Welfare & Lavoro

“Casetta 31”, lì dove si costruisce l’autonomia

Nel quartiere Portuense di Roma c’è una casa. O meglio un grande appartamento: è lì dove giovani adulti con disabilità fisiche e intellettive si incontrano ogni giorno per progettare il loro “Dopo di noi”. Un percorso quotidiano verso l’autonomia che si snoda tra laboratori di scrittura, marketing e weekend in compagnia

di Erica Battaglia

Valerio, Edoardo, Ilaria, Alessandro, Constanza e i due Luca mi aspettavano: era il giorno del nostro appuntamento a “Casetta 31”, l’appartamento nel quartiere Portuense di Roma dove si incontrano per i laboratori di scrittura, il supporto marketing al progetto “Mastri Biscottai” e i weekend di autonomia grazie all’associazione “Ylenia e gli amici speciali”.

Tre grandi stanze da letto, un salone ampio, due bagni, la cucina e spazi balconati dove curare le piante. Una casa insomma, dove costruire autonomia e proiettarsi verso il “Dopo di Noi”. Una casa con delle regole, ben scritte e appese alle pareti, condivise e redatte dai giovani adulti con disabilità fisica e intellettiva che la animano ogni giorno con i loro tutor.

La curiosità di andare a vedere che posto fosse mi è venuta prima di Natale: avevo ricevuto un’email in cui mi si chiedeva di partecipare ad un crowdfunding. Il mio contributo, come sempre avviene in queste cose, poteva fare la differenza.

Sono andata. Ho scoperto un mondo, un progetto e anche una sana idea di contaminazione. Dopo l’esperienza fatta dal 2016 al 2019 con il progetto “Casetta 31”, ovvero un vero e proprio percorso di autonomia realizzato da 15 giovani adulti, l’associazione decide di estendere il know how acquisito per farne un modello. “Che modello?” chiedo ai giovani presenti. “Si chiama autonomia”, mi spiega Ilaria. “Siamo un gruppo di amici che abitano insieme per qualche giorno: abbiamo imparato a scolare la pasta”, aggiunge Constanza. “Il venerdì – spiega Luca – facciamo la spesa. Per decidere cosa comprare facciamo un brainstalking…”. “Storming” correggono Nicola e Stefano, i tutor, ridendo. Dopo la spesa, c’è il cucinare insieme, la cena, un po’ di tv e poi l’organizzazione del sabato e della domenica con ricche chiacchierate su cosa sia meglio tra un cinema, un teatro, una passeggiata.

Obiettivo dell’associazione “Ylenia e gli amici speciali” infatti non è solo la mera autonomia, ma anche promuovere un innovativo modello di abitare. “Non è solo questione di muri, di metri quadrati e di posti letto”, si legge sul blog dedicato che risponde all’indirizzo web, ma una modalità di convivenza. Ovvero creare famiglie allargate, gruppi ampi, che siano in grado di promuovere il “Dopo di noi” durante. Non dopo, appunto.

Ecco allora il perché della richiesta di un contributo: realizzare “casette”, vicine tra loro, connesse per quartiere, amicizie e attività di interesse comune. Ecco allora la necessità di spiegare il progetto attraverso un blog, curato dagli interessati grazie ai laboratori di scrittura, di fotografia e di promozione via social, insieme ai loro operatori: attività che si concilia con il più ampio progetto dei “Mastri biscottai” che vede un laboratorio di realizzazione di biscotti per cani in via Argoli presso l’Istituto alberghiero di Tor Carbone promosso insieme ad altre realtà associative e con il supporto della Regione Lazio, un gruppo marketing per la partecipazione a fiere e mercati, un’equipe di studio del prodotto e di confezionamento dello stesso. Un percorso di inclusione lavorativa, per farla breve, che ben si concilia con quanti sono in grado anche di avviarsi ai weekend di autonomia promossi e sostenuti anche con un contributo della Chiesa Valdese.

Un percorso raccontato appunto in un blog, ma anche in una serie bizzarra di fumetti realizzati grazie all’ausilio di una professionista: storie che raccontano grandi verità come “l’invasione” di campo dei genitori, le aspettative dei ragazzi e delle ragazze di fronte al vivere da soli, l’amicizia che aiuta a fare. Obiettivo: stampare un opuscolo. L’obiettivo, in sostanza. L’obiettivo c’è sempre. In ogni attività. È il futuro che si inizia a vedere. “Per questo chiediamo soldi” spiega l’altro Luca. “Per non essere a rischio”. Il tempo che separa il destino di questi giovani, ormai adulti, con l’accesso ai fondi dedicati per il “Dopo di noi” non intende essere sprecato. Alessandro vorrebbe vivere a Londra. Edoardo ha un gran da fare tutti i weekend e ama fare foto. Valerio vorrebbe vedere altre città, mentre Luca (l’altro Luca, il più giovane) candidamente ammette di avere tempo. “Sto bene in famiglia, ma ci andrò a vivere da solo…”.


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