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Non solo Fridays for Future: così lo sviluppo sostenibile entra nelle scuole

Il protocollo tra Ministero dell’Istruzione e Asvis punta sulla diffusione e la conoscenza tra gli studenti e i docenti dei temi dell’Agenda 2030 dell’Onu, promuovendo progetti e concorsi in tutti i gradi di istruzione. Dopo la prima edizione avviata nel 2016, ora è stato rinnovato per un altro triennio

di Redazione

Greta Thunberg ha fatto dello sciopero da scuola il suo baluardo per la lotta al cambiamento climatico. Ma perché non bisognerebbe affrontare l’argomento ambiente e sostenibilità anche durante il percorso scolastico? È ciò che il Ministero dell’Istruzione, in accordo con l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) ha fatto, implementando un protocollo di intesa per "Favorire la diffusione della cultura della sostenibilità in vista dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Firmato nel 2016, negli ultimi tre anni l’alleanza si è posta l’obiettivo di lavorare «sul tema della promozione e divulgazione di iniziative di informazione, formazione e diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile e del potenziamento dell’educazione alla sostenibilità in ogni grado di istruzione», aprendo le porte delle scuole a laboratori, concorsi e attività di formazione.

La collaborazione si sostanzia sui temi dell’agenda 2030 dell’Onu e sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile ad essa collegati, dalla lotta contro la malnutrizione alla transizione verso le energie rinnovabili, e ora è in fase di rinnovo per un altro triennio. «Quasi quattro anni fa, quando abbiamo cominciato, la gente diceva: ‘Agenda 2030, ma di che cosa state parlando?’. Oggi invece non solo molti sanno di che cosa parliamo, ma sentiamo l’impegno di tanti che condividono questa straordinaria avventura di salvare il mondo», ha dichiarato Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza, in occasione della presentazione del rapporto ASviS 2019.

In cosa consiste il protocollo? In questi tre anni sono state realizzate varie azioni, tra cui «un concorso per scuole di ogni ordine, compresi i Cpia, dal titolo “Facciamo 17 goal”, per promuovere la conoscenza dell’Agenda 2030 e la realizzazione di progetti con le classi o interclassi, sui temi degli obiettivi», spiega Martina Alemanno, responsabile segreteria e area educazione dell’ASviS. Il concorso in particolare si è distinto come una delle iniziative di maggiore successo, vedendo una sempre maggiore partecipazione, con ben 472 progetti presentati nell’edizione 2019. Tra i vincitori di quest’anno, il libro tridimensionale “Storia di un panino” realizzato con materiali riciclabili da una scuola dell’infanzia di Bressana Bottarone, e “Dalla ‘sieta’ alla mela circolare”, ricetta di pane e mele a “zero spreco” della scuola secondaria di secondo grado Ferrero di Alba.

Non solo. Grazie al protocollo, «sono anche state implementate azioni per supportare i docenti e aiutarli a inserire le tematiche nei programmi scolastici, oltre a una collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Documentazione e la Ricerca Educativa (Indire) che a partire dal 2017 ha introdotto un corso E-learning sull’Agenda 2030 rivolto agli insegnanti», aggiunge Alemanno. In più, «da giugno di quest’anno, in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile è stata anche lanciata una collaborazione sul portale Scuola2030, che prevede approfondimenti e documentazione a disposizione di tutti gli insegnanti in servizio. Infine, è stato creato il volume Un mondo sostenibile in 100 foto, un percorso fotografico di presentazione degli SDGs (gli obiettivi di sviluppo sostenibile) e dei collegamenti tra le diverse tematiche in essi contenute».

Secondo il rapporto ASviS di quest’anno, tra il 2010 e il 2017 l’Italia ha mostrato segni di miglioramento in 9 obiettivi su 17, mentre la situazione è peggiorata sensibilmente su altri 6 obiettivi

Nel complesso, la formazione ha interessato nel corso del triennio circa 61mila fra docenti, tutor ed educatori, e raggiunto un grande numero di scuole. «In molti ci hanno ringraziato, perché si sono sentiti parte di una realtà che va oltre a quella territoriale, si sono sentiti connessi con il resto del mondo e le altre realtà educative», spiega Alemanno. «Le scuole sono spesso il centro aggregativo di un quartiere, quindi la sensibilizzazione e l’informazione sono assolutamente necessarie per fare formazione, non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti»…


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