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Cooperazione & Relazioni internazionali

Intorno a Erbil nei villaggi colpiti dai raid iraniani

«La gente qui ha paura, teme nuovi attacchi, rappresaglie e razzi vaganti», racconta il cooperante della federazione cattolica del volontariato Focsiv Abdullah Rashid, che spiega: «Gli Stati Uniti colpiscono il bersaglio quasi al cento per cento mentre l'Iran non è così preciso»

di Redazione

«I missili iraniani hanno colpito anche centri abitati a diversi chilometri dalla base militare di Erbil; anche per questo la gente qui ha paura, teme nuovi attacchi, rappresaglie e razzi vaganti»: così all'agenzia Dire Abdullah Rashid, un cooperante che nella città del nord dell'Iraq collabora con la federazione cattolica del volontariato Focsiv.
Secondo Rashid, «gli abitanti sono preoccupati perché non sanno cosa accadrà se gli Stati Uniti attaccheranno e se l'Iran risponderà ancora».

Ad alimentare i timori sarebbe la dinamica dei raid di questa notte. «La base usata dagli americani a Erbil si trova all'interno dell'aeroporto, a pochi chilometri dal centro della città», spiega il cooperante. «Gli Stati Uniti colpiscono il bersaglio quasi al 100 per cento mentre l'Iran non è così preciso: questa notte un razzo ha raggiunto Gazna, un villaggio distante circa tre chilometri dalla base, dove ci sono centinaia di case; un altro missile è caduto a Bardarash, una cittadina a metà strada tra Erbil e Dohuk».

Secondo Rashid, a ogni modo, non si ha notizia di vittime tra i civili. Rispetto al personale militare della Nato l'ipotesi che ci siano stati morti è stata smentita invece dall'Alleanza atlantica, attraverso un comunicato. Il governo locale si è limitato a rivolgere un appello al dialogo tra Stati Uniti e Iran. «La Regione del Kurdistan appoggia una de-escalation e sostiene il dialogo e soluzioni diplomatiche ai problemi», si legge in un comunicato diffuso nel pomeriggio.

«Cerchiamo stabilità e pace e chiediamo a tutte le parti di non coinvolgerla nelle rivalità». Oggi a Erbil la vita quotidiana è ripresa, conclude Rashid, «anche se al mercato si vede che c'è meno movimento del solito».


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