Welfare & Lavoro

Pisapia: abrogare la controriforma Bonafede sulla prescrizione

Giuliano Pisapia europarlamentare S&L e Vicepresidente Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo: «Un provvedimento inutile, inefficace, controproducente e incostituzionale»

di Redazione

Il tema della Giustizia doveva essere, a mio parere, tra le priorità di questo Esecutivo. Sin da subito ho nutrito dubbi su questa alleanza e oggi le profonde differenze su questo tema, e in particolare sulla “Controriforma Bonafede”, questi dubbi non solo sono confermati, ma anche aumentati: un’autentica discontinuità rispetto al Governo gialloverde non si è ancora vista”, dichiara Giuliano Pisapia europarlamentare S&L e Vicepresidente Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo.

“Il Ministro della Giustizia ostinatamente difende una riforma che va a intaccare i princìpi base della nostra Costituzione, che porterà ad allungare i tempi dei processi penali, a diminuire le garanzie per imputati e parte lese. Controriforma voluta dai 5 Stelle e dalla Lega e che aveva visto la netta opposizione del centrosinistra.

Una norma, purtroppo già entrata in vigore, che prevede il blocco del decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia per chi è stato assolto sia per chi è stato condannato, seppur in maniera non definitiva.

La realtà ci dice che la prescrizione interviene per il 53% dei procedimenti penali in fase di indagine e per il 22% dopo il rinvio a giudizio, ma prima della sentenza di primo grado e che il 75% degli indagati è innocente.

La norma che prevede lo stop della prescrizione dopo il primo grado quindi non risolve il problema, ma al contrario lo aggrava. Una norma inefficace e controproducente: un danno per le vittime dei reati, che dovranno aspettare templi biblici per avere giustizia e che non distingue chi è stato assolto da chi è stato condannato in primo grado, ma che rimane presunto innocente”, continua Pisapia

Per diminuire i tempi della giustizia è necessario:

  1. promuovere l’aumento dei riti alternativi e, in particolare, il giudizio abbreviato e il patteggiamento: il giudizio abbreviato riduce in maniera rilevante i tempi della giustizia; il patteggiamento esclude la possibilità di prescrizione.
  2. aumentare l’organico della magistratura e di chi opera negli uffici giudiziari
  3. Rafforzare le misure alternative al carcere: strumento che, se ben utilizzato, porterà a una significativa diminuzione delle prescrizioni.

Questi sono i punti necessari per un cambio di passo sul tema giustizia”, rimarca il Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo

“La legge sulla prescrizione è incostituzionale perché la Costituzione prevede espressamente che i processi debbono avere una ragionevole durata; non aspettiamo che la Consulta tra qualche anno dichiari l’incostituzionalità delle Legge Bonafede come è avvenuto per i Decreti Omnibus di Governo e Parlamento. Si prenda atto al più presto della situazione; si eviti un peggioramento della malattia già grave della nostra giustizia e si approvi al più presto un provvedimento in linea con le proposte avanzate dalle forze di centrosinistra che siedono nell’Esecutivo

Per questi, e per tanti altri motivi, auspico che le forze progressiste che hanno deciso di partecipare al governo Conte bis non facciano passi indietro rispetto a quanto dichiarato in questi giorni, e non cedano di un passo rispetto alle proposte di legge presentate in Parlamento, che già sono un compromesso al ribasso ; una forza politica autenticamente democratica non può permettere che avvenga questo scempio del rispetto delle regole”, rimarca Pisapia

In questi giorni si parla di una nuova fase dell’Esecutivo con l’obiettivo di un programma condiviso. Bene, che la riforma della Giustizia rientri in questo programma definendo – per questo aspetto come per gli altri – tempi certi di realizzazione. E che finalmente si passi dalle parole ai fatti cancellando tutte le norme liberticide dei deleteri Decreti Sicurezza a firma del Governo Gialloverde: norme già censurate in sede di promulgazione dal Capo dello Stato.

Si proceda subito con questo cambio di passo perché al momento la discontinuità promessa ancora non si vede”, conclude Pisapia


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