Cooperazione & Relazioni internazionali

Pregliasco: «La situazione Coronavirus in Italia è sotto controllo»

«Non si può ammalarsi più volte di Coronavirus e la quarantena è necessaria anche in caso di negatività per via dell'incubazione. Siamo riusciti a circoscrivere l'infezione ma non bisogna abbassare la guardia». Il virologo dell’Università degli Studi di Milano e presidente nazionale Anpas fa il punto a una settimana dall'inizio del contagio e risponde ad alcune domande che spesso voi lettori ci avete posto

di Lorenzo Maria Alvaro

In queste ore ci sono state diverse novità sull'emergenza sanitaria. In primo luogo molti contagiati cominciano a guarire. I numeri delle infezioni rimangono sotto controllo. A Milano è stato isolato il ceppo italiano del Covid19. La situazione insomma sembra stia tornando alla normalità. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e presidente nazionale Anpas.


Una notizia di ieri parlava dell'individuazione a Milano del ceppo italiano del virus. Poi si è data notizia che una donna giapponese si sarebbe ammalata nuovamente dopo una prima infezione. In molti sono rimasti spiazzati…
Cominciamo col dire che di isolamenti del virus ce ne saranno tantissimi. Sono prassi importanti nella battaglia per combatterlo. È importante riuscire a coltivare in vitro il Covid19 per continuare le indagini. Casi come questo ce ne saranno a centinaia nei prossimi mesi.

La preoccupazione di noi profani è che se si parla di ceppi diversi. Significa che il virus muta? Si può ammalarsi più volte? Il vaccino sarà dirimente?
Il vaccino sarà dirimente. Questo virus poi ha naturalmente dei piccoli cambiamenti. Perché, come quello dell'influenza, è più semplice e meno stabile. Quelli della polio o del morbillo ad esempio è sono complesso e quindi sempre uguale. I virus piccoli a grande diffusione si replicano e posso sperimentare varianti. Questo però non significa che una persona che si è ammalata possa continuare a riammalarsi. Il caso Giapponese è l'unico di tampone che è diventato negativo e poi tornato positivo. Ma è più probabile che sia stato un problema del tampone

Un altro tormentone è sul numero di casi. Adesso cambierà il conteggio anche in Italia. C'è chi ha paura che sia un modo solo per calmare le acque…
No, al contrario: siamo stati un po' troppo zelanti prima. Nel senso che di prassi per la notifica di un caso confermato si prevede una secondo controllo di laboratorio negli Iss. Presi dalla foga del racconto spesso si sono notificati casi senza aspettare la notifica. Quindi semplicemente il conteggio da oggi aspetterà anche la conferma dei laboratori.

C'è poi chi si chiede perché il presidente della Regione Lombardia, nonostante il tampone negativo, si mette in quarantena?
Diciamo che Fontana con quel video ha fatto un pasticcio. Voleva dare un messaggio giusto, per far capire che con le giuste precauzioni si può continuare a fare un avita normale, ma ha fatto invece passare tutt'altro. Detto questo è giusto che chi sia stato espoto all'infezione faccia quarantena. Questo perché non c'è istantaneità nel contagio. Potrebbe non venire subito percepita dal tampone la malattia. Infatti i tamponi vengono fatti ripetutamente durante i 14 giorni che abbiamo stablito come intervallo massimo in cui i sintomi potrebbero insorgere.

Fino a ieri eravamo criticati per la gestione dell'emergenza. Adesso le cose stanno cambiando. Oltre agli allarmi di Germania, Francia e Spagna ieri i medici inglesi si sono detti preoccupati per la gestione di un'eventuale emergenza…
Cominciamo col dire che noi stiamo lavorando per mettere in sicurezza il sistema sanitario, riorganizzando i posti di terapia intensiva e non, in modo da essere preparati ad ogni evenienza. C'è stato un corto circuito comunicativo da noi. La verità è che abbiamo fatto un lavoro encomiabile e messo in sicurezza la situazione. Non penso gli altri Paesi abbiano sottostimato o ignorato il problema. Penso avranno anche loro dei contagi e dovranno affrontare il Coronavirus. Ma sono sicuro che riusciranno a gestirlo.

La situazione possiamo dire che sia sotto controllo?
Certo. Adesso però non dobbiamo abbassare la guardia. Non possiamo adesso pensare che sia finita. Abbiamo preso limitazioni dolorose che in qualche modo pagheremo dal punto di vista economico. Ma che sembrano aver funzionato. Non dobbiamo vanificare questo sforzo. Dobbiamo insistere. Ma sicuramente possiamo stare più tranquilli.


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