Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Quanti decessi in più ha provocato il coronavirus in Italia?

Un’analisi condotta dall'Istituto Cattaneo sulle anagrafiche di 1000 comuni tra il 21 febbraio e 21 marzo rispetto ai 5 anni precedenti ha mostrato che nel periodo considerato si è verificato un notevole aumento del numero dei decessi che può essere attribuito solo all’intervento di una causa esterna, appunto il Covid-19. A Milano il 76% di morti in più

di Redazione

Un’analisi condotta dall'Istituto Cattaneo ha mostrato che nel periodo considerato si è verificato un aumento del numero dei decessi che può essere attribuito solo all’intervento di una causa esterna, appunto il Covid-19. La crescita è molto consistente e appare superiore a quanto rilevabile dai dati fin qui resi noti dalla Protezione Civile. Infatti al 21 marzo 2020 in Italia i pazienti deceduti positivi al Covid-19 erano 4.825, ma la differenza, rilevata dalla nostra analisi, tra i decessi nel 2020 e la media dei decessi nel periodo 2015-2019, per il periodo che va dal 21 febbraio al 21 marzo, era già 8.740. E questo valore fa riferimento a un campioneche include solo mille degli oltre 8 mila comuni italiani, equivalenti a 12,3 milioni di abitanti su un totale di 60,4 milioni. Anche sotto un assunto di massima prudenza, in base al quale nei rimanenti 7 mila comuni non dovessero rivelarsi scostamenti rispetto alla mortalità media degli anni precedenti, il numero di decessi riconducibili a Coronavirus in Italia risulta comunque il doppio di quello a cui si arriva sulla base dei numeri relativi ai pazienti deceduti positivi al test per Covid-19, comunicati dalla Protezione Civile. È plausibile, quindi, che i decessi aggiuntivi non attribuiti a Covid-19 riguardino persone decedute in casa, e sulle quali non è stato eseguito il test di positività.

La variazione nella mortalità tra la media del quinquennio 2015-2019 e il 2020 cresce passando dalle regioni meridionali a quelle settentrionali. In Lombardia il numero di morti nel periodo considerato è stato più che doppio rispetto allo stesso periodo nei cinque anni precedenti. In Emilia-Romagna la crescita è stata superiore al 75%, mentre in Trentino-Alto Adige e in Pie-monte è stata comunque superiore al 50%. Tuttavia anche le regioni del Sud e Isole mostrano variazioni tutt’altro che trascurabili. La variazione percentuale del numero di morti rispetto allo stesso periodo del quinquennio precedente nel Sud e Isole è stata del 40,2%, un valore pari a quello del Veneto, e superiore al 35% registrato dalla Liguria.

Oggi Giovedì 2 aprile, in aggiunta, l’assessora ai Servizi civili del Comune Roberta Cocco ha fornito due dati interessanti. Complessivamente, nel trimestre gennaio-marzo i deceduti milanesi sono stati 4.459 nel 2020, 3.888 nel 2019 e 3.929 nel 2018: la crescita, tra il 2019 e il 2020, è +14.7%. Il dato diventa significativamente più alto se si osserva il solo mese di marzo: quest’anno i morti sono stati 2.155 — quasi la metà dell’intero trimestre gennaio-marzo, il 76,1% in più di un anno fa e il 78,7% in più di due anni fa.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA