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Haiti, la condizione dell’infanzia è ancora drammatica

A 10 anni dallo spaventoso terremoto del gennaio 2010, che causò 200mila morti e 300mila feriti, Sos Villaggi dei Bambini riaccende i riflettori sulla grave situazione in cui vive ancora la popolazione haitiana, tra instabilità politica, povertà e catastrofi naturali. È ancora emergenza per i bambini e i ragazzi più emarginati: «dobbiamo garantire loro un futuro»

di Redazione

Era il 12 gennaio 2010 quando la capitale di Haiti, Port-au-Prince, fu devastata da uno dei terremoti più violenti mai registrati nell’emisfero occidentale, che causò più di 220mila morti, 300mila feriti, 2,3 milioni di sfollati tra cui 307mila bambini e la distruzione parziale o completa delle abitazioni di 1,3 milioni di persone. In occasione del decennale del disastro naturale, che ha messo in ginocchio uno dei luoghi da sempre tra i più poveri del Pianeta, Sos Villaggi dei Bambini traccia un quadro delle attività svolte sul territorio e avverte: la situazione in cui vivono i bambini haitiani resta drammatica.

Dal sisma del 2010 a oggi l’impegno di Sos Villaggi dei Bambini, attiva sul territorio haitiano dal 1978 nel sostegno di bambini e ragazzi privi di cure familiari o a rischio di perderle, non si è mai fermato. Prima, durante e dopo il terremoto l’organizzazione ha risposto alla catastrofe mettendo in campo squadre e programmi di emergenza per assicurare cibo, acqua, medicine e, in molti casi, anche supporto psicologico ai minori e alle loro famiglie.

I primi sforzi di Sos Villaggi dei Bambini, all’indomani del terremoto, si sono concentrati nell’assicurare una temporanea accoglienza ai bambini sfollati e separati dalle loro famiglie. Tra le centinaia di minori accolti nei centri di accoglienza temporanei Sos, l’associazione è riuscita a ricongiungerne 241 alle famiglie, mentre ai bambini e ragazzi senza le cure parentali continua a garantire accoglienza a lungo termine.
Tra febbraio e novembre 2010, nelle località di Santo, Croix des Bouquets e Demas ha aperto più di 100 centri di distribuzione alimentare assicurando così due pasti al giorno a oltre 24mila bambini; in tutti i suoi interventi di emergenza, ha servito più di 10 milioni di pasti a bambini e famiglie in difficoltà.

L’impegno dell’associazione, dopo le fasi iniziali dell’emergenza, si è poi concentrato sulla ricostruzione degli istituti scolastici, il 90% dei quali era andato distrutto o seriamente danneggiato. In dieci anni il programma di ricostruzione scolastica promosso da Sos Villaggi dei Bambini, in sinergia con il Governo, ha visto l’inaugurazione di nove scuole che assicurano il diritto allo studio a 3200 studenti.
«Stiamo lavorando per garantire un futuro migliore a questi ragazzi», dichiara Celigny Darius, Direttore di Sos Villaggi dei Bambini Haiti. «È un impegno che passa anche dall’assicurare il diritto allo studio, strumento indispensabile per prendere in mano il proprio destino».

Ma, continua Celigny Darius «l’emergenza non è ancora finita». E appellandosi alla comunità internazionale affinché Haiti non venga lasciata sola aggiunge: «Il sisma del 2010 ha reso orfani tantissimi bambini, moltiplicato il rischio di traffici illeciti, impedito loro l’accesso allo studio. Non solo, sul Paese già profondamente provato da dittature decennali, persiste un’instabilità politica, a cui si sono aggiunte un susseguirsi di nuove catastrofi naturali e un’epidemia di colera. Tutto ciò ha fatto sprofondare il Paese in un generale stato di profonda povertà, malattie e violenza. Quella che Sos Villaggi dei Bambini si trova ancora a fronteggiare è una delle crisi umanitarie più drammatiche della nostra epoca».