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L’inverno demografico è freddissimo

Gli italiani continuano a diminuire. Per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96

di Redazione

Gli italiani continuano a diminuire: al primo gennaio di quest'anno i residenti ammontano a 60 milioni 317 mila, 116 mila in meno rispetto allo scorso anno. Il calo è dovuto sostanzilamente al Mezzogiorno e al Centro, mentre nel Nord Italia crescono con un buon ritmo Bolzano (5 per mille), Trento (3,6 per mille), la Lombardia e l'Emilia Romagna. Tra le Regioni del Centro quella con il tasso inferiore di perdita è la Toscana. Il calo della popolazione è determinato dalle nascite, decisamente inferiori ai decessi: sono rispettivamente 435 mila contro 647 mila. Si tratta, sottolinea l'Istat, "del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918". La differenza è infatti di 212 mila unità: per ogni 100 persone che muoiono in Italia dunque ne nascono solo 67, dieci anni fa erano 96.

La popolazione residente in Italia è in calo per il quinto anno consecutivo, nonostante il saldo migratorio con l'estero risulti ancora positivo, nel 2019 per 143 mila unità (è la differenza tra 307 mila nuove iscrizioni e 164 mila cancellazioni). Calano gli ingressi di stranieri in Italia: l'anno scorso sono 25 mila in meno rispetto al 2018 e 34 mila in meno sul 2017. La quota di popolazione straniera sul totale è dell'8,9%.

Nel flusso con l'estero il problema tuttavia non è rappresentato dalla parte che riguarda gli stranieri, ma gli italiani. Quelli che vanno a vivere all'estero sono superiori a quelli che rientrano: il saldo migratorio degli italiani è negativo per 77 mila unità, mentre quello degli stranieri è positivo per 220 mila unità.


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