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Antonella, «Il mio servizio civile al tempo del Coronavirus»

Volontaria con la Misericordia in provincia di Frosinone ha deciso di non fermarsi. Il 15 gennaio scorso aveva iniziato il suo impegno nel Scu «Se ognuno di noi fa un piccolo passo tutti insieme potremo vincere questa maratona» dice convinta

di Antonietta Nembri

Poteva fermarsi, ma non lo ha fatto. Lei è Antonella Fiore, 26 anni dal 15 gennaio scorso volontaria in servizio civile alla Misericordia di Monte San Giovanni in Campo (Frosinone) e come lei sono oltre mille i giovani del Scu e del servizio civile regionale della Toscana che hanno deciso di rimanere per aiutare chi ha più bisogno nelle confraternite italiane delle Misericordie . Con una circolare del 10 marzo, infatti, il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale aveva sospeso le attività fino al 3 aprile.

«Sono un’infermiera professionale e ho alle spalle nove anni come volontaria delle Misericordie», spiega Antonella «vista la mia professione sapevo di poter essere utile sia nel trasporto dei malati sia nell’assistenza che stiamo portando alle persone sole e anziane». E sono tanti quelli che incontra ogni giorno durante il suo turno di servizio. «Non solo persone sole, ma anche coppie di ultrasettantenni che hanno bisogno di chi porta loro dei farmaci o anche solo la spesa».

Timore di contagiarsi? «Certo un poco di paura c’è, ma siamo tutti dotati di Dpi (dispositivi di protezione individuale) e questo rassicura». A sostenere Antonella anche il fatto che in molti siano rimasti operativi tra i suoi colleghi in servizio civile «sette su otto». Tra le attività portate avanti dai volontari delle Misericordie vi sono la consegna della spesa o di medicinali, il ritiro delle ricette dai medici di famiglia e molto altro, seguendo le necessità dei vari territori dove sono impiegati. «Diamo anche un supporto che non è psicologico, visto che nessuno di noi è uno psicologo, ma diciamo che è un modo per fare compagnia» spiega Antonella. «Le persone che incontriamo hanno paura, si sentono sole e si chiudono in casa. Poi ascoltano la televisione e si sentono sempre più abbandonate. Noi cerchiamo di rassicurarle e aiutarle».

Il clima in queste ultime settimane tra i volontari è cambiato «non c’è più la spensieratezza dei primi giorni di servizio, oggi praticamente indossiamo la mascherina h24, abbiamo dovuto riorganizzare gli spazi e adottare il distanziamento sociale. Ma insieme ci sosteniamo a vicenda». Antonella è sempre più convinta della validità della scelta di continuare il suo servizio di aiuto con le Misericordie «se ognuno di noi fa un piccolo passo, tutti insieme riusciamo a vincere questa maratona», dice convinta.

Come riflettendo a voce alta Antonella, prima di iniziare il suo turno, osserva: «Sicuramente quello che sta accadendo ci cambierà, per tanti motivi. A cominciare dal fatto che questa forzata lontananza dagli altri ci porterà a riscoprire noi stessi e ci aiuterà a essere più forti ad apprezzare di più le piccole cose e soprattutto, a livello generale, farà riscoprire il valore del volontariato».


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