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Roti (McDonald): «Fondazioni filantropiche? Ora interventi agili e immediati»

«Colgo con favore l’invito della collega (di settore) Carola Carazzone, segretario generale di Assifero, a proseguire il dibattito sul suo interessante intervento» scrive il direttore generale di Fondazione Ronald McDonald Italia, «passiamo dalla logica di bandi e progetti ad un sistema di erogazione immediato e fiduciario. La credibilità delle organizzazioni che chiedono aiuto, l’ha fatta la loro storia e i risultati ottenuti»

di Maria Chiara Roti

Colgo con favore l’invito della collega (di settore) Carola Carazzone, segretario generale di Assifero, a proseguire il dibattito sul suo interessante intervento edito da Vita, in cui si interrogava sul ruolo delle fondazioni filantropiche in questa emergenza.

Siamo in una crisi senza precedenti di sistema e il terzo settore è chiamato in causa, il terzo (dopo lo stato e l’impresa) ha e deve avere la possibilità di giocare un ruolo primario.

La sanità ci offre un esempio di dedizione professionalità forza e compassione straordinario, ma anche gli operatori sono in campo e non si sono tirati indietro.

Penso al Progetto Arca in questi giorni in strada a Milano che distribuisce ai senza tetto pasti e kit di igiene (le docce pubbliche sono chiuse), per cui ci si trova nell’ossimoro di “state a casa” per chi non ha casa. Penso a Croce Rossa, Emergency, Medici senza Frontiere che si mettono in campo e offrono il loro servizio di cura, anche rivoluzionando il concetto di cooperazione: la frontiera e’ diventata la nostra città. E penso anceh alle Case Ronald di Fondazione Mc Donald Italia: rimangono aperte e continuano la cura e il supporto a famiglie e bambini oncologici ricoverati negli ospedali pediatrici.

Cosa possiamo chiedere dunque oggi, come operatori, alle fondazioni filantropiche di sistema?
Chiediamo, come già molte stanno facendo, di passare da una logica di bando e progetto a un sistema di erogazione veloce, immediato, fiduciario. La credibilità delle organizzazioni che chiedono aiuto, l’ha fatta la loro storia e i risultati ottenuti, ora è il momento di dare iniezione di fiducia e di denaro per continuare a operare in emergenza. Proprio come in Europa fa da molto tempo il sistema Echo, per cui si eroga in emergenza sull’accreditamento rigoroso, sulla due diligence avvenute ex ante.

Il finanziatore può e deve continuare a ragionare con l’ente beneficiario e le reti in un sistema osmotico di idee, riposte e interventi, ma ora deve essere più veloce. La prova del nove sarà proprio la valutazione di impatto, la rendicontazione, la qualità degli interventi nel medio tempo, il cambiamento atteso nel lungo periodo. Stanno agendo ora con grande tempestività la Fondazione di comunità bresciana e la Fondazione Comunità di Milano.

Condivido con il Segretario di Assifero anche il bisogno che il terzo settore ha di creare una infrastruttura più solida: Cariplo ci ha aperto la strada (e la mente) con il bando Capacity Building che ha permesso a molte organizzazioni di rafforzare la tecnologia la struttura e la formazione. un esempio è l'impresa sociale Con i Bambini che innova: ha spinto le reti e insegnato a molti cosa è il monitoraggio, la valutazione di impatto. Invito altri soggetti a seguire queste strade e a creare bandi di finanziamento di struttura non solo di intervento.

In conclusione due note. Auspicavo che anche nel Decreto Cura Italia ci sarebbero stati interventi forti per il terzo settore: ho visto slittamento di date, sostegno al lavoro ma nessun intervento specifico, ad esempio aumento del plafond del 5per mille, aumento dei giovani in servizio civile universale (che avevano subito un taglio non da poco). Penso anche con preoccupazione alle imprese sociali, che hanno investito e scommesso : idee, risorse e i cui lavoratori sono spesso i beneficiari della impresa stessa, questo stop di alcuni mesi rischia di metterle in ginocchio. Cito, come esempio luminoso, la Locanda dei Buoni e dei Cattivi di Cagliari.

Infine le imprese, i grandi gruppi, i grandi patrimoni che stanno erogando e iniettando milioni di euro alle comunità che soffrono con un focus sulla sanità. Ne sono grata, come cittadina, e ammirata e mi porta ancora più a pensare che la distinzione tra profit e non profit sia ormai scomparsa. Di queste grandi erogazioni, invito il sistema ricevente che sia pubblico, la sanità, o il privato sociale che le riceve a fare sì interventi immediati, ma anche a creare cuscinetti e riserve di fondi per gli interventi ex post di questa emergenza. Come non ci immaginavamo l’oggi è difficile capire il domani, ma già sospettiamo il contraccolpo sulla società più fragile (bambini, anziani, senza dimora, famiglie in povertà, operatori sanitari in burn-out ) sia forte e dobbiamo avere la capacità di rispondere anche a questa chiamata, la cui voce sarà più debole, frammentata, inascoltata, ma altrettanto importante.


Di questo e altri temi ne parlerà anche il webinar di Mapping Change (il prossimo sarà mercoledì 25)
*Maria Chiara Roti è direttore generale di Fondazione Ronald McDonald Italia


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