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Coronavirus, la sanità lombarda si riorganizza per far fronte ai ricoveri

La Regione Lombardia ha deciso di dedicare tre strutture esclusivamente ai contagiati del virus dirottando i malati ordinari in altre strutture, anche private. Così si punta a reperire i letti in terapia intensiva che mancano

di Lorenzo Maria Alvaro

Il contagio continua a crescere. E in Lombardia i posti che erano stati preventivati in terapia intensiva per il Coronavirus, che erano 121, si sono esauriti. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera ha spiegato che «la Regione Lombardia ha un buon numero di terapie intensive, 900 in tutto. In queste ore stiamo recuperando altri 50 posti, approntando ventilatori portatili in ex blocchi operatori», aggiungendo in conclusione che, «il nostro è un sistema che sta reagendo molto bene, ampio e solido. È chiaro che questo incalzare così imponente della malattia ci sta mettendo a dura prova».

I numeri lombardi del contagio infatti parlano di 984 infetti di cui 512 ricoverati (di questi 106 in terapia intensiva). Quindi ben oltre quell’80% di sintomi lievi di cui spesso si sente parlare. «La quota dell’80% riguarda sintomi per così dire “gestibili”. Certo c’è chi presenta solo un raffreddore o poche linee di febbre, ma in quel segmento vanno conteggiate anche le polmoniti virali primarie, che seppur agilmente curabili richiedono un ricovero ospedaliero», sottolinea Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e presidente nazionale Anpas.

C’è davvero un’allerta sui posti in terapia intensiva ma il problema verrà velocemente gestito, «le strutture private sono state attivate. L’idea è quella di destinare alcuni ospedali esclusivamente per il coronavirus dirottando i malati ordinario nelle altre strutture del territorio», chiarisce Pregliasco.

Il quadro nazionale

I numeri del contagio italiano sono di 1577 infetti, 34 morti e 83 guariti, con un aumento rispetto alle 24 ore precedenti di oltre 500 casi. «Per questo è necessaria un’azione stringente anche con operazioni che possono spaventare, ma che sono necessarie perché queste epidemie vanno gestite sin dall’inizio per poter far fronte al meglio al problema e circoscrivere il rischio sanitario» ha sottolineato il presidente di Anpas commentando il decreto legge varato dal Governo per fronteggiare l'emergenza, «fondamentale è anche mantenere alta l'attenzione per la tutela e la protezione degli operatori sanitari e dei volontari che dall'inizio di febbraio sono impegnati tanto nella gestione dei servizi ordinari quanto nel monitoraggio sanitario negli aeroporti».


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