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Maugeri apre a Bari l’ospedale bello

Il nuovissimo istituto - inaugurazione ufficiale il 5 dicembre - si caratterizza per verde, spazi e nuovi percorsi per gli utenti che restituiscono al capoluogo pugliese una struttura inutilizzata da oltre 20 anni. I 16 mesi di “rifunzionalizzazione” sono un case history di buona edilizia sanitaria. A primavera sarà installata la nuova centrale a cogenerazione: «risparmieremo emissioni di Co2 come 13mila nuovi alberi d’alto fusto», chiosa il Dg Paolo Migliavacca

di Redazione

Bellezza, sostenibilità ambientale e salute. Ci sono tutti questi elementi nel nuovissimo Istituto Maugeri Irccs Bari che viene inaugurato giovedì 5 dicembre dal governatore Michele Emiliano e dal sindaco Antonio Decaro. Palme e arbusti di salvia, rosmarino e lavanda contornati da ghiaietto bianco delle cave pugliesi: c’è anche del verde, mediterraneo e pugliese, nei 35mila metri quadri (15mila esterni) in questa struttura (nell’area tra il viadotto Tatarella della Tangenziale, la ferrovia e la via Generale Bellomo, arteria molto importante per chi entri ed esca da Bari) frutto di una lunga e accurata riqualificazione dell’area e dell’immobile, Villa Patrizia, 7 piani (di cui tre nel sottosuolo), per 60mila metri cubi complessivi, costruito nel 1997 ma mai utilizzato e ceduto nel giugno 2018 dal gruppo Matarrese al fondo Iaso, gestore del patrimonio immobiliare di Ics Maugeri Spa Società Benefit, che ci sposterà, entro l’anno, il suo storico Irccs di Cassano delle Murge.

«Siamo una società benefit e non potevamo intervenire su un’area urbana in crescita, come quella di Santa Fara, pensando solo al “contenuto” del nostro ospedale», spiega il direttore generale Maugeri, Paolo Migliavacca (nella foto). «Abbiamo voluto farne un luogo bello, che portasse valore sociale e ambientale a quel pezzo di città».
Il grande edificio a specchi è stato da subito oggetto di una indagine di Medicina ambientale, una delle branche su cui l’allora Fondazione Maugeri è nata nel 1965: la Medicina del lavoro e l’igiene industriale.
«Uno studio dell’Arpa del 2010 aveva misurato i campi elettromagnetici intorno alla centrale telefonica e al ripetitore confinanti con la struttura, ma abbiamo voluto che il nostro Centro di Ricerche Ambientali di Padova inviasse i propri tecnici per alcuni giorni, a fare nuove misurazioni di induzione magnetica a bassa frequenza e dei campi elettromagnetici a radiofrequenza», spiega l’ingegner Alessandro Vaccarella responsabile dei Servizi tecnici Maugeri. «I valori rilevati, risultano leggermente inferiori rispetto a quelli di nove anni fa e comunque inferiori all’obiettivo di qualità per la popolazione».
Nel corso del 2019 la centrale telefonica presente nell’immobile confinante con l’Istituto è stata dismessa e con essa tutte le antenne presenti sulla copertura: «E anche gran parte delle antenne sul traliccio sono scollegate, restano in funzione solo quelle per la telefonia mobile». Altri accertamenti hanno riguardato il radon, il gas radioattivo talvolta presente sotto la superficie terrestre: «Trattandosi di una struttura che ha tre piani interrati», prosegue l’ingegnere, «dove è prevista attività ambulatoriale e riabilitativa, abbiamo attivato i monitoraggi che il nostro Centro realizza normalmente in tutta Italia e l’esito è stato sempre negativo». Infine, prosegue Vaccarella, «è stato previsto un importante intervento di consolidamento delle strutture per conseguire il miglioramento sismico: si è intervenuti su parte delle strutture esistenti e sulle fondazioni, oltre a inserire nuovi travi in acciaio, di collegamento tra il solaio al piano terra e blocchi di calcestruzzo interrati».

L’ingegner Vaccarella illustra inoltre la rifunzionalizzazione dell’edificio che ha interessato le aree interne: «Si trattava di ripensare spazi concepiti, nel 1996, per creare una clinica tradizionale, rispetto a un moderno ospedale dedicato alla Medicina riabilitativa, quindi con l’esigenza di ampi spazi per le palestre e dove i degenti devono spostarsi o essere spostati quotidianamente: per esempio il piano terra, progettato a uffici, è stato per questo riqualificato a degenza, il ché ha significato cambiare gli spazi, le finiture, i servizi igienici, progettando soluzioni di arredo mirate all’umanizzazione degli spazi».
Uno specifico lavoro di progettazione ha riguardato proprio i percorsi degli utenti: «Prima la struttura aveva solo un ingresso, verso via Bellomo», spiega Vaccarella, «ne abbiamo aggiunto uno posteriore, per chi arriva dal parcheggio interno, che si ‘guarda’ con l’altro realizzando un cannocchiale che convoglia gli accessi nell’area dedicata all’accoglienza con l’accettazione e le altre pratiche amministrative».

L’impiantistica è perlopiù nuova e, da un punto di vista energetico, è stato scelto un sistema a pompe di calore, che permette un notevole abbattimento dei consumi: «Abbiamo poi reso autonomi riscaldamento e refrigerazione dei singoli ambienti, consentendo quindi il massimo comfort di pazienti, famigliari e personale, mentre l’illuminazione interna ed esterna è a led».
Un’ulteriore riduzione del dispendio energetico sarà dalla prossima primavera, quando sarà installata una centrale di cogenerazione – che recupera cioè energia dall’utilizzo ordinario per alimentare la struttura – da 300 kW: «Risparmieremo così, ogni anno, emissioni di Co2, quante ne garantirebbero, attraverso la fotosintesi, 13mila alberi di alto fusto», sottolinea Migliavacca.

L’ingegner Roberto Turino dello studio Team di Pavia, che ha diretto i lavori eseguiti dall’impresa Matarrese aggiunge che la struttura «pur essendo stata progettata vent’anni fa, presentava alcuni considerevoli pregi nella notevole qualità edilizia si riconosceva la progettazione e la mano di chi opera nelle grandi opere come aeroporti e grandi infrastrutture. Una qualità e una capacità tecnica della direzione e delle maestranze, con una produttività che spesso, non riscontriamo nei nostri cantieri a Nord».
Fra i pregi dell’edificio, l’ingegnere pavese cita le «pavimentazione in pietra di Trani, e le soluzioni architettoniche come il vano scala, con una grande cupola e un ampio spazio per gli ambienti comuni che, oggi l’edilizia sanitaria non si potrebbe più permettere».

Della qualità progettuale fa parte anche la realizzazione di una grande corte interna, che consente di dar luce ai piani interrati. «In fondo alla corte interna, abbiamo trovato, ancora rigogliose, alcune palme, cresciute malgrado il mancato utilizzo della struttura e che ora fanno pendant con quelle che abbiamo piantato all’ingresso» conclude il direttore dei lavori.

«È stata una sfida realizzare la riqualificazione di un’area così ampia in meno di 15 mesi», dice l’ingegner Giovanni Loiudice, direttore tecnico della Matarrese che aggiunge: «Ha richiesto un grande lavoro progettuale, un notevole impegno tecnico-amministrativo, per esser nei tempi con gli adempimenti autorizzativi e, naturalmente, ha imposto un importante sforzo operativo. Praticamente ha voluto dire non fermarsi mai. Abbiamo chiuso solo 10 giorni a Ferragosto, pianificando con cura tutte le forniture della nostra filiera, dai materiali ai servizi che, soprattutto a livello di impiantistica, sono stati decisivi in un ospedale digitalizzato come quello della Maugeri. C’è voluta un po’ di sana follia, ma ci abbiamo sempre creduto, anche perché c’era un intero ospedale da trasferire».
«La cosa più bella», conclude Loiudice, «è stata vedere maestranze e tecnici che avrebbero potuto già andare in pensione da qualche mese, attendere di farlo prima d’aver consegnato questo cantiere. Persone di qualità professionale e umana non comuni».

«Più in generale», riprende Migliavacca «i lavori di questi quasi due anni, che hanno coinvolto la Matarrese ma anche circa 40 aziende, quasi tutte del territorio, con l’impiego di circa 300 addetti, hanno creato un primo beneficio per l’economia pugliese».

La riqualificazione dell’area procederà: «La Maugeri ha già presentato in Comune un progetto per realizzare, a proprie spese e sulla propria area, l’allargamento di via Losacco», aggiunge Vaccarella, «creando un altro accesso posteriore che alleggerisca il traffico della via Bellomo, dove abbiamo istallato la temporizzazione dell’impianto semaforico, in modo da rendere fluida l’entrata e l’uscita dei mezzi di servizio e di quelli dei cittadini che usufruiranno di un ampio parcheggio».

«Siamo fieri d’aver creato un ospedale bello e funzionale, una nuova casa per le cure già eccellenti, come sanno le migliaia di pugliesi che, dal 1979, si sono rivolti a noi». conclude il Dg Migliavacca, «Siamo felici che si inserisca in una città come Bari e in una regione come la Puglia che stanno imprimendo un dinamismo positivo a tutto il Mezzogiorno. Senza l’attenzione e l’efficienza delle varie amministrazione pubbliche con cui ci siamo confrontati, questa operazione non sarebbe stata possibile, in questi tempi e con questi risultati».


Nelle immagini alcuni scorci della nuova struttura che sarà inaugurata il 5 dicembre


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