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Come è cambiato il rapporto con i detenuti a causa del virus

Patrizia Colombo, referente Centro Stampa Progetto Homo Faber nel Carcere di Como, racconta dei 25 ragazzi che frequentano il percorso professionale per diventare grafici in queste settimane di quarantena. L'intervista a cura del gruppo di lavoro Zoe

di Giovanni Maria Capetta

Come è cambiato il rapporto con i detenuti? Lo abbiamo chiesto a Patrizia Colombo, referente Centro Stampa Progetto Homo Faber nel Carcere di Como, che da quindici anni lavora con i detenuti. Oggi i “suoi ragazzi” come li chiama affettuosamente sono 25 e nel percorso professionale per diventare grafici tre volte a settimana si dipana un’esperienza formativa e di spiritualità alla ricerca del senso della vita. Un’esperienza che si è mantenuta anche in questo tempo di quarantena e di distanza.


Zoe è un gruppo di lavoro che da anni collabora per la realizzazione di format televisivi. In questo momento difficile, ha deciso autonomamente di produrre dei contenuti video utilizzando le piattaforme di comunicazione che il lockdown consente. L’obiettivo è quello di risultare utili, fornendo un piccolo contributo ad una corretta informazione e dando voce a tutti coloro che possano aiutarci ad interpretare questa crisi epocale. VITA è lieta di poter ospitare il loro prezioso lavoro.


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