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La XIV Convention si è chiusa guardando all’innovazione

Oltre 400 gli imprenditori sociali di tutta Italia che hanno partecipato all’assemblea dal titolo “Sharing Future” del Gruppo cooperativo Gino Mattarelli. Giuseppe Bruno: «La visione 2020 – 2022 di Cgm segue l’idea del ricomporre per innovare»

di Redazione

Si è conclusa oggi, 31 ottobre, la XIV Convention di Cgm – Gruppo Cooperativo Gino Mattarelli dal titolo “Sharing Future” il laboratorio che ha coinvolto oltre 400 imprenditori sociali da tutta Italia che si sono confrontati e hanno condiviso idee per innovare i modelli dell'imprenditoria sociale con uno sguardo verso il futuro.

«La visione 2020-2022 di Cgm segue l'idea del ricomporre per innovare. Occorre guardare quello che è stato fatto per poter tracciare le linee guida che porteranno innovazione alla nostra rete. L'innovazione digitale deve essere protagonista all'interno delle nostre imprese perché non possiamo più farne a meno. Occorre connettere le persone che vivono nei territori con le giovani generazioni e sviluppare dentro le imprese sociali una vera e propria cultura imprenditoriale. Questo può accadere soltanto rinforzando il legame e le collaborazioni con le Università del territorio perché è lì che crescono e germogliano le idee delle nuove generazioni», sottolinea Giuseppe Bruno, presidente di Cgm.

I lavori hanno indagato il ruolo del Terzo settore e dell'economia sociale come agente di cambiamento dell'Europa. Secondo Leonardo Becchetti, docente presso l'Università di Tor Vergata «Nelle imprese si verifica sempre più la convergenza tra profit e non profit e crescono le aziende che non hanno più come unico obiettivo quello di fare profitto, ma vogliono generare un impatto sociale. Obiettivo dell'economia deve essere la generatività, perché può rendere le imprese protagoniste di una nuova modalità di fare servizi sociali e welfare».
Per Giuseppe Guerini, presidente Cecop «occorre tornare a una dimensione economica dell'impresa sociale e valoriale. Per far questo è necessario costruire cultura sul tema facendo sì che questo approccio non si affidato soltanto a una pattuglia di economisti illuminati».

Per promuovere il cambiamento occorre diffondere e sedimentare conoscenza. Per Paolo Venturi «le cooperative sociali devono porsi il problema di come la conoscenza venga scambiata a catalizzata. Nelle imprese profit la conoscenza è utilizzata per il potenziamento e deve esserlo anche per il mondo cooperativo».

Maurizio Gardini, presidente di ConfCooperative in un video-messaggio ha ricordato come «siamo chiamati a vivere un momento di grande cambiamento in un contesto non agevole, perché costruire il welfare del futuro rappresenta una vera sfida. Abbiamo l'orgoglio di aver contribuito a creare un pezzo importante di welfare per il sistema Paese, ma dobbiamo avere nuove ambizioni per dare risposta alle nuove richieste della società».

I lavori si cono conclusi con uno spazio dedicato ai giovani e alle modalità di intercettare le loro aspirazioni. Mirella Liuzzi, Sottosegretario allo Sviluppo Economico ha spiegato che «deve cambiare il modo di approcciarci ai giovani perché in Italia il loro talento e le loro idee non vengono valorizzate».
Infine, Alessandro Isidoro Re, Co-fondatore del Social Innovators Community ha raccontato la propria esperienza nata attraverso un gruppo Facebook, ma soprattutto grazie all'entusiasmo spontaneo delle persone che hanno deciso di aderire al progetto. «Abbiamo creato una rete nazionale che comprende diversi ragazzi da tutta Italia che hanno la voglia di impegnarsi per creare un network di innovatori sociali con interessi concreti per la valorizzazione urbana. È nella condivisione del progetto con una community che trovano forza le idee, ma soprattutto è possibile mettere a sistema esperienze diverse per generare progetti concreti».

In apertura un momento della Convention, da sinistra: Giuseppe Guerini e Leonardo Becchetti