Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Come fare fundraising al tempo del coronavirus

«Qualsiasi cosa facciate: non cancellate la raccolta di fondi». È questo il messaggio più importante che Valerio Melandri, direttore del Master in Fundraising dell’Università di Bologna, fondatore del Festival del Fundraising, lancia analizzando e immaginando la strategia con cui affrontare la situazione dell'emergenza sanitaria

di Valerio Melandri

Lo tsunami del Corovid-19: chi se lo aspettava? Giorno dopo giorno sta creando danni enormi alle persone e all'economia. E il post Covid19 è ancora tutto da scrivere. Molte cose andranno ripensate, modelli di vita e di consumo. Questi sono tempi per nuove idee, nuovi valori, nuove narrazioni, nuove situazioni di senso. Anche nel fundraising.

Perchè una persona dona? Se lo sapessi con precisione, forse, sarei candidato al Premio Nobel.

Però posso dirvi i motivi più comuni:

  • Perché spiegate a un potenziale donatore: “Facciamo questo e quello. Dona!”
    Sì, ma evidentemente non basta.
  • Perché gli dite: “Spendiamo i soldi bene. Dona!”
    Sì, ma evidentemente non basta.
  • Perché siete affidabili?
    “Ė da tanti anni che esistiamo e siamo sempre stati seri!” Sì, ma evidentemente non basta.

Poi arrivano Chiara Ferragni e Fedez e in poche ore spazzano via tutte le nostre certezze. In 24 ore 3 miloni di euro, e non si fermano.
Come hanno fatto?

Sono affidabili? Direi di no… Hanno una buona reputazione? Insomma, non sono proprio amati da tutti. Hanno una storia di raccolta fondi di successo? Anche qui direi di no: pensate all’insuccesso della raccolta fondi fatta in occasione del loro matrimonio.

Allora perché la gente ha donato in modo così potente e veloce? Perché sono riusciti a fare quello che hanno fatto?
Difficile da spiegare con precisione, però due cose saltano all’occhio

  1. Sono stati veloci a cogliere quello che “credono” in questo momento gli italiani.
    E come dice il Melandri (non io, ma il protagonista del film Amici Miei): “Cos’è la genialità? Una idea per velocità di esecuzione”. In pratica, una grande idea lenta, non è geniale. Ė solo un’idea, ma non basta.
    Oggi noi, tutti, “crediamo che ci sia bisogno”. Ci credo io, e ci credono in tantissimi. La coppia ha intercettato in modo straordinario il bisogno di credere in quello in cui anche loro credono. Davanti a un caso come questo, uno dona perchè in quel momento "crede in quello che credi tu”. Ecco perchè la domanda da farsi sempre in un’azione di fundraising è sempre questa: Quanto sono capace di intercettare quello che i miei donatori credono?
  2. La coppia ha una potenza di fuoco che fa paura.
    Milioni e milioni di followers che li seguono. Ecco perché non bisogna raccogliere pubblico a casa vostra, ma ENTRARE nei posti dove c’è pubblico. Google (e tutti gli altri mezzi online) NON sono democratici. E i flussi di traffico non li stabiliamo noi. Ma è Google che li definisce. Quindi bisogna essere lì dove c’è folla.


Che fare ora? Copiare queste raccolte?
Non funzionerà. È ovvio. E io non posso dirvi quali sono le regole di azione in questa situazione, né come reagire, ma posso certamente dare un po' di indicazioni utili per evitare pericolosi scivoloni e, quantomeno, non fare diventare questa situazione un boomerang.

Certo il Coronavirus potrebbe anche devastare i risultati della raccolta fondi delle organizzazioni nonprofit nei prossimi mesi. Inutile negarlo. Lo abbiamo visto anche nel 2008. Molte nonprofit soffrirono a causa della crisi economica.

Ma l'impatto più dannoso del virus sarà quello che i fundraiser NON faranno per paura di fallire. Si faranno molto più male di quanto il virus farà loro. Se ci si rifiuta di agire sulla base della paura, il virus vincerà.

Ecco quindi il consiglio, (che ho trovato scritto, e riscritto in decine di blog in giro per la rete) più importante per la raccolta di fondi durante questa crisi: non cancellate le vostre attività di raccolta fondi!

La cancellazione è l'unico modo sicuro al 100% per danneggiare il fundraising. Sarà dura, ma se cancellate per paura è ancora peggio.

Ora non voglio essere irrealisticamente ottimista su questo. La pandemia da Coronavirus è una cosa seria, e mi rendo conto che danneggerà alcune organizzazioni almeno per questi motivi:

  • Se un Fundraiser contrae il virus potrebbe essere fuori servizio per un certo periodo. E questo di conseguenza può causare problemi reali alla raccolta fondi! Quindi rispettiamo tutti le indicazioni che ci vengono fornite.
  • Gli eventi di raccolta fondi saranno cancellati o avere un'affluenza molto inferiore al previsto.
  • Se vi affidate alla raccolta di fondi attraverso il Dialogo Diretto vedrete ovviamente delle interruzioni.
  • Potrebbe essere necessario posticipare le visite ai principali donatori.
  • Se contate sui ricavi di chi compra i biglietti (musei, teatri, ecc.) potreste assistere a un grave calo del budget.

Queste cose sono problemi reali che potrebbero danneggiare le entrate. Quindi non aggiungete un ulteriore problema: non cancellate le campagne di raccolta di fondi!

Uno dei possibili impatti più grandi e spaventosi di questo virus è la possibile recessione economica. Quanto sarà grave? Quanto durerà? Quanto sarà diffuso?

Domande spaventose. Le recessioni del passato hanno danneggiato i risultati della raccolta di fondi. Ma non è chiaro se sia stata la recessione stessa o la reazione della raccolta fondi a causarne i danni.

Durante la crisi finanziaria del 2008, i risultati della raccolta fondi sono calati per la prima volta dopo decenni. Ma il fatto è questo: molte organizzazioni hanno avuto un grande successo nella raccolta di fondi durante la recessione. Alcune per la verità sono cresciute rapidamente in quel periodo.

La differenza tra chi ha fatto bene e chi ha sofferto?
Quelli che hanno fatto bene: hanno continuato a raccogliere fondi. Quelli che hanno sofferto: hanno cancellato, per paura, ogni tipo di attività di raccolta fondi. Oggi, già oggi, potete scegliere che tipo di organizzazione sarete durante la crisi.

Un'altra riflessione sulla crisi sarà l'impatto che avrà sui vostri programmi e su coloro che servite. Per alcune organizzazioni, questo può essere estremamente importante.
Specialmente per organizzazioni come queste:

  • Organizzazioni sociali e di lotta alla povertà. Le persone povere e vulnerabili soffrono maggiormente del virus stesso mentre si diffonde. Potrebbe essere necessario adattare o ampliare i programmi. Fornire i vostri servizi potrebbe diventare più difficile e costoso. Ditelo ai donatori e chiedete!
  • Organizzazioni mediche e sanitarie. Sia che serviate direttamente in prima linea, sia che serviate persone con condizioni mediche che le rendono più vulnerabili al virus, avrete bisogno di apportare modifiche ai vostri programmi. Ditelo ai donatori e chiedete!
  • Organizzazioni artistiche e culturali. Potreste dover affrontare gravi cali di ricavi perché le persone non possono (o non vogliono più) partecipare ad eventi pubblici. Ditelo ai donatori e chiedete!

Lasciate che i vostri donatori siano eroi e vi aiutino a superare questo momento. Fate una raccolta di fondi dicendo con forza che state per affrontare un aumento dei costi e/o un calo delle entrate. Questo è uno di quei momenti in cui potete aiutare i vostri donatori a sentirsi davvero a proprio agio nel fare la differenza


E qualsiasi cosa facciate: non cancellate la raccolta di fondi!


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA