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Cooperazione & Relazioni internazionali

Dialogo via Skype con Sara, l’amica degli animali in quarantena in Romania

Sara è la fondatrice e presidente di Save the Dogs and Other Animals, una delle più importanti associazioni animaliste in Italia che opera soprattutto in Romania. Appena arrivata a Bucarest da Milano è stata invitata all'autoisolamento. “Rischio due anni di prigione” ci dice, “Ma li capisco e poi così posso finire il libro”

di Diletta Grella

“Penso che questo momento difficile possa essere un’occasione per tutti noi, per riflettere, per rivedere i nostri valori”. Non perde la positività che la contraddistingue Sara Turetta, da qualche giorno in quarantena volontaria in Romania, a causa del Coronavirus.

Sara è la fondatrice e presidente di Save the Dogs and Other Animals, una delle più importanti associazioni animaliste in Italia, fondata nel 2002, che ha lo scopo di combattere il randagismo e il sovrappopolamento canino e felino.

“Operiamo soprattutto in Romania, dove il randagismo è un problema grave, per ragioni storiche e sociali”, ci racconta.

“A Cernavodă, che si trova in una delle zone più depresse del Paese, abbiamo una clinica veterinaria all’avanguardia, l’unico presidio in un territorio molto ampio. Una decina di giorni fa, come faccio spesso, ho preso un volo da Milano, dove abito, e sono arrivata all’aeroporto di Bucarest, che dista un paio di ore di auto dalla clinica. Appena atterrati, abbiamo visto un gruppo di poliziotti schierati: indossavano una mascherina e ci impedivano di passare. Ci hanno consegnato un modulo con domande sul nostro stato di salute. Dal giorno successivo un funzionario della Asl di Costanza mi chiama quotidianamente e mi chiede se ho sintomi influenzali, invitandomi a restare chiusa in casa. Se esco, rischio fino a due anni di prigione”.

Non è affatto critica con queste misure rigide prese dalle autorità locali. “Ben vengano, se servono per contenere la diffusione di un contagio che qui sarebbe una tragedia” commenta, “In Romania quasi tutti gli ospedali sono da terzo mondo. Solo chi ha uno stipendio può ricevere qualche cura medica, gli altri devono pagare un’assicurazione, ma non tutti hanno i soldi. Chi ne ha la possibilità va all’estero a farsi curare”.

Sara conosce bene la difficile situazione sociale e sanitaria del Paese in cui opera da diciotto anni, e si è trovata spesso a farsi carico con Save the Dogs dei problemi di molte persone. “Sì, siamo una onlus animalista, ma la cosa che ci contraddistingue è la nostra attenzione alle persone. I diritti degli animali non possono essere slegati dai diritti umani. Ecco perché in un contesto come quello rumeno, così povero, non ci limitiamo a curare e ad assistere gli animali. Ci sono molti anziani soli o persone disabili, con pochissimi mezzi, che hanno accolto cani e gatti abbandonati: noi non solo curiamo gratuitamente gli animali di queste persone, ma le aiutiamo in ogni modo quando loro stesse hanno problemi di salute o materiali. Abbiamo inoltre attivato progetti di onoterapia, per aiutare con i nostri bellissimi asinelli i bambini disabili, di cui qui in provincia non si occupa quasi nessuno”.

In queste settimane avrebbe avuto molto lavoro da svolgere nella clinica di Cernavodă, dove operano 50 persone, perlopiù rumene, tutte assunte. In media ogni giorno arrivano una ventina di cani e gatti, per cure di ogni tipo. Gratuite per coloro che non hanno mezzi, agli altri è chiesta una donazione. In questi diciotto anni, sono state fatte 38.184 sterilizzazioni e 7.510 adozioni internazionali. Ci saluta via Skype dicendo: “Non avevo mai tempo di scrivere e in questi giorni posso finalmente concentrarmi, quasi non ci credo!”.

Tanti i riconoscimenti ottenuti da Sara in questi anni, come la carica di Cavaliere della Stella della Solidarietà Italiana, grazie al presidente Giorgio Napolitano nel 2012.


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