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La Caritas di Napoli: «Coronavirus, andiamo avanti grazie al nostro esercito di volontari»

La situazione è drammatica in tutta Italia. Ma in alcune zone del Sud Italia dove il lavoro sommerso è la quotidianità, letteralmente non ci sono i soldi per “mettere il piatto a tavola”. «La platea di persone che si rivolge a noi», dice don Vincenzo Cozzolino, direttore della Caritas di Napoli, «è aumentata molto. Troppi stanno scivolando verso il basso: chi lavorava a settimana, chi a nero, chi faceva il cameriere e si potrebbero fare mille altri esempi ancora. Queste persone qui che entrate economiche hanno per fare la spesa? Nessuna»

di Anna Spena

La situazione è drammatica in tutta Italia. Ma in alcune zone del Sud Italia dove il lavoro in nero è la quotidianità, letteralmente non ci sono i soldi per “mettere il piatto a tavola”. E mentre prende piede l’idea di un Reddito di emergenza per aiutare gli esclusi da altre misure di sostegno, la situazione rimane tragica.

«La platea di persone che si rivolge a noi», dice don Vincenzo Cozzolino, direttore della Caritas Diocesana di Napoli, «è aumentata molto. A chi già si trovava in una situazione di fragilità si aggiungono altri fratelli e sorelle che sono scivolati verso il basso: chi lavorava a settimana, chi a nero, chi faceva il cameriere e si potrebbero fare mille altri esempi ancora. Queste persone qui che entrate hanno? Nessuna». E se non hai nessuna entrata non mangi.

Oltre 2 milioni di euro dei 10 milioni messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana sono stati subito utilizzati dalle 218 Caritas diocesane per interventi di prima emergenza. La Presidenza ha poi deciso di destinare subito altri 4 milioni di euro per le attività delle Caritas diocesane che sono state maggiormente colpite dalla pandemia. Tutte le Caritas segnalano un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50%, nelle varie forme in cui sono stati rimodulati i servizi: pasti da asporto, pacchi a domicilio, empori, buoni spesa.

«A Napoli», continua Cozzolino, «abbiamo cinque comunità di accoglienza, una casa per malati di Aids, una casa per mamme in difficoltà, un dormitorio e un centro diurno. Abbiamo anche 20 mense, oggi ne riusciamo a tenere aperte 14. Sono 2500 le persone che ogni giorno si rivolgono a noi. Poi c'è il servizio serale per i senza fissa dimora, consegniamo ogni sera 3500 tra cestini alimentari e pasti».

Ma tutto questo è possibile solo grazie all’impegno dei volontari: «Sono un esercito», dice Gozzolino. «Abbiamo un esercito di volontari che ruota attorno al mondo della carità, non solo della Caritas. In questi giorni ci si arrangia molto, a Napoli ci sono piccoli segnali. Ora si sono inventati la spesa solidale, chi può lascia qualcosa a chi non ha niente. Però anche questi sono interventi emergenziali, da pronto soccorso. Serve più attenzione ai fragili».


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