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Jahier (Cese): «Serve un’Unione europea della salute»

Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha organizzato un dibattito online sulle sfide future che l'Ue si trova ad affrontare con l'emergenza Covid-19. Hanno partecipato alla discussione: Luca Jahier, presidente del Cese, Margarida Marques, eurodeputata, vicepresidente della commissione bilanci del Parlamento europeo, ed Enrico Letta, ex presidente del Consiglio italiano e presidente dell'Istituto Jacques Delors. Il dibattito online è stato moderato dalla portavoce del Cese Daniela Vincenti

di Cese

La creazione di una vera e propria Unione sanitaria deve diventare la principale priorità per il futuro. Nel primo webinar nella storia del Comitato economico e sociale europeo (Cese), svoltosi il 24 aprile, il presidente del Cese Luca Jahier ha sottolineato che i tempi sono ormai maturi per un nuovo passo avanti nell'integrazione europea. Di fronte alla crisi causata dal Coronavirus, l'Ue deve mettere in campo una risposta comune in ambito sanitario, traendo il massimo vantaggio da quanto già fatto in queste ultime settimane e procedendo con una visione chiara. "Dobbiamo proteggere le persone che stanno lottando contro questa pandemia, ma anche lavorare insieme per prevenire pandemie future", ha esortato Jahier. «Vediamo qui il bisogno, la richiesta e l'opportunità di essere l'Unione più forte che i cittadini dell'Ue vogliono. L'ultima parte del percorso è spesso quella più difficile, ma ora dobbiamo andare fino in fondo per garantire un'Unione più resiliente e sostenibile».

Delle sfide future che l'Ue si trova ad affrontare con l'emergenza Covid-19 hanno discusso insieme a Jahier l'eurodeputata Margarida Marques, vicepresidente della commissione Bilanci del Parlamento europeo, ed Enrico Letta, ex presidente del Consiglio italiano e presidente dell'Istituto Jacques Delors, in un dibattito online moderato dalla portavoce del Cese Daniela Vincenti.

Esprimendosi sul fondo Ue per la ripresa (EU Recovery Fund), deciso dal Consiglio europeo il 23 aprile 2020 con l'approvazione del pacchetto che istituisce una rete di sicurezza di 540 miliardi di euro adottato dall'Eurogruppo la settimana precedente, Jahier ha rilevato con soddisfazione che le tensioni tra gli Stati membri si sono smorzate: «Questa è un'ottima notizia. Ora dovremmo concentrarci sul rafforzamento della protezione e sulla messa a punto del fondo Ue per la ripresa. Molti dettagli sono ancora poco chiari. Dobbiamo definirne il ruolo, le dimensioni, gli strumenti a disposizione e le regole su come finanziare questo pacchetto. Il bicchiere è mezzo pieno. Questo impegno è un risultato di un'unità che solo poche settimane fa non esisteva».

Il presidente ha poi sottolineato l'assoluta necessità di attuare senza indugio le misure già decise a livello dell'Ue, superando le eventuali lungaggini burocratiche preesistenti a livello nazionale e regionale. «Dobbiamo sempre essere molto chiari», ha avvertito Jahier, «sul fatto che chi sta pagando il prezzo di questa crisi sono le nostre società e le nostre economie: i lavoratori, le imprese, le comunità locali, i cittadini. La messa in atto deve procedere in tempi rapidi perché le persone hanno bisogno! L'attenzione sull'attuazione deve rimanere viva e presente: prima avverrà e meglio sarà. Se non realizzeremo ciò che è stato deciso, falliremo. E falliremo anche se non saremo in grado di andare oltre».

Facendo riferimento al fondo per la ripresa, l'eurodeputata Marques ha sottolineato la necessità che l'approccio di risposta alla crisi sia comunitario, e non intergovernativo, e che si giunga ad accordi significativi, perché il Parlamento europeo sta seguendo gli sviluppi ed è molto attento alle aspettative dei cittadini. «Il Consiglio ha inviato un segnale positivo e forte ai cittadini", ha sottolineato Margarida Marques. "Ora dobbiamo capire come finanziare il fondo per la ripresa, che cosa dovrebbe coprire, come dovrebbe essere distribuito il denaro e quale sarà il suo impatto. Tutti gli Stati membri hanno bisogno di risorse, dal momento che stanno salvando vite umane e questo sforzo è molto costoso. Nessuno Stato membro sarà in grado di rispettare le regole dell'Ue in materia di bilancio. Si tratta di una crisi simmetrica con conseguenze simmetriche: dobbiamo riprenderci a livello europeo, non solo a livello nazionale. Dobbiamo essere concreti e dar prova di solidarietà».

Enrico Letta ha convenuto con Jahier sul fatto che la determinazione e la dimostrazione di buona volontà ad agire insieme rappresentano il segnale più importante che il Consiglio ha dato. Letta ha parlato dell'iniziativa Sure, lo strumento di solidarietà da 100 miliardi di euro per aiutare i lavoratori a mantenere il proprio reddito e le imprese a restare a galla, definendolo la «più grande conquista sociale dell'Ue», una conquista per la quale Jacques Delors si è sempre battuto. Ha poi elogiato la scelta dei capi di Stato e di governo di far fronte alla crisi ricorrendo a metodi comunitari piuttosto che intergovernativi, ma ha messo in guardia sull'importanza di trovare il giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti, in quanto, se si pone l'accento su questi ultimi, i cittadini potrebbero essere indotti a pensare che gli Stati membri siano in qualche modo responsabili.

Rivolgendo lo sguardo al futuro, ha incoraggiato la Commissione ad essere audace: «È giunto il momento che questa Commissione adotti un approccio maturo e, prendendo Jacques Delors a proprio modello, agisca con grande propositività avanzando proposte ambiziose da presentare ai cittadini, anche se non tutte sono già approvate dagli Stati membri. I cittadini svolgono un ruolo fondamentale nella soluzione e se essi la sosterranno, anche l'accordo degli Stati membri non mancherà di arrivare».

Foto di apertura: European Economic And Social Committee. Andrijko Z/Wikimedia Commons


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