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Tutti i progetti di Fondazione Arché durante l’emergenza Coronavirus

«Svolgiamo», dicono dalla Fondazione, «un monitoraggio continuo dei bisogni sia presso le strutture ospedaliere con cui collaboriamo sia presso le comunità e le famiglie assistite, per raccogliere i bisogni e per progettare di conseguenza azioni di supporto specifiche. In questo momento, per poter svolgere in modo corretto le nostre attività, abbiamo l’urgente necessità di reperire dispositivi di protezione individuale, beni per la prima infanzia e prodotti alimentari freschi»

di Redazione

La pandemia in corso sta influendo in maniera incisiva sulla popolazione italiana, specialmente sui tessuti sociali più vulnerabili e sulle famiglie in situazioni di maggiore fragilità. Il semi-isolamento forzato provoca l’emersione di nuove necessità e l’accelerazione dei bisogni precedenti e gli stessi territori cittadini esprimono urgenze che siamo chiamati ad ascoltare e, quando possiamo, ad affrontare. Fondazione Arché ha avvitao una raccolta fondi per rispondere a questi nuovi bisogni e nuove difficoltà.

La risposta di Fondazione Arché all’emergenza Covid-19 si articola in due aree principali: ha messo a disposizione dei Servizi Sociali del Territorio della Città Metropolitana alcuni monolocali della nuova Corte di Quarto per accogliere sia persone che hanno bisogno di isolamento e non hanno dove stare, sia i medici dell’ospedale Sacco. E hanno attivato un servizio di monitoraggio continuo delle famiglie in situazioni critiche sia per l’infezione, ma anche e soprattutto per la perdita del lavoro e con conseguenti bisogni economici urgenti.

Per quanto concerne l'accoglienza in comunità la Fondazione ha adeguato le norme sociosanitarie imposte per educatori e utenti, attuato un piano di attività ludiche e laboratoriali per i bambini ospiti, anche con il supporto di stimoli da volontari in remoto, grazie anche ai tablet donatici dall’associazione “Handicap su la testa, organizzatoun incontro di formazione sanitaria e momenti di riflessione per le donne ospitate e attivato canali di donazioni di beni alimentari e non per far fronte all’emergenza. Ad oggi ha ricevuto 2,5 tonnellate di alimenti grazie a “Illuminiamo le Tavole” di Quartieri Tranquilli e Enel, materiali igienico sanitari da Fondazione Francesca Rava, acqua e bibite da Coca Cola HBC.

In ospedale invece ha preso in carico a distanza mamme in gravidanza o neogenitori con fragilità socio-economica e/o psicologica segnalati dagli ospedali o dai servizi del territorio (servizi sociali, consultori, altri enti di supporto alla famiglia) e organizzato colloqui di supporto delle operatrici di Arché, finalizzati a mitigare le paure, a mettere le donne in relazione con i servizi presenti sul territorio, a prevenire eventuali violenze domestiche e a rispondere ai bisogni più immediati.

Per il sostegno alle famiglie insieme all'affiancamento telefonico, per confronto, aiuto nei compiti, laboratori a distanza e relazione con genitori in risposta ai bisogni emersi e emergenti e in ottica di prevenzione di violenza domestica, si pone come punto di mediazione tra scuola e alunni per il proseguimento delle attività di apprendimento, facilità le relazioni tra le famiglie più vulnerabili e le reti del territorio​ e supporta al telefono le famiglie per la compilazione di domande di sostegno al reddito anche attraverso la rete di Milano Aiuta (020202) o per riorientamento nei servizi attivi nel territorio milanese.

Per l'housing sociale la fondazione ha messo a disposizione due posti letto di un appartamento della Corte di Quarto per personale sanitario dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, in più alcuni monolocali della nuova Corte di Quarto per accogliere donne con figli o persone che hanno bisogno di isolamento e non hanno dove stare​, intensificando i colloqui telefonici a sostituzione delle visite domiciliari, con gli inquilini degli appartamenti in housing sociale. Inoltre facilità l'erogazone settimanali a domicilio del Banco Alimentare mediante QuBi.

Ma la fondazione lancia anche un appello: «Svolgiamo un monitoraggio continuo dei bisogni sia presso le strutture ospedaliere con cui collaboriamo sia presso le comunità e le famiglie assistite, per raccogliere i bisogni (che si modificano giorno per giorno) e per progettare di conseguenza azioni di supporto specifiche. In questo momento, per poter svolgere in modo corretto le nostre attività, abbiamo l’urgente necessità di: reperire dispositivi di protezione individuale, in particolare mascherine, guanti e disinfettanti per la persona e per gli ambienti, da mettere a disposizione degli operatori delle comunità e per le famiglie assistite. Reperire beni per la prima infanzia (pannolini, latte in polvere, pappe,…) e di farmaci da banco. Reperire tablet o computer portatili per far seguire le lezioni in via telematica ai bambini accolti nelle comunità e presso le famiglie assistite in particolare a Milano e nella pediatria dell’ospedale Luigi Sacco. Garantire l’approvvigionamento di prodotti alimentari freschi e il reperimento di volontari per la consegna alle famiglie assistite sull’area di Milano e Roma. Stiamo inoltre definendo con gli ospedali nuove azioni da intraprendere a sostegno delle mamme Covid-19 positive ricoverate, dimesse o che hanno appena partorito afferenti alle strutture ospedaliere con le quali collaboriamo sul territorio milanese. Stiamo finalizzando una proposta progettuale, insieme a Nivalis Cooperativa sociale, sul bando MilanoAiutapromosso da Fondazione Comunitaria Milano in risposta alla situazione emergenziale. Stiamo inoltre definendo con gli ospedali nuove azioni da intraprendere a sostegno delle mamme Covid-19 positive ricoverate, dimesse o che hanno appena partorito afferenti alle strutture ospedaliere con le quali collaboriamo sul territorio milanese. Infine stiamo lavorando su proposte progettuali di sostegno alle nostre attività partecipando a bandi pubblici e privati in risposta alla situazione emergenziale».


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