Attivismo civico & Terzo settore

Il Festival del Fundraising si schiera al fianco delle ong

Dal 13 al 15 maggio quasi 900 operatori del Terzo settore si ritroveranno per fare cultura del Fundraising e per confrontarsi sui temi emergenti. A cominciare dall’attacco alle organizzazioni non governative e alle sue pesanti ricadute sulla reputazione e, soprattutto, sulla sostenibilità dei progetti di tutto il settore. Tre giorni di formazione (e un premio) per far crescere il settore, contro la disinformazione

di Redazione

Per chi si occupa di Raccolta fondi e Terzo settore, è stato uno dei fenomeni macroscopici degli ultimi anni: l’attacco alle ONG ha violentemente scosso, dal 2017 a oggi, il mondo della solidarietà internazionale, con inevitabili ricadute negative in termini di reputazione ma anche di sostegno economico da parte dei donatori. Una tendenza talmente “pesante” per la vita delle Organizzazioni da non poter essere ignorata da quello che, da oltre dieci anni a questa parte, è diventato il più significativo appuntamento annuale, in Italia, per il mondo del No Profit e della Raccolta fondi: il Festival del Fundraising.

L’edizione 2020 – che si svolgerà sulle sponde del Lago di Garda dal 13 al 15 maggio – fa una scelta forte e chiara in questo senso: il tema dei muri, dell’accoglienza e dell’integrazione aprirà il Festival del Fundraising, che dedicherà poi all’argomento ampi spazi di scambio, approfondimento, dibattito e formazione.

L’attacco alle Ong ha minato il rapporto di fiducia che è alla base di ogni atto di donazione
«Il tema è talmente pervasivo che sarebbe surreale non affrontarlo», spiega Valerio Melandri, direttore del Master in Fundraising dell’Università di Bologna, fondatore del Festival del Fundraising. «C’è da chiedersi come sia possibile che, nella narrazione mediatica, le ONG da angeli del mare siano diventate in pochi mesi taxi del mare, amiche degli scafisti e complici dei trafficanti di uomini. Un giudizio inquinato dalla propaganda, che ha minato alla base lo storico patto di fiducia degli italiani con le organizzazioni che fanno quotidianamente solidarietà e assistenza in favore della moltitudine dei diseredati della Terra».

Con inevitabili ricadute sulla raccolta fondi di tutto il Terzo settore e, di conseguenza, sulla sostenibilità di tanti progetti: «l’attacco alle ONG degli ultimi anni si è abbattuto come un macigno non solo sulle nonprofit, ma soprattutto sui beneficiari che le organizzazioni assistono. È triste. Così come è impensabile che chi si occupa degli ultimi venga messo alla gogna. Noi stiamo dalla parte di chi cerca di salvare vite umane e ci impegneremo fino alla fine perché si ponga fine a questo indegno attacco. Per questo abbiamo voluto fortemente che nell’edizione 2020 del Festival del Fundraising il tema emergesse in maniera rilevante, non certo per piangerci addosso o recriminare, ma per coltivare idee in comune e soluzioni percorribili».

L’italia del rancore per la prima volta, nel 2017, inverte il trend di generosità degli italiani
Che l’attacco alle ONG abbia colpito l’intero settore del nonprofit lo dicono i numeri. E per quanto contraddittorio, ha penalizzato, molto più che le ONG stesse, altre realtà come onlus, associazioni sportive dilettantistiche, enti musicali e di formazione. Lo mostra il “V Italy Giving Report” pubblicato dalla rivista Vita, secondo il quale, dopo aver registrato per tre anni consecutivi un trend positivo di tutto rispetto, addirittura con un +11% nel 2016, nel 2017 le donazioni degli italiani hanno subito un brusco calo dello 0,87%. Il report ha preso in analisi le dichiarazioni dei redditi compilate nel 2018, per l’anno d’imposta 2017: l’anno della ripresa economica, ma anche quello in cui il Censis ci definì “l’Italia del rancore”. Il 2017 registra dunque l’inizio di una tendenza, nata dal discredito che si è abbattuto ad ampio raggio sul tutto il mondo della solidarietà.

Cosa fare per impedire che decine di progetti, anche non rivolti ai migranti, si fermino?
La reazione costruttiva dei protagonisti di questo settore va stimolata e incentivata prima che le conseguenze siano troppo drastiche. “Il peso di questo attacco oggi rischia di avere pesanti conseguenze, come l’interruzione di decine di progetti, non solamente dedicati ai migranti” spiega Melandri.

«Il Festival, che da oltre un decennio riunisce migliaia di organizzazioni, è stato sempre luogo di analisi e sintesi delle diverse istanze, sensibilità e punti di vista che animano il Terzo settore. Ecco perché può essere lo scenario naturale in cui continuare questo dibattito e ragionare sulle azioni concrete da mettere in campo. Da qui l’impegno mio, del presidente Stefano Malfatti e delle decine di persone, staff e volontari, che animano le nostre iniziative», conclude Melandri.

Festival 2020 – L’importanza di essere “ribelli”
Il fil rouge dell’edizione 2020 del Festival sarà Rebels, dedicato a tutti quelli che vedono nelle crisi e nelle difficoltà la possibilità di evolvere, di tracciare nuove strade e trovare soluzioni. “Abbiamo scelto con attenzione il tema di quest’anno, ma guardando anche alle nostre spalle, alle passate edizioni, alle tante idee, storie, elementi ribelli che abbiamo intercettato e raccolto in 12 edizioni di questo Festival.” spiega il Presidente dell’Associazione Festival del Fundraising, Stefano Malfatti. “Ribelli è parola delicata perché è un concetto così prossimo alla rabbia che spesso nella storia le due parole si sono confuse: la rabbia si è divorata la ribellione e il risultato non è mai stato dei migliori. E invece la prima caratteristica del ribelle è l’onestà. Non si può essere disonesti e ribelli al contempo, perché la ribellione passa attraverso un profondo rifiuto dello stato delle cose, un rifiuto interno e radicale. Il disonesto viceversa la realtà la vuole così com’è”.

Dunque, prosegue Malfatti, “proviamo quest’anno a sollecitare e a cercare ribelli nelle cose di cui ci occupiamo: la costruzione di relazioni con chi voglia fare del bene insieme a noi e nelle nostre organizzazioni. Andremo a scoprire chi ha generato idee nuove e rivoluzionarie nel fundraising, ma anche chi – più sommessamente – ha provato a introdurre quelle meno nuove in contesti refrattari. Anche lui merita tutta la nostra attenzione e l’attributo – sul campo – di ribelle”.

Tre giorni, 100 sessioni formative, 55 speaker
Per dirla con le parole di un fundraiser, “i calciatori vanno in ritiro, i fundraiser vanno al Festival del Fundraising”. La plenaria di apertura, il 13 maggio, sarà dedicata al tema dei muri, dell’accoglienza e dell’integrazione con DIE MAUER | Il Muro, spettacolo di Teatro Civile, di Marco Cortesi e Mara Moschini. Una storia, quella del Muro di Berlino, che parla di violenza e dittature, ma allo stesso tempo del destino di migliaia di persone che decisero di ribellarsi, scavalcando una barriera ingiusta e ignobile per conquistare il diritto di essere semplicemente “liberi”.

Si partirà, quindi, con il ricco programma formativo. Tre giorni di full immersion per oltre 100 sessioni che si svolgeranno in parallelo, all’interno di 10 sale formative, sulle tecniche del nonprofit. Dalla relazione col donatore al personal fundraising, dalla valutazione d’impatto sociale alle nuove tecnologie al servizio del nonprofit, il programma formativo sarà molto vasto. I 55 speaker italiani e internazionali provengono dal mondo del nonprofit ma anche da quello dell’arte e dello spettacolo, della comunicazione, sono creativi e docenti universitari. Il programma completo è consultabile sul sito www.festivaldelfundraising.it

Ifa – un premio per chi dona e per chi raccoglie
Il festival anche quest’anno ospiterà la premiazione dell’IFA – Italian Fundraising Award, l’unico premio italiano dedicato ai protagonisti della raccolta fondi, alle loro storie di solidarietà, di dedizione alla professione e alla causa per cui operano, promosso e organizzato da ASSIF – Associazione Italiana Fundraiser, e dall’Associazione Festival del Fundraising.


Entro il 20 febbraio, tutti coloro che lavorano all’interno di un’organizzazione nonprofit (dipendenti e consulenti) possono inviare la candidatura – propria o altrui – per una delle due categorie previste:

  • Fundraiser dell'anno, per il riconoscimento a un fundraiser che si è distinto per le eccezionali capacità nella pratica della professione, manifestando una spiccata dote nel coniugare gli aspetti tecnici della raccolta fondi con l’attenzione alla cura della relazione personale con i donatori.
  • Donatore dell'anno, che premia una persona o una famiglia che si è distinta per l’elevato senso civico e filantropico grazie a una riconosciuta generosità e disponibilità nel sostenere in prima persona progetti di organizzazione.

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