Cooperazione & Relazioni internazionali

Appello: Fateci fare il tampone

Al via una campagna per chiedere il test diffuso è stato lanciato da molti sanitari. Il motivo è che, prendendo esempio da Cina e Corea, questo permetterebbe di avere un quadro più chiaro dei contagi e del comportamento del virus e sopratutto di dirimere alcune incongruenze del contagio italiano rispetto al resto del mondo

di Lorenzo Maria Alvaro

Uno dei temi su cui in Italia si sta lavorando moltissimo per fronteggiare l'epidemia di Covid19 sono i dati. Leggendo i numeri italiani e confrontandoli con quelli degli altri Paesi si riesce infatti a immaginare le misure di contrasto, l'escursus del contagio e la situazione delle prossime settimane anche nei Paesi che ad oggi sembrano al riparo. C'è però un problema in questo senso: la diversità di strategie nella diagnosi e quindi nella raccolta dei dati. Uno di queste in particolare riguarda i tamponi. In Italia si è scelto, contrariamente da quanto fatto in Cina e Corea di limitare l'uso del test ai soli sintomatici. Questo però ha generato dei risultati statistici incongruenti.

Come spiega bene Matteo Villa, ricercatore dell'Ispi, su Twitter, il numero dei decessi confrontato con il numero dei contagi rende l'Italia un unicum per quello che riguarda il tasso di letalità del virus e rende difficile capire la vera portata del contagio. Ma se si prova a confrontare i numeri con quelli delgli altri paesi si può stimare un numero di infetti plausibile che non sono stati intercettati dal Sistema sanitario nazionale. Per Villa infatti i casi totali che sono in questo momento 12.462 sarebbero in realtà 83mila. Questo sarebbe la reale dimensione del contagio se si decide che il virus in Italia si debba comportare come in Cina e Corea.

Ma questo non è certo. Che fare allora?

L'idea arriva da alcuni sanitari italiani, tra cui il virologo Fabrizio Pregliasco: chiedere con una raccolta di firme al Governo di varare una cammpagna di test diffuso.

«Conoscere l'esatta diffusione dei positivi o di coloro che hanno avuto il Covid-19 in tempo reale permetterebbe di capire in modo chiaro gli effetti delle politiche di contenimento messe in atto e di modificarle rapidamente se necessario. Per fare più tamponi c'e' un tema di capacità produttiva e uno di costo. Sul primo basta liberalizzare a tutti i laboratori tecnicamente capaci di fare il tampone, con l'obbligatorietà a inviare al ministero tutte le informazioni dettagliate di ogni singolo caso per mantenere una visione centrale di tutti i casi. Il secondo punto , quello del costo, può essere affrontato con una raccolta fondi che in questo momento otterebbe certamente un’ampia adesione», scrivono i firmatari dell'appello.

«Sia chiaro è una porposta da attuare cum grano salis», sottolinea Pregliasco, «l'idea è che la diagnostica può anche aiutare la tranquillità dei cittadini. Ma va pensato con attenzione perché il tampone deve essere fatto bene, con il rischio anche di falsi negativi. Ma sarebbe interessante confrontarsi con il Governo su una possibilità come questa».


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