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Coronavirus e disabilità: servono provvedimenti urgenti

La richiesta arriva da Fish-Lazio, federazione italiana per il superamento dell'handicap, che sottolinea la necessità di adozione di urgenti provvedimenti, compatibilmente con le direttive stabilite dalle autorità sanitarie competenti, che tengano conto delle condizioni di non autonomia delle persone non collaboranti e non autosufficienti

di Redazione

Le persone con disabilità, in particolare quelle con patologie cronico-degenerative e complesse, con multimorbilità, con disturbi dello spettro autistico e del neurosviluppo con stati di immunidepressione congenita e, più in generale, tutte quelle che presentato un quadro clinico precario inclusi gli esiti da patologie oncologiche, sono maggiormente esposte sia ai rischi sanitari derivanti dall’epidemia da virus COVID 19 e dalle conseguenti ricadute sociali. Queste persone, proprio per la loro maggiore fragilità, necessitano di adeguata attenzione, nel rispetto dell’articolo 11 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Pertanto, sulla base delle segnalazioni pervenute, Fish-Lazio, federazione italiana per il superamento dell'handicap, sottolinea la necessità e l’urgenza di adozione di urgenti provvedimenti, compatibilmente con le direttive stabilite dalle autorità sanitarie competenti, che consentano alle persone con disabilità, alle loro famiglie e, più in generale al sistema dei servizi di affrontare la quotidianità.

Interventi di prevenzione sanitaria e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID– 2019.

In merito alle misure predisposte per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19 (DPCM 4 marzo 2020, D.L. 9 marzo 2020, n. 14, Ordinanza del Presidente Regione Lazio n. 3 del 6 marzo 2020) è indispensabile apprestare strumenti di tutela in modo particolare nei confronti delle persone con disabilità intellettivo relazionale non collaboranti e/o persone con disabilità non autosufficienti, in quanto presentano caratteri comportamentali e/o assistenziali per i quali risulta complesso garantire l’applicazione delle indicazioni di cui all’allegato 1 del DPCM 8 marzo 2020, attraverso:

• Adozione di disposizioni relative all’accoglienza delle persone con disabilità intellettivo relazionale non collaboranti e/o non autosufficienti riguardo alle indicazioni di cui all’art. 2, lettere p) e q) del DPCM 8 marzo 2020, in quanto necessitano di specifica assistenza costante e continuativa, fornita anche in presenza di caregiver che conoscono tali persone, prevedendo specifiche eccezioni nei confronti di familiari, caregiver, assistenti personali, prevedendo per questi ultimi le necessarie misure igienico-sanitarie da adottare.

• Predisposizione di specifici protocolli e procedure per affrontare i diversi livelli di infezione al virus delle persone con disabilità intellettivo relazionale non collaboranti e/o non autosufficienti. In modo particolare risultano complesse la somministrazione dei test per verificare la positività o negatività al COVID 19 (Tampone) per le persone con disabilità intellettivo relazionale non collaboranti, per le quali è necessaria la collaborazione dei familiari e/o di un caregiver di riferimento già conosciuto dalla persona stessa. In fase di accertamento delle condizioni di salute (e di eventuale periodo di isolamento in struttura) è necessario consentire la fruizione di spazi idonei allo svolgimento di attività di vita quotidiana e l’utilizzo di facilitatori e ausili/presidi/ortesi indispensabili allo scopo (di mobilità, comunicazione, ecc.) L’adozione della misura di isolamento sia in abitazione che in struttura sanitaria, nei confronti delle persone con disabilità intellettivo relazionale non collaboranti e/o non autosufficienti risulta complessa soprattutto in presenza della condizione di non essere in grado di compiere gli atti della vita quotidiana. In caso di isolamento domiciliare è indispensabile individuare figure assistenziali di riferimento per l’applicazione, su indicazione del personale sanitario, delle necessarie terapie per la gestione delle condizioni di salute e delle consuete attività di vita. Allo stesso tempo occorre approntare specifiche indicazioni e protocolli per gestire situazioni che necessitano di ricovero in strutture sanitarie esterne, in reparti di terapia intensiva o pre-intensiva, specie per persone non collaboranti. A tal fine si segnala la necessità di fare riferimento ai protocolli, come quelli che si stanno sperimentando con il “progetto Tobia” presso l’Azienda Ospedaliera S. Camillo – Forlanini di Roma, ed ai sanitari che su tali aspetti, avendo sviluppato una specifica competenza, possono fornire utili indicazioni operative a fronte di protocolli già sperimentati.

Particolari Fragilità sociali

•Il censimento di tali situazioni nei vari ambiti territoriali, in accordo con i competenti servizi sociali e sanitari, come indicato nella nota del 24 febbraio 2020 dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

•Il coordinamento fra gli enti locali con i servizi di protezione civile locali per la realizzazione di interventi emergenziali;

•La predisposizione di piani di emergenza assistenziale straordinari, prevedendo appositi accordi per la realizzazione di interventi domiciliari anche di 24 ore, anche nell’ambito delle unità speciali di cui all’art. 9, c. 2 del D.L. 9 marzo 2020, n. 14.

Si richiede particolare attenzione nei confronti delle persone con disabilità intellettive relazionale e/o non autosufficienti non in grado di compiere gli atti essenziali della vita quotidiana e che presentano una scarsa protezione della rete familiare, ovvero coloro che vivono soli in casa con l’assistente familiare e/o con familiari ultrasettantenni o con disabilità, e che non abbiano almeno due familiari fra quelli indicati dall’art. 433 del C.C. che abitano ad una distanza ragionevolmente raggiungibile. In presenza di tali situazioni si richiede:

Interventi a seguito della sospensione dell’attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado

La sospensione dell’attività didattica nei confronti delle persone con disabilità, in particolare con disabilità intellettivo relazionale, produce una condizione di importante disagio, in quanto incide sul processo di apprendimento anche riguardo la sfera dell’autonomia e della relazione. Oltre al disagio nei confronti delle famiglie. Pertanto è necessario come previsto dall’art. 9, c. 1 del D.L. 9 marzo 2020, n. 14:

• attivare la didattica a distanza avendo cura di fornire eventuali ausili didattici informatici per coloro hanno difficoltà relative alla mobilità personale, la sottotitolazione delle lezioni e/o presenza dell’assistente alla comunicazione. La complessità della didattica a distanza per le persone con disabilità intellettiva relazionale dovrebbe essere coadiuvata con la presenza dell’insegnante di sostegno e/o assistente specialistico. In caso non si ritenga adeguato il sistema della lezione a distanza, l’insegnante curriculare concorderà il programma da far svolgere al domicilio della persona con disabilità con l’insegnante di sostegno e/o dall’assistente specialistico e le misure di aiuto da parte dell’OEPA, garantendo la continuità didattica avviata possibilmente con le figure già impiegate. Dette figure non dovranno operare contemporaneamente, ma coordinarsi nelle attività di competenza.

Pertanto si richiede una immediata verifica da parte della Direzione Regionale Scolastica, in accordo con l’Assessorato Regionale alla Formazione e alla Scuola e dei Comuni delle rispettive figure professionali impiegate, siano esse dipendenti delle Amministrazioni, che in regime di convenzione, circa la possibilità per le stesse di svolgere attività a domicilio, valutando l’integrazione di ulteriori, compatibili con le esigenze educative individuali e con le indicazioni contenute nei PEI. Il tutto anche seguendo le indicazioni del 6 marzo 2020 proprio da parte della Regione Lazio, Scuola, Diritto allo Studio e Università: “Si invitano le Istituzioni scolastiche statali e paritarie secondarie, di secondo grado e le Istituzioni Formative del Lazio accreditate che svolgono attività di IeFP, entrambe affidatarie di progetti di integrazione scolastica, ad impegnare tutti gli operatori coinvolti nella organizzazione delle aule virtuali, con particolare riferimento al coinvolgimento degli allievi disabili, al fine di assicurare la continuità del processo di inclusione in corso. Si invitano, inoltre, le stesse – ove consentito dalle condizioni normative e sanitarie e dalle forme di contrattualizzazione in essere – a favorire la prestazione dell’attività di integrazione da parte dell’operatore anche eventualmente presso il domicilio dell’allievo/a che ne abbia necessità.”

Centri diurni di riabilitazione semi residenziali

Le attività dei centri diurni di riabilitazione rappresenta una risorsa fondamentale per le famiglie in cui è presente una persona con disabilità intellettive e relazionali non collaboranti, la cui chiusura comporterebbe seri problemi di gestione delle situazioni. Pertanto si invita a valutare:

•A cura delle ASL, la disponibilità o il diniego formale delle famiglie interessate a far continuare la partecipazione del famigliare alle attività del centro;

•Verificare che vi sia la disponibilità dell’ente gestore e le condizioni per un ragionevole rispetto delle condizioni igienico sanitarie indicate nell’allegato 1 del DPCM 8 marzo 2020, anche in considerazione di quanto previsto in termini di valutazione del rischio nei luoghi di lavoro;

•Costituzione delle unità speciali di cui all’art. 9, c. 2 del D.L. 9 marzo 2020, n. 14, coinvolgendo le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e gli enti che hanno in carico e che, pertanto, conoscono la persona, anche rimodulando transitoriamente la convenzione in atto;

•Predisporre piani riabilitativi domiciliari alternativi in favore delle persone che non frequenteranno i centri.

Gli interventi di cui sopra andrebbero adottati anche per le strutture semiresidenziali socioassistenziali ed i laboratori sociali. Attraverso tale modalità si consentirebbe il rispetto del progetto di vita della persona con disabilità ed il mantenimento dei livelli occupazionali degli organismi attualmente impegnati, rimodulando le attività e gli impegni economici assunti, prevedendo se necessario l’individuazione di ulteriori risorse per affrontare l’emergenza.

Misure per il lavoro a domicilio

Al fine di evitare gli spostamenti delle persone con disabilità e loro familiari impiegati negli enti locali regionali e comunali, o in regime di convenzione, così come previsto dall’art. 2 lettera r) appare opportuno adottare:

• Disposizioni urgenti per la realizzazione del lavoro a domicilio per tutte le persone con disabilità in condizione di gravità e/o immunodepresse, prevedendo nella fase transitoria procedure semplificate di utilizzo immediato di strumenti informatici anche personali, in assenza di autorizzazioni informatiche o configurazioni specifiche. Per le situazioni dove non è possibile il lavoro a domicilio la possibilità di astensione giustificata e retribuita dal lavoro;

• Prevedere la possibilità di realizzazione del lavoro a domicilio per i dipendenti non rientranti nelle professioni sanitarie delle amministrazioni regionali e comunali, famigliari conviventi di persone con disabilità rimasti a casa a causa della sospensione dell’attività didattica nelle scuole e con il maggior impegno assistenziale, per le modifiche di vita generato dall’emergenza sanitaria in atto.

La Federazione conferma tutta la disponibilità possibile nell’assicurare la più ampia collaborazione nel definire, diffondere ed attuare quanto riportato nel presente documento e quanto altro si riterrà necessario e utile porre in essere per offrire le tutele necessarie alle persone con disabilità in questo periodo di emergenza.

Foto UILDM


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