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Acri: disco verde al Fondo rotativo di garanzia per il Terzo settore

L'associazione delle fondazioni e delle casse di risparmio ha deliberato un plafond di 5 milioni di euro, che si aggiungo ai 35 stanziati sui territori dalle singole fondazioni. In tutto 40 milioni di euro destinati all’assistenza sanitaria e al sostegno degli Ets. Il vicepresidente Cavicchioli: «C’era bisogno di mettere in moto uno strumento operativo agile, in grado di essere operativo nel più breve tempo possibile, al di là delle normali rigidità dell’amministrazione pubblica»

di Redazione

Un intervento d’emergenza per sostenere i soggetti sociali nel pieno della crisi del coronavirus. Oggi pomeriggio il comitato esecutivo dell’Acri, l’ente associativo delle Fondazioni di origine bancaria, riunito in videoconferenza ha deliberato l’attivazione di un Fondo di garanzia rotativo a sostegno delle esigenze finanziarie delle organizzazioni di Terzo settore. Con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro, grazie a un effetto di leva finanziaria, il Fondo permetterà l’erogazione di alcune decine di milioni di euro di finanziamenti (rimborsabili in massimo 18 mesi), portando così liquidità a migliaia di organizzazioni. Per aumentare la capacità del Fondo, potranno poi aggiungersi ulteriori contribuzioni volontarie da parte di singole Fondazioni. Al Fondo di garanzia si affiancherà un Fondo di copertura di 500mila euro, che consentirà di abbattere, sino ad esaurimento, gli oneri finanziari del primo ciclo di erogazione del plafond. L’erogazione dei finanziamenti avverrà mediante il sistema bancario. Acri coordinerà l’operazione sul piano dell’interlocuzione con le rappresentanze del Terzo settore, della sottoscrizione degli accordi con gli istituti di credito, del richiamo dei contributi accantonati dalle Fondazioni, del monitoraggio dell’iniziativa e della rendicontazione periodica.

L’iniziativa si “appoggia” al Fondo Nazionale Iniziative Comuni. Come in passato (i terremoti dell’Aquila, dell’Emilia Romagna, del Centro Italia, l’alluvione in Sardegna, l’acqua alta a Venezia), l’intervento è ispirato a due criteri: l’orizzonte temporale che non guarda solo all’immediato, ma anche al post-emergenza, e i destinatari, che sono quelli con i quali le Fondazioni hanno stretti e consolidati rapporti di partnership e collaborazione.

«Tale intervento nasce dalla consapevolezza che, se per il mondo delle imprese il Governo sta mettendo a punto misure straordinarie di contenimento degli effetti collaterali dell’emergenza sanitaria, per il mondo del Terzo settore, in particolare dell’associazionismo, non sembrano disponibili misure adeguate a garantirne la continuità operativa», spiega l’Acri in una nota. «Questo è un momento drammatico per tutto il Paese, per il non profit, c’era bisogno di mettere in moto uno strumento operativo agile, in grado di essere operativo nel più breve tempo possibile, al di là delle normali rigidità dell’amministrazione pubblica», aggiunge a vita.it il vicepresidente di Acri (e presidente della Fondazione di Modena) Paolo Cavicchioli. «Abbiamo preso a modello», chiosa Cavicchioli, «il meccanismo che la Fondazione di Ascoli Piceno ha implementato sul suo territorio per rispondere al terremoto del Centro Italia e lo abbiamo fatto nel mezzo dell’emergenza dimostrando una reattività, come forse mai prima d’ora». Uno strumento agile e di sistema che si va a combinare con le altre iniziative già attivate sui territori dalle singole Fondazioni come quella di Cariplo nella martoriata Lombardia, che per contrastare l’emergenza Covid-19, hanno già stanziato complessivamente oltre 35 milioni di euro. In tutto quindi 40 milioni di euro destinati all’assistenza sanitaria e a sostenere gli Ets.


In foto il consiglio di Acri


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