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Solidarietà & Volontariato

Concorrenza spietata per l’intergruppo all’Europarlamento

Primo incontro tra i deputati che sostengono la proposta dopo la campagna del Cev prima delle elezioni, rilanciata in Italia da CSVnet. Per la decisione finale le regole di voto favoriscono la conferma dei 28 gruppi già esistenti, ma non tutto è perduto

di Nicolò Triacca

Si è svolto ieri nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles l’incontro inaugurale di quello che dovrebbe diventare l’intergruppo parlamentare sul volontariato, ovvero una struttura formale in grado di raccogliere e integrare le diverse istanze collegate a questo tema nell’Unione Europea. A organizzare la riunione i tre eurodeputati che presiedono il gruppo al lavoro per questo traguardo: la ceca Michaela Sojdrova del Partito Popolare Europeo, lo spagnolo Domenec Ruiz Devesa del gruppo dei Socialisti e Democratici e la slovena Irena Joveva del nuovo partito liberale Renew Europe. Invitati a partecipare gli eurodeputati che hanno già espresso il loro supporto, oltre al Centro Europeo del Volontariato (Cev) e alcuni dei principali soggetti interessati, tra cui CSVnet.

A seguito della campagna Vote for Volunteers Vision, proposta proprio dal Cev e rilanciata in Italia da CSVnet anche 11 europarlamentari italiani si sono impegnati fin da prima del voto per la creazione dell’integruppo, ma molti altri si stanno aggiungendo in queste settimane. Tra i sostenitori della prima ora anche l’attuale ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che a maggio aveva aderito “con convinzione” al documento del Cev.

Ma nonostante l’entusiasmo e gli sforzi congiunti di parlamentari e società civile la strada è ancora impervia e il successo non è affatto scontato. Infatti il numero di possibili intergruppi al Parlamento europeo è limitato e ogni gruppo politico può sostenerne un certo numero in relazione alla propria consistenza (21 gruppi per il S&D, 18 per il Ppe e 13 per Renew Europe): l’intergruppo viene confermato se riceve il voto positivo di almeno tre gruppi politici.
La concorrenza sarà dunque spietata e, presumibilmente, favorirà i 28 intergruppi già in essere, tra i quali, per citarne alcuni: “giovani”, “piccole medie imprese”, “imprese dell'economia sociale e Terzo settore” o “biodiversità, ruralismo, caccia e pesca ricreativa”.

La necessità di formalizzare un intergruppo è parsa evidente ai promotori anche in virtù dell’ottimo lavoro congiunto svolto nella scorsa legislatura dal Parlamento e dalle associazioni della società civile a supporto delle politiche europee in materia di volontariato. Si pensi solo al contributo nella definizione del Corpo Europeo di Solidarietà o all’attivazione delle risorse del volontariato nella campagna Stavolta Voto per combattere l’astensione.

L’aspirante nuovo intergruppo si presenta con degli obiettivi precisi e un manifesto mirato a creare un reale impatto sulla vita dei cittadini, favorendo il dialogo tra istituzioni e associazioni. Esso vuole lottare per un Europa che promuova i valori e le condizioni che motivano le persone ad agire in solidarietà e per la difesa dei diritti. E per riconoscere al volontariato il ruolo di agente genuino di cambiamento sociale che ha il potere di smentire gli stereotipi e di promuovere la comprensione reciproca e l’accettazione delle differenze, per creare un’efficace contro-narrazione agli estremismi e ai populismi.

Alcuni dei temi di cui si dovrebbe occupare sono già in agenda, come la revisione del Corpo Europeo di Solidarietà nella nuova programmazione, le risorse per il finanziamento del volontariato e la definizione di un quadro comune europeo per la validazione delle competenze sviluppate nel volontariato. Ma molti altri potrebbe affrontarne, come la lotta alla solitudine, per la quale il volontariato può essere un’efficace soluzione, o la celebrazione nel 2021 del decimo anniversario dell’anno europeo del volontariato.

La sua istituzione sarebbe insomma un segnale importante per i più di 90 milioni di volontari dell’Unione e permetterebbe alle organizzazioni che li supportano di avere una piattaforma stabile di confronto e di scambio, seppur informale, con il Parlamento Europeo.


In apertura un'immagine dell'incontro che si è svolto a Bruxelles


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