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Nave Rubattino, il Garante: “Non può essere situazione di limbo”

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà critica l'esperimento delle misure di quarantena in luoghi straordinari, in riferimento alla nave con 183 migranti rispettivamente dal 17 e dal 19 aprile a largo di Palermo

di Alessandro Puglia

L’esperimento della nave Rubattino e la realizzazione delle misure di quarantena in luoghi straordinari ed eccezionali «non può prescindere dal riconoscimento dei diritti fondamentali che Costituzione e Convenzioni riconoscono a chiunque si trovi sul territorio Italiano».

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale si esprime in maniera chiara ed inequivocabile sulla permanenza a bordo dei 183 naufraghi, tra cui 44 minori, che dal 17 e dal 19 aprile si trovano a bordo della nave individuata dal Governo e ancorata a largo di Palermo.

Nel suo ultimo bollettino legato all’emergenza Covid 19, il Garante Scrive: «Il protrarsi della crisi sanitaria – come già altre volte rilevato – è alla base delle decisioni delle Autorità di utilizzare le navi per le misure di quarantena previste per le persone soccorse in mare e per le quali non è possibile indicare il Place of safety (Pos). Del resto, il decreto interministeriale n. 150 del 7 aprile 2020 ha stabilito che «per l’intero periodo di durata dell’emergenza sanitaria […] i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di place of safety […] per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell’area Sar italiana».

Tale speciale procedura ha trovato la sua prima, e per il momento unica, applicazione nei confronti dei migranti soccorsi dalle imbarcazioni “Alan Kurdi” e “Aita Mari”, trasferiti, rispettivamente il 17 e il 19 aprile a bordo della nave “Raffaele Rubattino” della Compagnia italiana Tirrenia che rimarrà ancorata a un miglio al largo dal porto di Palermo per tutta la durata del periodo di quarantena.

A bordo risultano presenti i membri dell’equipaggio e il personale della Croce Rossa incaricato dalla Protezione civile a prestare assistenza sanitaria e ogni altro servizio primario ai cittadini stranieri tratti in salvo.

L’esperienza della nave “Rubattino” non sembrerebbe destinata a rimanere un caso isolato giacché il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 19 aprile ha avviato una procedura per il servizio di noleggio di unità navali da adibire all’assistenza e alla sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di barchi autonomi. Come si legge nell’Avviso pubblicato sul sito web del Ministero, le navi individuate saranno destinate a ospitare le persone nel periodo di sorveglianza sanitaria prima dello sbarco nei Pos di volta in volta indicati.

Pur condividendo la necessità e la responsabilità delle Istituzioni di far fronte all’emergenza epidemiologica in atto garantendo l’attuazione delle misure di contenimento previste per legge, la regolazione di questa particolare fase emergenziale non può prescindere dal riconoscimento dei diritti fondamentali che Costituzione e Convenzioni riconoscono a chiunque si trovi o comunque sia giunto sul territorio italiano.

La realizzazione delle misure di quarantena in luoghi straordinari ed eccezionali non può comportare una situazione di ‘limbo’: le persone migranti sono sotto la giurisdizione dello Stato Italiano ai fini delle misure sanitarie loro imposte, ma al contempo non hanno la possibilità – e per un periodo di tempo non indifferente – di esercitare i diritti che il nostro Paese riconosce e tutela. Non possono chiedere asilo, non sono di fatto – e quanto meno temporaneamente – tutelati in quanto vittime di tratta o minori stranieri non accompagnati, Né possono tempestivamente accedere alle procedure per il ricongiungimento familiare ai sensi del Regolamento Dublino. – procedure peraltro che hanno una loro intrinseca scadenza.

Ovviamente, a queste tutele si aggiunge la garanzia fondamentale di ogni persona privata della libertà di ricevere informazioni chiare ed esaustive sulle ragioni alla base della misura restrittiva. A tale proposito, la titubanza delle Autorità nel fornire informazioni certe relativamente alla destinazione delle persone a bordo della nave non appare rassicurante. Sotto tale profilo, l’imposizione di un periodo di quarantena nei confronti di persone per le quali non è al momento possibile indicare una soluzione di accoglienza appare contraddittoria e critica».

Riguardo ai migranti che in questo momento si trovano nelle strutture a terra il Garante spiega che la situazione delle presenze nei Cpr rimane grosso modo stabile, con un totale di 240 persone trattenute. I Centri sono generalmente molto al di sotto della capienza effettiva, con solo due eccezioni: i Cpr di Macomer e Gradisca di Isonzo, che sono quasi al completo. Per quanto riguarda gli hotspot si confermano i numeri dei giorni precedenti: 116 persone a Lampedusa, 50 a Pozzallo e 57 a Messina.


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