Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Il Welfare responsabile in sette mosse

Il libro presentato oggi in Università Cattolica a Milano frutto di percorso di ricerca, durato cinque anni, propone sette passi per la realizzazione di un Welfare responsabile in cui tutti gli attori siano protagonisti. Eccoli

di Redazione

I sette punti fondamentali del Welfare Responsabile spiegati dalla ricerca sono:

1. Attivazione della persona

Responsabilizzazione e attivazione del cittadino e delle sue reti secondo una logica sussidiaria: è la persona stessa, per prima (ma non da sola), che si fa carico di dare risposta alla sua condizione di disagio. Rifiuto del modello assistenzialistico, basato sul primato dell’offerta standardizzata e anonima, incapace di cogliere la complessità della persona e delle sue problematiche.

2. Attivazione della comunità

La comunità locale è luogo privilegiato di produzione del ben-essere, per questo è importante riconoscere alle realtà del Terzo settore e alle imprese produttive locali una dose di responsabilità nella predisposizione delle risposte e dei servizi per i cittadini. L’attivazione della comunità si concretizza sia nella cura delle partnership, sia nella promozione delle opportunità per ogni attore presente sul territorio.

3. Coinvolgimento degli attori che compongono la comunità

Dagli attori pubblici alle aziende sia profit che no profit, dalle realtà associative agli attori della rappresentanza sociale: coinvolgere gli attori della comunità significa riconoscere a ciascuno competenze in merito alla lettura dei bisogni emergenti e competenze nella programmazione e gestione dei servizi.

4. Processi di networking locale

Per promuovere crescita sociale e generare utilità collettiva una buona pratica è lavorare in rete. La reticolarità permette infatti di superare interessi individualistici e barriere che spesso si interpongono tra settori diversi mettendo in relazione conoscenze, competenze, dotazioni economiche per il bene comune.

5. Pratiche di co-azione per la gestione dei servizi

Cambiamento delle logiche di governance dei servizi nella direzione del superamento delle classiche forme di governo centrate su Mercato e gerarchia per collocarsi in una logica di rete che pone al centro la possibilità di integrare gli attori sociali.

6. Processi di rendicontazione (accountability) e di valutazione condivisi

I processi di rendicontazione e valutazione sono fondamentali perché permettono la trasparenza e la tracciabilità delle procedure e delle responsabilità degli attori. Inoltre mettono in luce quali pratiche funzionino e quali no, nonché i punti di forza e debolezza delle azioni attivate.

7. Personalizzazione degli interventi

Contro la logica della standardizzazione tipico del sistema del welfare agli albori, il WR assume la centralità della persona come opzione di fondo. La multidimensionalità dei fattori di disagio e l’avvento di nuovi bisogni richiedono una differenziazione degli interventi. Rafforzando le reti, stimolando la resilienza, e la co-progettazione di risposte personalizzate. In questo senso la personalizzazione mostra molte assonanze con il concetto di capacitazione.

Per maggiori info: Welfare responsabile


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA