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I bisogni di socialità dei bambini? Se inascoltati rischiano di diventare emergenza

Così la responsabile scuola dell'ANCI, Cristina Giachi

di Redazione

«I bambini e i ragazzi del nostro Paese hanno bisogni di socialità che, se inascoltati, rischiano di diventare un’emergenza sanitaria di secondo grado, e aiutare le famiglie sulla conciliazione con i tempi di lavoro. Sono due macro obiettivi attorno ai quali comporre il quadro dei servizi. Stiamo lavorando con il governo per rispondere»: così Cristina Giachi, responsabile Scuola Anci e vicesindaca di Firenze.

I Comuni hanno avanzato le loro proposte ai ministeri della Famiglia e dell’Istruzione «per configurare a partire da giugno un’offerta di servizi educativi articolata, sostenibile e differenziata per le diverse fasce d’età: servizi educativi anche sperimentali per la fascia 0-6; centri estivi per la fascia 3-14», ma innanzitutto «è necessario disporre di un protocollo nazionale condiviso sulla sicurezza sanitaria per operatori e bambini, di un quadro normativo che sblocchi le attuali sospensioni e di una messa a disposizione di risorse in misura sufficiente a organizzare servizi efficaci».

Per la responsabile scuola dell’Anci pare «difficile poter sopperire completamente alla mancanza della scuola per l’infanzia, soprattutto in certe zone del Paese dove questa è interamente statale. Difficilmente un’offerta organizzata dei Comuni, in collaborazione con i gestori del privato sociale, potrà far fronte alla domanda e al bisogno. Tutta questa progettazione dovrà necessariamente obbedire al principio di eguaglianza, poiché la rarefazione della scuola rischia di scavare un abisso di diseguaglianze tra cittadini di diversa età e differenti aree del Paese».


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