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“Cardioproteggi il tuo condominio” e salvi delle vite

Presentata a Firenze la nuova campagna dell’associazione rivolta alle famiglie che ha l’obiettivo di favorire la presenza di un defibrillatore in ogni condominio per cardio-proteggere “chi ci sta a cuore”. In Italia ogni anno si registrano 60mila decessi per arresto cardiaco. Grazie all’associazione, ha ricordato il presidente Alessandro Giuliani «sono state cardioprotette in Italia oltre 1000 strutture scolastiche e sportive e formate circa 7mila persone con corsi»

di Redazione

Lunedì 2 dicembre alla Sala D’Arme in Palazzo Vecchio a Firenze si è tenuta la conferenza stampa dell’Associazione Trenta Ore per la Vita per presentare la nuova campagna di sensibilizzazione rivolta alle famiglie “Cardioproteggi il tuo Condominio”.
Apre i lavori Andrea Vannucci, assessore Welfare e Sanità. A seguire gli interventi di Alessandro Giuliani, presidente di Trenta Ore per la Vita, Silvio Testi, consigliere e delegato alla comunicazione di Trenta Ore per la Vita, Simone Madiai, Ceo Emd112 e Marco Squicciarini, medico esperto di manovre di rianimazione cardiopolmonare adulto/pediatrico.

«Firenze è lieta di ospitare la presentazione della nuova campagna di Trenta Ore per la Vita», dichiara l’assessore al Welfare e Sanità, Andrea Vannucci, «importante realtà non profit del nostro Paese impegnata in numerosi progetti di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore di cause di interesse umanitario e sociale. Trovo molto interessante la campagna “Cardioproteggi il tuo Condominio” che si rivolge alle famiglie con l’obiettivo di promuovere la cultura della cardioprotezione tra le mura domestiche, dove sappiamo che avviene la maggior parte degli arresti cardiaci. Firenze è una città sempre più cardioprotetta e l'attenzione per la cardioprotezione è alta: i defibrillatori sono stati installati in numerose palestre, ad alcune fermate della tramvia e in diversi esercizi commerciali e piazze. Sono convinto che questa campagna sia un ottimo strumento per contribuire a salvare vite umane».

In Italia ogni anno si registrano 60mila decessi per arresto cardiaco, ovvero 168 al giorno, circa 7 ogni ora (1 decesso ogni 1000 abitanti). Si tratta di un’incidenza molto più alta rispetto ai decessi per incidenti stradali o qualsiasi altro evento non legato a patologie.

Trenta Ore per la Vita ha creduto nella possibilità di invertire questa tendenza. Infatti, oggi sappiamo che Il 70% delle persone colpite da arresto cardiaco potrebbe essere salvato con l’impiego tempestivo di un defibrillatore. Per 3 anni consecutivi, dal 2011 al 2013, Trenta Ore per la Vita ha portato avanti la prima campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema della cardioprotezione e dell’uso del defibrillatore.

«La strada da noi scelta per portare a termine questo importante compito è stata quella di operare su due piani», dichiara Silvio Testi, consigliere e delegato alla comunicazione di Trenta Ore per la Vita. «Da un lato, abbiamo avviato una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema con l’intento di favorire un cambiamento comportamentale da parte della popolazione; dall’altro, abbiamo promosso una campagna di raccolta fondi mirata, con l’obiettivo di rendere il nostro paese più sicuro, incrementando le postazioni salvavita con defibrillatori semiautomatici esterni (Dae) presso scuole statali e impianti sportivi pubblici».
Grazie a Trenta Ore per la Vita, aggiunge Alessandro Giuliani, presidente dell’Associazione «sono state cardioprotette in Italia oltre 1000 strutture scolastiche e sportive. Sono state formate circa 7.000 persone con corsi Blsd in tutta Italia. Milioni di telespettatori hanno visto come intervenire in caso di arresto cardiaco».

Nonostante la sensibilizzazione in materia di defibrillatori sia aumentata molto rispetto a qualche anno fa, l’obbligo per questo dispositivo salvavita è presente solo per le società sportive, ed ancora oggi non è del tutto chiara al cittadino comune la distinzione tra infarto ed arresto cardiaco.
Dalla necessità di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della cardioprotezione e dell’utilizzo del defibrillatore, Trenta Ore per la Vita, grazie alla collaborazione del partner tecnico, Emd112 e del contributo del medico esperto in manovre di rianimazione cardiopolmonare, Marco Squicciarini, ha sentito la necessità di lanciare un nuovo progetto rivolto a tutte le famiglie italiane, “Cardioproteggi il Tuo Condominio”.

In Italia sono circa 1 milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie. Un report, risalente al 2010 pubblicato sul sito del ministero della Salute, riportava che il 60% degli arresti cardiaci si verificavano in casa. Oggi questo valore è ulteriormente incrementato, si stima intorno al 70%, per due motivi principali: la popolazione è invecchiata rispetto a 10 anni fa e negli ultimi anni il lavoro da casa è aumentato. Ed è dimostrato che la maggior parte degli arresti cardiaci avviene, oltre che sul lavoro, a casa. Per questo è importante cardioproteggere i condomini con defibrillatori di ultima generazione.

«Per noi di Emd112 è motivo di orgoglio sviluppare questo importante progetto assieme a Trenta Ore per la Vita», interviene Simone Madiai, Ceo Emd112, «che da sempre supporta iniziative dal grande impatto sociale in modo profondo e concreto. L’obiettivo è rendere ancora più fruibile questo strumento salvavita e aumentare le chance di salvataggio nel nostro Paese, con obiettivi ambiziosi già nei prossimi 2 anni. Siamo molto legati alla città di Firenze, mia città di origine e provincia di residenza della nostra azienda, dove attualmente sono in corso vari progetti di cardioprotezione nei condomini. Se facciamo una proporzione con i dati nazionali, la città di Firenze registra circa 380 decessi per arresto cardiaco ogni anno, oltre 1 al giorno. Con l’impiego precoce del defibrillatore potremmo salvare tra le 266 e 304 persone, corrispondenti al 70/80%, ogni anno solo nella città di Firenze».

«Nella città di Seattle negli Usa la mortalità ha un tasso bassissimo, perché negli anni ’80 è iniziato un progetto come questo: ogni condominio, ogni scuola, ogni ufficio pubblico, oltre all’obbligo dell’estintore, deve possedere anche un defibrillatore e persone formate», conclude Marco Squicciarini, medico istruttore Blsd (Basic Life Support and Defibrillation) ed esperto di manovre di rianimazione cardiopolmonare. «Un salto culturale che aiuta a proteggere le famiglie, la società, i nostri figli e le persone a noi care. Il principio è molto semplice: ogni persona può essere parte della catena del soccorso ed imparare a “fermare il tempo” con il massaggio cardiaco. Una vera e propria rivoluzione già sperimentata all’estero con risultati straordinari: persone più sane e famiglie protette davvero dai semplici concittadini, con un corso di sole 5 ore, come previsto per legge».

L’augurio è che questa campagna, oggetto di una preziosa collaborazione, possa promuovere sempre di più la cultura della cardioprotezione e contribuire a salvare vite umane.

Il defibrillatore è un dispositivo che invia una scarica elettrica al cuore per ripristinarne il regolare ritmo. Questo dispositivo è a prova di errore, non è possibile erogare scariche a soggetti che non ne hanno necessità, poiché è il dispositivo stesso a comprenderlo.
La disponibilità dei defibrillatori ed il pronto impiego, associati ad attività informative e di sensibilizzazione in materia di primo soccorso, potrebbero salvare solo in Italia tra le 42mila e le 48mila vite ogni anno. L’utilizzo, entro pochissimi minuti, di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae), utilizzabile anche da personale non sanitario, opportunamente formato, potrebbe salvare la vita alla persona colpita da arresto cardiaco nel 70%-80% dei casi.

L’unico modo, quindi, per contrastare in maniera efficace l’arresto cardiaco è la presenza capillare sul territorio di defibrillatori: scuole, condomini, università, luoghi pubblici, società sportive, aziende, centri commerciali, mezzi di trasporto, etc.