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Coronavirus, in quarantena al fianco dei giocatori patologici

La testimonianza del Dottor Gaetano Grimaldi del Sert di Catania 2 in pensione continua a seguire i pazienti reclusi a casa per il lockdown

di Filippo Cannizzo

Dopo 41 anni di servizio ai Sert (Servizi per le Tossicodipendenze) di Bronte, Adrano e Catania a curare le “ferite dell'anima” causate dal Gioco d'Azzardo Patologico, il Dott. Gaetano Grimaldi è andato in pensione lo scorso febbraio. Non ha appeso il camice bianco al chiodo, anzi, tra le mura domestiche è rimasto fedele al suo credo di Psicopedagogista Clinico, occupandosi di chi in questi anni ha creduto che il senso della vita fosse da ricercare esclusivamente tra slot, scommesse, giochi online e sale bingo.

Dal 1997 è stato uno dei punti di riferimento del Sert di Catania 2 (ASP 3 CT) in via Sardo 20. Fino allo scorso anno, insieme allo staff della struttura catanese, ha seguito circa 135 pazienti per un trattamento dalla durata media di 36 mesi, tempo auspicabile per “mettere in sicurezza” un paziente affetto da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico). Spesso sono le famiglie a chiedere aiuto a causa dei danni economici conseguenti al Gioco Patologico ed ai comportamenti “maladattivi” del soggetto. E' una dipendenza che non risparmia nessuno: uomini, donne, giovani, anziani, benestanti e non.

La maggior parte di questi casi dopo pochi incontri di terapia, abbandonano il trattamento, per poi ripresentarsi quando ormai il danno economico, sociale e familiare è divenuto insanabile.

Al tempo del Coronavirus, però, tutto è cambiato. “La maggior parte dei pazienti – ha spiegato il dott. Grimaldi – con l’obbligo di rimanere a casa, sta vivendo una serie di problemi legati ad una forma di “tacita astinenza”, alcuni hanno “forzatamente” scoperto il “piacere della sobrietà” dal gioco, altri, si sono compensati attivando, attraverso internet, il gioco online. In molti, invece, mi hanno telefonato per avere sostegno psicologico durante questa forzata permanenza domestica”.

In piena emergenza il lavoro di medici e operatori del Sert impegnati a smascherare l'illusione che con il gioco si possa vincere e risolvere problemi esistenziali ed economici, non si è fermato del tutto. Anche il gruppo “Game Over” di auto mutuo aiuto (attivo da circa 15 anni) che ogni mercoledì pomeriggio si riuniva nei locali di via Sardo – prima dell'emergenza Coronavirus – continua ad essere attivo con modalità differenti: “Il gruppo – ha specificato il professionista – prosegue la propria attività con strumenti multimediali che offrono la possibilità di incontrarsi e confrontarsi con gli altri membri del gruppo e con gli operatori specialisti, per continuare il proprio percorso di crescita personale, al sicuro nelle proprie abitazioni”. Tra le mura domestiche si nascondono altre insidie per un giocatore patologico come ad esempio il passaggio al gioco online, facilmente accessibile con smartphone.

“Il passaggio al gioco online non è del tutto automatico, è bene ribadirlo. La ricaduta, però, è sempre dietro l’angolo. Infatti, il grande livello di stress che comporta la permanenza forzata a casa, può portare qualcuno a cercare un momento di evasione in giochi, slot o scommesse online (magari cascando nella rete di qualche società di gioco disonesta e illegale). Attenzione al gioco online come “passatempo”: per chi ha perso il lavoro o ha difficoltà economiche in questo periodo, può significare bruciare gli ultimi risparmi rimasti”.

La speranza e la certezza di uscire dal tunnel del gioco patologico sono obiettivi concreti e raggiungili: “Mi ha riempito il cuore di gioia – ha concluso il dott. Grimaldi – sapere che da circa tre anni un mio ex paziente era assolutamente astinente dal gioco. In occasione di questa “volontaria reclusione” dovuta all’emergenza, ha riscoperto il piacere della famiglia, del dialogo con i figli (interrotto da anni) e dell’amore per i nipotini. Con lui ci sentiamo più volte durante la settimana e non parliamo più del gioco e del suo passato ma delle sue splendide emozioni nell’aver riscoperto da troppo poco tempo la bellezza delle persone e del mondo”. Infine l'augurio che porge a chi si trova in queste condizioni è ricco di significato: “Mi piace immaginare che, forse, per qualcuno, questo stato di grande e tragica emergenza, potrà significare la ”salvezza”: quella molla che fa scattare la voglia di cambiare in meglio la propria vita. Chi è in difficoltà non si vergogni a chiedere aiuto”.


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