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Elezioni in Umbria, chi ha vinto e chi ha perso

L'analisi dell'Istituto Cattaneo. Stravince il centrodestra a trazione sovranista, raddoppio di consensi per Lega e FdI mentre Forza Italia si assottiglia. Tracollo del M5S che dimezza i consensi e calo per il Pd. In termini percentuali, l’esperimento giallo-rosso ha perso 21 punti rispetto alle Regionali del 2015, vedendo scendere i loro consensi dal 57,9% al 36,8%.

di Redazione

Buonissima la partecipazione al voto, nel 2015 l’affluenza si era fermata al 55,4%, mentre nel 2019 è arrivata al 64,7%, avvicinandosi al livello di partecipazione osservato alle ultime elezioni Europee (67,7%).

La crescita della partecipazione registrata in questa tornata elettorale, oltre ad essere in netta controtendenza rispetto ai dati degli ultimi tre decenni, è la più forte mai osservata nell’intera storia delle elezioni umbre dal dopoguerra ad oggi. Questo significa che, a differenza delle tornate precedenti, gli elettori dell’Umbria ritenevano rilevante questo appuntamento elettorale regionale e, considerata l’elevata contendibilità del voto, pensavanodi poter influenzare in modo decisivo l’esito delle elezioni

Nel confronto con il voto del 2015, risulta evidente il successo elettorale della coalizione del centrodestra, la cui candidata ha guadagnato più di 108mila voti, passando dai 146.752 della tornata precedente agli attuali 255.158. All’interno della coalizione vincente, il successo più netto si registra per la Lega di Salvini, che triplica i propri consensi: nel 2015 aveva ottenuto meno di 50mila voti, mentre oggi risultano 154.413. In termini percentuali, il partito di Salvini è cresciuto di 18,3 punti, arrivando al 37% dei voti. Una crescita consistente dei consensi si osserva anche per Fratelli d’Italia, che raddoppia i propri voti sia in termini assoluti (dai 21.931 del 2015 agli attuali 43.443) che percentuali (dal 6,2% al 10,4%). Come già avvenuto nelle ultime tornate di elezioni regionali (Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Sardegna), la vittoria di centrodestra procede di pari passo con un ribaltamento dei rapporti di forza interni alla coalizione, con il netto rafforzamento delle componenti cosiddette «sovraniste» (Lega e FdI) e il progressivo indebolimento dall’ala moderata rappresentata da Forza Italia. Pur nella vittoria del suo schieramento, il partito di Berlusconi è l’unico tra i partiti che compongono la coalizione a registrare una flessione nei consensi pari a 7.000 voti, corrispondenti a 3 punti percentuali.

La coalizione giallo-rossa ha registrato esiti negativi sostanzialmente per tutte le sue componenti. Il Pd –partito storicamente dominante in Umbria –ha perso più di 32mila voti, passando dai 125.777 del 2015 ai 93.296 di domenica scorsa. Guardando ai dati percentuali, il partito guidato da Zingaretti ha visto scendere i propri consensi di 13,5 punti percentuali (dal 35,8% al 22,3%), un dato in linea con le perdite complessivedell’intera coalizione di centrosinistra. La sconfitta del M5s è ancora più netta rispetto a quella del Partito democratico, soprattutto se osservata prendendo in considerazione i valori percentuali. Nel 2015 il partito di Di Maio aveva ottenuto circa 51mila votied oggi si è arrestato sulla soglia dei 31mila, con un calo che in termini percentuali corrisponde a 7,2 punti. In pratica, nel giro di cinque anni il M5s ha dimezzato i suoi consensi, passando dal 14,6% al 7,4% dei voti. Considerando congiuntamente i risultati del centrosinistra e del Movimento 5 stelle, il bilancio dell’«operazione giallo-rossa» si presenta nettamente in perdita. Le forze di centrosinistra sommate a quella del M5s nel 2015 avevano raccolto 203mila voti, cioè quasi 50mila voti in più rispetto a quelli ottenuti domenica scorsa degli stessi partiti (153.784). In termini percentuali, l’esperimento giallo-rosso ha perso 21 punti, vedendo scendere i loro consensi dal 57,9% al 36,8%.

Per il partito di Di Maio, le elezioni del 2019 in Umbria segnano il livello più basso mai raggiunto dal M5s dal 2013 ad oggi. Al di là delle difficoltà strutturali legate alla mancanza/debolezza di organizzazione territoriale del partito, che ha portato spesso il M5s a sgonfiarsi elettoralmente nelle competizioni di livello locale, la comparazione tra due elezioni omogenee quali sono le regionali del 2015 e del 2019 mostra una riduzione dei consensi per i cinquestelleche non può essere giustificatafacendo ricorso alla natura virtuale del partito di Di Maio. Sul versante del centrodestra, la tendenza che merita di essere segnalata è quella riferita alla Lega. Il 37% dei voti ottenuto nelle regionali di domenica è di poco inferiore rispetto al dato delle ultime elezioni europee, quando il partito di Salvini raggiunse il suo record regionale, toccando il 38,2% dei consensi. Se, però, si considera che alle elezioni regionali hanno preso parte anche liste non-partitiche, compresa quella legata alla candidata Presidente (della Lega), il risultato per Salvini è quasi perfettamente in linea con il voto europeo del maggio scorso. Questo significa che la Lega è diventata oggi la prima forza politica in Umbria, dominante non soltanto all’interno della sua coalizione di centrodestra ma nel più ampio sistema partitico regionale


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