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Don Tullio: «L’obiettivo non è vietare l’eutanasia ma fare in modo che non si arrivi a quella decisione»

Il cappellano dell’istituto dei Tumori di Milano e project advisor nell’ambito delle cure palliative per la Pontifica Accademia per la vita ha partecipato alla stesura della “Dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche del fine vita”. L’intervista

di Lorenzo Maria Alvaro

Don Tullio Proserpio, cappellano dell’istituto dei Tumori di Milano e project advisor nell’ambito delle cure palliative per la Pontifica Accademia per la Vita per cui ha partecipato alla stesura del della “Dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche del fine vita” sottoscritta in Vaticano dai rappresentati di ebraismo, Islam e Chiesa Cattolica non ha dubbi: «il problema non è vietare la libertà delle scelte, ma lavorare per il bene delle persone e per la vita». L'intervista


Da dove nasce la stesura di questa dichiarazione congiunta?
Da una proposta del rabbino Avraham Steinberg fatta circa un anno fa durante un incontro interreligioso. Da lì è nato un percorso condiviso molto complesso. L’idea per quella di esprimere una posizione comune delle tre grandi religioni monoteistiche sui temi dell’eutanasia e del suicidio assistito

Seguendo questi lavori quale è stata la cosa che più ti ha colpito?
La cosa bella, tra le tante, è che su un argomento così sensibile e di fronte al quale nel dibattito pubblico ci si divide e si litiga immediatamente, in questo caso le religioni sono riuscite a trovare un momento di sintesi significativo. Cristiani, ebrei e musulmani sono riusciti a costruire dei pinti tra loro su un tema molto controverso

Qual è il contenuto della dichiarazione?
In estrema sintesi il sostegno continuo alle persone che si trovano in una condizione di fatica. Si parla di cure palliative intese come stile di cura. Di presa in carico della persona sin dal momento della diagnosi nella sua globalità, compresa la famiglia. Alla luce di queste indicazioni emerge dal documento che le grandi religioni dicono, per questo motivo, no a eutanasia e suicidio assistito arrivando a immaginare che siano proibite dalle varie legislazioni

Il dibattito in occidente, anche in Italia, però ragiona o sul raffinamento delle legislazioni esistenti o sulla introduzione di dispositivi a riguardo. Come ci si comporta di fronte a casi concreti di persone che chiedono di morire?
La risposta, per le grandi religioni monoteistiche, non sta nel negare alle persone che arrivano a questa decisione quella possibilità ma non arrivare proprio a questa decisione. E per evitarlo l’unica via sono le cure palliative. Se le persone non soffrono non ci sarebbero domande di eutanasia. Nessuno lo sa ma in Italia, nonostante esista una buona legge sul tema, le cure palliative non sono applicate. Cure palliative significa uno stile di cura complessivo. In Italia questo stile di cura, a parte rari casi, non esiste. Cominciamo ad applicare questi principi, previsti anche dalla legge, e vediamo cosa succede. Questo lo dicono prima di tutto i clinici, che hanno rilevato come dove c’è applicazione di cure palliative c’è una drastica diminuzione, se non un azzeramento, delle richieste eutanasiche.

Questo dovrebbe essere il primo documento firmato insieme dalle tre grandi religioni. Che significato ha?
È un passo di un percorso che viene da molto lontano. Uno sforzo molto importante di avvicinamento e di reciproca comprensione di cui Papa Francesco è stato grande fautore. È un fatto storico che ha visto finalmente uscire dalla logica dei grandi orizzonti filosofici per valorizzare la concreta vicinanza con chi soffre

Nel senso che si cerca di seguire il richiamo di Papa Francesco dei pastori che puzzino del proprio gregge?

Sì, si è smesso ci concentrarsi sulle differenze per guardare ciò che accomuna, cioè gli ultimi e chi soffre. Quando si sta vicino a un malato le differenze vengono meno. Se una persona sta male a nessuno interessa se va a messa o meno, se è credente o meno e a che cosa crede. Quello che interessa è come fare per farlo stare meglio

Quali saranno i passi successivi?
Questo discorso andrà in giro per il mondo. È un tema globale. Vedrà tanti altri appuntamenti che pensano di allargare il tema delle cure palliative non solo legate alla realtà oncologico ma a tutte le persone che hanno bisogno di sostegno. Ci saranno convegni, come quello che convolgerà la Qatar Foundation su questi temi, la stesura di un libro bianco e altri momenti che verranno resi noti in itinere.


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