Politica & Istituzioni

La società civile alla politica: non ci sarà Welfare e ritessitura sociale senza di noi

Sentiamo il dovere di intervenire perché i corpi intermedi che costituiscono il capitale sociale italiano siano al più presto coinvolti in un grande lavoro presa in carico delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla crisi. Chiediamo come società civile di essere coinvolti nel presidio e nella rinascita dei tessuti sociali stravolti. Al Governo si chiede di essere da subito interlocutori ai tavoli dove si discute la FASE 2, si chiede che i corpi intermedi del sociale abbiano voce per il loro sapere sociale e le loro pratiche di prossimità necessarie a qualsiasi ipotesi di ripresa. Tutte le firme

di Redazione

Mai come in questa terribile congiuntura siamo chiamati a diventare consapevoli di questa reciprocità che sta alla base dellanostra vita. Accorgendosi che ogni vita è vita comune,è vita gli uni degli altri, degli uni dagli altri. Le risorse di una comunità che si rifiuta di considerare la vita umana solo un fatto biologico, sono un bene prezioso, che accompagna responsabilmente anche tutte le necessarie attività della cura.

(Nota sull'emergenza da Covid-19 della Pontificia Accademia per la Vita, 30 marzo 2020)

Come società civile sentiamo il dovere di intervenire perché i corpi intermedi che costituiscono il capitale sociale italiano siano al più presto coinvolti in un grande lavoro di caring,di presa in carico delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla crisi. Viviamo uno sconvolgimento degli stili di vita democratici senza precedenti, uno shock che chiede visione per affrontare non solo l’uscita da esso,ma anche e soprattutto ricostruzione dei legami sociali e il rilancio di una migliore economia a misura d’uomo2, un’economia civile3, che abbia a cuore la centralità della persona, dei territori ed un’attenzione costante all'ambiente e alla crisi climatica. I rischi di una mancanza di visione sono già intellegibili: da un lato lo sfaldamento dell’Europa non-unita, che ricorrendo e rincorrendo pratiche insostenibili di austerity consentirà alle forze populiste di cogliere l’occasione dell’emergenza sanitaria per avanzare e dettare le proprie regole contro i legami solidali degli uomini e delle donne del mondo e la loro libertà; dall’altro il rischio che la criminalità organizzata aggredisca diverse aree del nostro Paese, soprattutto dove essa è già collocata come corpo intermedio antagonista allo Stato, rispondendo per prima ai bisogni improvvisi ed urgenti di coloro che già prima dell’arrivo del Covid-19 vivevano una condizione di pre-crisi, di precarietà economica e sociale, e che oggi sono immediatamente caduti nel ricatto dell’usura.

Uno stesso rischio con due facce: l’Europa che rischia di tardare a dare riposte comunitarie alle crisi nazionali dei paesi colpiti dal CoronaVirus, l’Italia che con i suoi aiuti sociali innestati nell’apparato burocratico esistente rischia di perdere la competizione con le reti della criminalità organizzata.

Chiediamo come società civile italiana di essere coinvolti nel presidio e nella rinascita dei tessuti sociali stravolti.

Al Governo si chiede di essere da subito interlocutori ai tavoli dove si discute la FASE 2, si chiede che i corpi intermedi del sociale abbiano voce per il loro sapere sociale e le loro pratiche di prossimità necessarie a qualsiasi ipotesi di ripresa.

Chiediamo al Governo di riconoscere un ruolo ai presìdi locali del nostro Capitale Sociale attivando in tutti i Comuni percorsi personalizzati, familiari e territoriali, percorsi in cui il Terzo Settore venga coinvolto nella progettazione sociale territoriale attraverso piani strategici territoriali e misure personalizzate.

La crisi si annuncia tale che non basterà la semplice distribuzione di beni materiali affidata al Terzo Settore, occorrerà parlare di riconversione e ricostruzione delle nostre economie globali e locali. Riprendiamo oggi il cammino di quel dialogo proficuo tra laici e cattolici che ha portato alla vera e indiscussa riforma del nostro Stato Sociale, l’Istituzione del Servizio sanitario Nazionale, la Legge 833 del 1978. Un servizio che quel Legislatore aveva centrato nel rapporto tra salute e territorioe la cui lenta e colpevole implosione è stata smascherata dalla attuale emergenza in cui il rapporto tra salute e territorio è tornato ad essere centrato sul paradigma centralizzato dell’ospedale, trascurando le cure domiciliari e i presidi territoriali di presa in carico.

Oggi viviamo una nuova occasione per far ripartire quel dialogo. È una nuova occasione perché l’Italia ricorra al suo senso di comunità nazionale, correggendo a livello nazionale la disuguaglianza dei regionalismi, e facendo affidamento all’architrave della sua sussidiarietà, la vicinanza del Terzo Settore ai bisogni delle persone e dei territori.

Nella Fase 2, e fin da ora,ci aspettiamo di essere convocati per il bene dell’Italia a collaborare con le politiche pubbliche ed avere così la possibilità di presentare proposte operative.

Firmatari

Reti nazionali

Angelo Righetti, Fondatore della Rete di Economia Sociale Internazionale

Angelo Moretti, Presidente Rete Economia Sociale Internazionale e Presidente Consorzio Sale della Terra

Alberta Basaglia e Maria Grazia Giannichedda, Fondazione Franco e Franca Basaglia

Andrea Morniroli, Forum delle Disuguaglianze e delle Diversità

Antonio Corbari, Presidente AIAB , Associazione Italiana Agricoltura Biologica

Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud e Presidente Impresa Sociale con i Bambini

Carlo Borzaga, Presidente Euricse

Don Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana

Don Marcello Cozzi, Presidente Fondazione Nazionale Interesse Uomo, Onlus di Potenza

Don Virginio Colmegna, Presidente Fondazione Casa della Carità

Enzo Costa, Presidente nazionale Auser

Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola

Ernesto Preziosi, Presidente Argomenti2000

Gabriella Raschi, Presidente nazionale Gruppi di Volontariato Vincenziano – AIC Italia

Giovanna Del Giudice, Presidente Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia

Giovanni Battista Costa e Leonardo Becchetti, NEXT Nuova Economia per Tutti

Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Gisella Trincas, Presidente UNASAM

Giulio Santagata, Rete di Economia Sociale Internazionale

Ivan Stomeo, Presidente Fondazione Futurae Onlus

Luciano Carrino, Presidente Kip School International

Luigi Scarola, Centro per l'Economia Sociale-Nomisma

Luigino Bruni ed Elena Granata, Scuola di Economia Civile

Maria Grazia Guida, Presidente Associazione Amici Casa della Carità

Matteo Truffelli, Presidente Azione Cattolica Italiana

Patrizio Gonnella, Presidente Associazione “Antigone”

Pietro Vittorio Barbieri, Membro del Comitato Economico e Sociale Europeo, Bruxelles, Belgio

Riccardo Bonacina, Fondatore e Coordinatore editoriale di Vita

Riccardo De Facci, Marina Galati, Caterina Pozzi, Presidenza CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza

Roberto Rossini, Presidente ACLI

Rosanna Mazzìa, Presidente Associazione Borghi Autentici di Italia

Salvatore Cacciola, Presidente BioAS, Associazione Nazionale Bioagricoltura Sociale

Sindaci della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome

Stefano Ciafani, Presidente Legambiente Onlus

Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

Vito D'Anza, portavoce nazionale del Forum Salute Mentale

Reti locali

Alessandro Sirolli, Presidente 180Amici L’Aquila

Angela Natoli, Coordinatore per la rete sociale e la progettazione della Società Cooperativa sociale Libera..mente, Palermo

Antonio D’Alessandro, Presidente del Consorzio Parsec

Antonio Sanfrancesco, Presidente Società Cooperativa Sociale FILEF Basilicata

Aloisa Moncada di Paternò, vice Presidente dell'Associazione “Palermo Mediterranean Gateway, rigenerazione sociale”

Cesarino Zago, già Direttore del Distretto sanitario 1 di Trieste

Cristina Netto, del Gruppo di ricerca e scientifico sui Budget di Salute di Angelo Righetti

don Giacomo Panizza, fondatore “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme

don Mauro Frasi, Responsabile Casa Famiglia Caritas del gruppo Reti della Carità

don Nicola De Blasio, Direttore Caritas Diocesana di Benevento

don Paolo Luigi Zuttion, Presidente Associazione di Solidarietà Internazionale Jobel Onlus

Elena De Filippo, Presidente Cooperativa Sociale Dedalus

Franco Rotelli, Psichiatra già Presidente Commissione Sanità del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia L

Gaetano Giunta, Segretario generale Fondazione Comunità di Messina

Gianni Tognoni, Dipartimento di Rianimazione ed Emergenza, Università di Milano

Giorgio Marcello, Sabina Licursi, Emanuela Pascuzzi, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università degli Studi della Calabria

Giovanni De Plato, Psichiatra

Giuseppe La Rocca, Direttore Fondazione di Comunità di Agrigento e Trapani

Leandro Limoccia, Presidente Collegamento Campano Contro le Camorre

Lidia De Sanctis, Associazione “Volontariato Giuseppe Tedeschi” Campobasso

Livia Zaccagnini, Operatrice culturale

Luciana Delle Donne, Ceo Fondeur “Made in Carcere”

Marco Gargiulo, Consigliere Fondazione “Ebbene”

Maurizio Bonati, Responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica, Istituto di Ricerche Mario Negri, Milano

Michele Petraroia, Presidente ANPI Basilicata

Paola Capoleva, Presidente del CSV Lazio

Pietro Pellegrini, Direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche

Ausl di Parma

Salvatore Soresi, già professore ordinario presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata Università degli Studi di Padova

Simmaco Perillo, Presidente Consorzio Nuova Cucina Organizzata (NCO)

suor Aurelia Raimo, Responsabile dell’Ufficio di Progettazione e Sviluppo per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice della Provincia dell’Italia Meridionale (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata), Malta e Albania.

suor Maria Rosaria Tagliaferri, Provinciale per l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane di Don Bosco) Italia Meridionale (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata), Malta e Albania


2 V. il Manifesto di Symbola per una Economia a Misura d’Uomo

3 V. Appello della Scuola di Economia Civile “E’ tempo di una nuova responsabilità di Impresa


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