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Diritti dei bambini, le sei questioni irrisolte dell’Italia

Ecco una sintesi del 10° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza. Nell'occasione, la ministra Bonetti ha annunciato l'imminente ricostituzione dell'Osservatorio Infanzia

di Arianna Saulini

A febbraio 2019 il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha reso pubbliche le proprie Osservazioni finali rispetto all’attuazione della CRC in Italia. Le Osservazioni del Comitato ONU tracciano la direzione per l’azione futura per promuovere e tutelare i diritti delle persone di età minore. I singoli governi, e quindi nello specifico anche il Governo italiano è chiamato ad adoperarsi per implementare le Raccomandazioni espresse dal Comitato ONU, e su cui l’Italia sarà chiamata a render conto nel prossimo incontro previsto per il 2023. Allo stesso tempo le Organizzazioni Non Governative sono chiamate a vigilare affinchè le raccomandazioni siano tenute in debita considerazione nell’agenda politica nazionale e a diffonderne la conoscenza. Da quasi vent’anni, il Gruppo CRC è parte attiva di questo percorso, avendo predisposto tre Rapporti Supplementari inviati al Comitato ONU e presentati nel corso delle pre-sessioni antecedenti l’esame dell’Italia.

Con il 10° Rapporto CRC si apre un nuovo ciclo di monitoraggio: un percorso che prevede un confronto tra il Governo, la società civile e gli esperti che compongono il Comitato. Il 10° Rapporto viene pubblicato in occasione del 30° anniversario dall’approvazione della CRC, un momento di grande visibilità per i diritti dell’infanzia anche a livello nazionale, dato che la Legge n. 451/1997 ha istituito per questa data la Giornata italiana per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il trentennale della CRC è anche l’occasione per offrire una lettura attuale della Convenzione e riaffermarne la centralità nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) individuati dall’Agenda globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030). Dalla lettura condivisa della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile, emerge l’indivisibile rapporto tra lo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile promosso dall’Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti delle persone di età minore. Dei 169 Target che sostanziano i 17 Obiettivi, moltissimi possono essere ricondotti indirettamente alla tutela e promozione dei diritti dell’infanzia e 48 di essi ne fanno riferimento in maniera diretta. I principi della Convenzione e gli SDGs sono infatti un punto di riferimento fondamentale per misurare il benessere dei bambini e delle bambine.

Per questo motivo quest’anno il Gruppo CRC ha deciso di introdurre e far riferimento per le singole tematiche affrontate in quest’edizione speciale del Rapporto CRC agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e ai relativi Target più pertinenti, al fine di proporre una lettura attuale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e sottolineare la stretta connessione tra gli obiettivi promossi dall’Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti delle persone di età minore.

Alla redazione dei testi del 10° Rapporto CRC hanno contribuito come sempre gli operatori delle 100 associazioni del network.

Il Rapporto CRC è suddiviso in XI capitoli che ricalcano i raggruppamenti dei diritti della CRC: misure generali di attuazione della CRC, principi generali della CRC, diritti civili e libertà, violenza a danno delle persone di età minore, ambiente familiare e misure alternative, Salute, disabilità e servizi di base, educazione gioco e attività culturali, e misure speciali per la tutela dei minori. Gli ultimi tre capitoli sono dedicati all’attuazione dei Protocolli Opzionali alla CRC: Protocollo Opzionale concernente la vendita, prostituzione e la pornografia rappresentante le persone di età minore; Protocollo Opzionale sul coinvolgimento delle persone di età minore nei conflitti armati; Protocollo Opzionale sulle procedure di comunicazione.

Alla fine di ogni paragrafo vengono indirizzate alle istituzioni competenti ad ogni livello (Governo, Parlamento, Regioni, Enti Locali) delle raccomandazioni puntuali, in cui vengono suggerite le azioni da intraprendere per promuovere un cambiamento rispetto alle criticità rilevate nell’analisi.

Le risorse per l’infanzia e l’adolescenza: occorre fare sistema

Circoscrivendo l’analisi alle risorse investite nel welfare e nel contrasto alla povertà per famiglie con figli di età minore e per l’infanzia e l’adolescenza, da un lato occorre notare che almeno a partire dal 2018 e soprattutto dal 2019 con il Reddito di Cittadinanza (RdC), la quantità di risorse immesse dallo Stato (anche) a favore dei minorenni è aumentata (dato non ancora evidenziato nelle statistiche sulla spesa sociale, ferme al 2016). Dall’altro, però, la qualità e la coerenza delle misure e delle prestazioni a sostegno delle famiglie e delle persone di età minore sono sporadiche e selettive e non “fanno sistema”. Un fattore che testimonia la mancanza di strategia e coerenza, in presenza di una governance ancora frammentata e scoordinata degli interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza, è l’aumento nell’ultimo decennio dei divari territoriali.

Le forti disuguaglianza regionali

Il Comitato ONU ha raccomandato all’Italia “l’adozione di misure urgenti per affrontare le disparità esistenti tra le Regioni relativamente all’accesso ai servizi sanitari, allo standard di vita essenziale, ad un alloggio adeguato, compresa la prevenzione degli sgomberi forzati, lo sviluppo sostenibile e l’accesso all’istruzione di tutti i minorenni in tutto il Paese”. Si ritiene di particolare importanza il recepimento da parte del Comitato ONU della preoccupazione avanzata nel 3° Rapporto Supplementare rispetto alle comprovate diseguaglianze esistenti a livello regionale sia in termini di politiche che di stanziamenti, con conseguenze rispetto all’attuazione dei diritti a livello territoriale. Si tratta di una forma di discriminazione che incide sulle condizioni di vita delle persone di età minore, in quanto maggiormente vulnerabili, soprattutto in ordine alle opportunità legate all’educazione/istruzione scolastica e alla garanzia di livelli minimi di assistenza in ambito sanitario.

Le questioni irrisolte da affrontare con urgenza per il nuovo Governo

  1. Combattere efficacemente la povertà minorile.
  2. Proteggere e prevenire abusi e violenza a danno delle persone di età minore.
  3. Integrazione e tutela dei Minori migranti (il Comitato ONU ha indirizzato all’Italia ben oltre 20 raccomandazioni rispetto alla situazione dei MNA) a partire dall’adozione dei decreti attuativi.
  4. Educazione bambini sotto i sei anni : effettiva attuazione del nuovo “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni”.
  5. Hate speech, violenza di genere e violenza tra pari: Prendendo atto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (5.1 e 10.3), il Comitato ONU raccomanda che l’Italia garantisca piena protezione contro qualunque forma di discriminazione inclusa la sensibilizzazione rispetto all’istigazione all’odio nazionale, razziale o religioso.
  6. Mettere a sistema e rendere operativo un Sistema di raccolta dati.

* Arianna Saulini è portavoce del Gruppo CRC, un network attualmente composto da 100 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è coordinato da Save the Children Italia.​

Foto Unsplash


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