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Informare per ricostruire: 20 buone idee e 50 buone pratiche sul numero gratuito di VITA magazine

Come è nato e cosa trovate nel numero speciale di VITA che potete scaricare gratuitamente in digitale. Siamo convinti che fare informazione e soprattutto fare questo tipo di informazione generi conoscenza, coscienza, scambio e connessioni che sono la base della ricostruzione del nostro tessuto sociale. In questo momento l’informazione sociale e civile costituisce un bene comune imprescindibile, che va messo alla portata di tutti

di Redazione

Se ci preoccupiamo solo di difenderci dal contagio del virus i conti non torneranno nemmeno cessato l’allarme. No, non vogliamo tornare alla vita di prima: è proprio in questo momento di profonda incertezza e inquietudine che abbiamo l’opportunità e il tempo di costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso e di migliore. È con questo spirito che abbiamo costruito l’ultimo numero di VITA ed è figlio di questo spirito la scelta di distribuirlo gratuitamente (le indicazioni in coda). Siamo convinti che fare informazione e soprattutto fare questo tipo di informazione generi conoscenza, coscienza, scambio e connessioni che sono la base della ricostruzione del nostro tessuto sociale. In questo momento l’informazione sociale e civile costituisce un bene comune imprescindibile, che va messo alla portata di tutti.

Un numero, corposo, di 92 pagine costruito grazie ai preziosi contributi di tanti preziosi osservatori del sociale e del Terzo settore. I nomi? Stefano Zamagni, che firma l’editoriale Giorgio Gori, Marco Bollani, che intervengono nel capitolo uno (“La sfida del coronavirus alla comunità della cura”). Ma anche Riccardo Luna, che intervistato da Riccardo Bonacina chiosa il capitolo 2 quello dedicato a 50 buone pratiche di resistenza sociale al contagio (“Le risposte della società civile”). E poi Pietro Piro, Piero Vereni, Elena Granata, Antonio Gaudioso, Sergio Gatti, Stefano Granata, Aldo Bonomi, Alessandra Smerilli, Marcello Esposito, Alberto Pellai, Paolo Venturi, Giovanna Melandri, Flaviano Zandonai, Silvano Petrosino, Doriano Zurlo, Franco Arminio, Luca De Biase, Giovanni Biondi, Massimo Iiritano, Anna Detheridge.

Ad ognuno di loro abbiamo lanciato una sfida: prendere una parola e ricostruirne il significato, partendo da un assunto condiviso: la pandemia del Covid 19 segnerà uno spartiacque anche semantico rispetto al valore e al senso delle parole chiave del nostro tempo.

«No. Non voglio ritornare alla “vita di PRIMA”. Voglio una vita nuova, per me e per tutte le genti che sono oppresse, che sono nel dubbio, che sono sfruttate, che non hanno un impiego, che vivono delle briciole di un capitalismo disumano. Per tutti quei bambini che non hanno famiglia, per chi vive per strada, per chi abita nei tuguri», ragiona il filosofo e saggista Pietro Piro. «Il DOPO arriverà quando prenderemo
i frammenti delle nostre ritualità
e le avremo ricomposte in nuove forme, che non sappiamo ora immaginare», gli replica l’antropologo Pietro Vereni.

Della CITTA’ che verrà scrive invece l’urbanista Elena Granata nella sua lettera aperta agli studenti. Il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso ragiona sui nuovi modelli di CITTADINANZA, mentre il direttore generale di Federcasse Sergio Gatti mette a fuoco il concetto del CONDIVIDERE nei sistemi economici e finanziari. Stefano Granata alle prese con un altro verbo chiave, COOPERARE, è molto chiaro: «Questa situazione ci sta dando una chiave d’accesso nuova alla realtà, ma dobbiamo sviluppare la capacità condivisa di interagire con questo sistema, con l’apertura necessaria a scalzare una volta per tutte quell’autoreferenzialità elitaria e profetica che ha impedito finora al Terzo settore – e all’impresa sociale in particolare – di entrare nel mainstream».

La serie poi continua con CURA (Aldo Bonomi), ECONOMIA (Alessandra Smerilli), EUROPA (Marcello Esposito), FAMIGLIA (Alberto Pellai), FIDUCIA (Paolo Venturi), IMPATTO (Giovanna Melandri), INNOVAZIONE (Flaviano Zandonai), LIBERTA’ (Silvano Petrosino), PAROLA (Doriano Zurlo), PAURA (Franco Arminio), RETE (Luca De Biase), SCUOLA (Giovanni Biondi), SPERANZA (Massimo IIritano), STANZA (Anna Detheridge)


Immagine di apertura: “La vita delle nuvole”: in tempi di quarantena l’artista Andrea Bianconi ha realizzato questo murales nel suo studio con la figlia Ancilla


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