Welfare & Lavoro

Moda, Mixité la capsule collection che include

Accoglienza, inclusione sociale, sostenibilità, artigianalità e territorio si incontrano in un progetto che vede insieme Talking Hands e Romanelli Family. Lunedì 21 ottobre al Novecento Boutique Hotel di Venezia, in occasione della Venice Fashion Week sfileranno kimono, coperte e borse realizzati nella sartoria trevigiana del progetto che ha coinvolto cinque rifugiati del Gambia che hanno dato vita alle loro creazioni

di Antonietta Nembri

Un incontro fortuito tra due persone con una visione chiara verso un futuro sostenibile e inclusivo. E il risultato è la capsule collection Mixité firmata Talking Hands che sfilerà lunedì 21 ottobre a Novecento a Venezia. Un evento speciale che presenta la collezione di pezzi unici di kimono, coperte e borse by Romanelli Family.
Le due persone all’origine sono Gioele Romanelli, hotelier veneziano da tre generazioni, fondatore della Casa Flora e proprietario di Hotel Flora e Novecento che gestisce con la moglie Heiby e la sorella Zoe. Romanelli è anche il fondatore di Venice Plastic Free e Inside Venice, realtà che incoraggiano i visitatori di tutto il mondo ad un approccio alla laguna più consapevole e rispettoso. Nei suoi hotel per esempio viene promosso l’uso delle borracce in metallo al posto delle bottigliette di plastica

L’altro protagonista è Fabrizio Urettini, art director trevigiano, curatore, attivista e ideatore di Talking Hands, laboratorio indipendente di design e innovazione sociale che dal 2016 coinvolge i migranti ospiti dei centri di accoglienza con attività progettuali e manuali, spaziando dalla sartoria all’architettura, dalla falegnameria alla lavorazione del ferro.

Nell’estate del 2018 Urettini ha aperto la sartoria in cui lavorano alcuni richiedenti asilo e rifugiati. In particolare a creare la collezione Mixité è stato un gruppo di rifugiati provenienti dal Gambia che hanno alle spalle diversi mestieri tra cui quello di sarto o di ricamatore e che hanno dato vita alle lor creazioni su cui c’è la supervisione di Anthony Knight, designer patternmaker di origine jamaicana ma londinese di adozione, docente al corso di laurea in Design della Moda dello IUAV di Venezia, e Annaclara Zambon, insegnante di moda che disegna e produce collezioni ed eccelle nel lavoro di tessitura della lana.

La capsule collection targata Talking Hands per la Romanelli Family fa conoscere le meraviglie sartoriali realizzate dai migranti ai tanti ospiti che i Romanelli accolgono nelle loro dimore. L’obiettivo è duplice: sostenere il progetto Talking Hands e offrire agli ospiti capi fuori dall’ordinario, mescolando moda e accoglienza, tailor made e integrazione.
La collezione, concepita ad hoc, comprende kimono da camera, coperte e borse, ed è emblematica fin dal suo nome, Mixité: ogni capo è un pezzo unico, un mash up di stoffe provenienti da luoghi diversi. A comporre le creazioni sono infatti le splendide stoffe wax icona dell’africanità e i tessuti preziosi di Lanificio Paoletti, azienda che da dieci generazioni lavora la lana delle Prealpi bellunesi e ha a sua volta sposato il progetto Talking Hands, donando scampoli e sottomisure per i laboratori di sartoria in una perfetta logica di economia circolare.

Il risultato potrà essere ammirato il 21 ottobre, in concomitanza con la Venice Fashion Week, quando a Novecento, boutique hotel sfileranno modelli d’eccezione tra i saloni eclettici del piano nobile in un evento speciale di presentazione al pubblico. I kimono, le coperte e le borse saranno disponibili all’interno del circuito By Romanelli Family (Novecento, Hotel Flora, Casa Flora) e nel pop-up shop a Novecento.
Per partecipare all'evento gratuito (ore 18) occorre prenotarsi info@insidevenice.it


Nell'immagine in apertura Lamin Seidy, gambiano sarto dell’atelier Talking Hands. Le fotografie sono di ©Federica Trevisan che ha realizzato il servizio con Roberta Da Soller, attrice e attivista; Alessia De Francesco, performer; Lamin Seidy


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