei mezzi dislocati sul territorio e di localizzazione e frequenza di ricorso al servi- zio. Il numero di mezzi, il rapporto tra mezzi e popolazione o tra mezzi e super cie, nonché il numero di interventi di soccorso in presenza delle ODV, rappresentano un oggettivo fattore di differenziazione delle realtà esaminate».

Perché immaginare di smontare le buone pratiche? Per altro in un quadro di scarsezza economica? Sempre stando allo studio Fiaso di cui sopra poi un'ambulanza base senza medico a bordo e solo con personale dipendente costa circa 700 mila euro l'anno. Con il medico a bordo arriva al milione e 200 mila euro. Un'ambulanza di volontari allo Stato costa solo 250mila euro. Se si pensa che Anpas, Misericordie e Croce Rossa contano 100 mila operatori a testa​ dove si pensano di trovare le risorse per sostituirli con personale con “ruolo professionale”?. Viene per cui il dubbio che Sis 118 ecceda nella tutela degli interessi dei suoi soci nonostante da Statuto l'associazione «non ha come finalità la tutela sindacale dei propri associati, né svolge, direttamente o indirettamente, attività sindacale di qualsiasi genere». Infine rimane curioso, converrà con noi, che il Governo nell'immaginare il riassetto di un sistema si riferisca a chi si occupa delle centrali operative in capo al Servizio Sanitario Nazionale, cioè il Sis 118, dimenticando di interpellare chi invece si occupa dei trasporti su gomma (Anpas, Misericordie, Croce Rossa).

Lorenzo Maria Alvaro


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