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Education & Scuola

A tu per tu con due campionesse in quarantena

Alessia Piazza e Valentina Bergamaschi, giocatrici del Milan e della Nazionale hanno incontrato su una piattaforma web i ragazzi delle terze medie di una scuola di Sesto San Giovanni. A tema il valore sociale e formativo dello sport. Tante domande e tanta voglia di scoprire come si può concretizzare un progetto di vita sognato…

di Redazione

Cento studenti collegati su una piattaforma per dialogare con due giocatrici del Milan e della nazionale di calcio femminile. In tempo di quarantena la scuola non blocca le sue iniziative speciali e quello che era stato programmato come incontro da tenersi il mese scorso dal vivo è stato comunque realizzato in modo virtuale, ma non meno efficace.
Protagoniste dell’appuntamento proposto da Fondazione Milan e organizzato da Vita, Valentina Bergamaschi, attaccante, classe 1997, e Alessia Piazza, portiere, classe 1989. Ad ascoltarle e a porre loro le domande preparate insieme nelle classi, i ragazzi delle terze medie dell’Istituto comprensivo Breda di Sesto San Giovanni.

«Siamo contenti di poter ospitare questo appuntamento che è stato fortemente voluto da un gruppo di insegnanti», ha detto la preside Marina Acquati. «Anche in tempi di quarantena è importante avere occasioni per aprire la scuola ad altri mondi, come quello dello sport». Le due giocatrici del Milan hanno trascorso queste settimane insieme ad altre compagne in un appartamento messo a disposizione dalla squadra.
«Ovviamente il campo ci manca moltissimo», confessa Valentina Bergamaschi, «per fortuna avevamo un giardino dove potevamo fare gli esercizi che ci hanno indicato per tenerci in forma. E devo confessare ci è scappata anche qualche breve partitella». La curiosità dei ragazzi si è concentrata in particolare sul tema della scelta: come si decide di dedicarsi alla carriera sportiva? E che resistenze hanno dovuto superare per realizzare il loro sogno? Sia Bergamaschi che Piazza hanno però confessato di avere trovato la strada spianata, perché i rispettivi genitori hanno condiviso la loro passione.
«Giocavo sempre con mio fratello maggiore», racconta Alessia. «Nelle partite però mi chiedeva di stare in porta perché in genere in porta non ci vuole stare nessuno. Invece a me piaceva molto e un giorno tornando a casa ho detto ai miei genitori che volevo fare il portiere. E così è stato». Per Valentina le cose sono state ancora più in discesa, perché il papà aveva giocato a pallone e quindi era anche per lui un sogno avere una figlia che si muoveva così bene sul campo.
«Per qualche tempo ho giocato in una squadra svizzera», racconta Valentina, «e i miei genitori mi hanno seguito in tutte le trasferte che facevo!». Altra curiosità dei ragazzi è stata quella di come si trova la forza di rimontare quando in una partita ci si trova sotto magari di due gol. «Conta il farsi coraggio insieme», dice Alessia. «A noi è capitato in questa stagione con la Roma. Perdevamo 2 a 0 a venti minuti dalla fine. Siamo riuscite a vincere 3 a 2. La gioia in quei casi è davvero immensa, non si può raccontarla!». «Sono rimonte che non avvengono a caso», aggiunge Valentina. «Bisogna essere molto unite. E poi conta tantissimo la carica che l’allenatore riesce a dare, incoraggiando a crederci. Il nostro allenatore, Maurizio Ganz, da questo punto di vista è capace di darci sempre una grande convinzione».

“Come si concilia la carriera sportiva con lo studio?” è stata un’altra domanda arrivata dai ragazzi. In questo caso le esperienze di Bergamaschi e Piazza sono diverse. «Sto seguendo l’università telematica, corsi di Scienze motorie. Riesco a studiare e a dare gli esami anche se ammetto che il calcio è molto impegnativo», spiega Valentina Bergamaschi. «Io ho cambiato troppe città e non sono riuscita a dedicarmi allo studio. Però anch’io mi iscriverò a Scienze motorie perché lo sport mi piace troppo e voglio poter restare in questo ambito anche quando smetterò di giocare»


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