Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Covid19 tra gli stranieri in Italia: tassi di contagio alti per i latinoamericani, minimi per i cinesi

I cittadini stranieri presenti in Italia che hanno contratto il Coronavirus sono 6.395. I collettivi con il tasso di contagio più alto sono quelli degli ecuadoriani e soprattutto dei peruviani, rispettivamente pari al 4,2 per mille e all’8,1 per mille delle proprie popolazioni. Si segnala, invece, l’assenza fra i principali gruppi nazionali affetti da Covid-19 dei cinesi con un tasso sicuramente inferiore allo 0,3 per mille, più basso della metà di quello di qualsiasi altro gruppo nazionale in Italia

di Redazione

L'Istituto Superiore di Sanità ha reso noto che il 5,1% dei casi di Covid-19 con indicazione della nazionalità e notificati fino al 22 aprile 2020 riguarda cittadini stranieri, per un totale di 6.395. L'8 maggio poi il Ministero dell’Interno e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno reso pubbliche le principali 10 collettività per numero di casi di Covid-19 in Italia presenti all'interno dei tre sottogruppi individuati dall'Human Development Index (Indice di sviluppo umano) che classifica i paesi in base al reddito (alto, medio e basso). Tali dati mostrano che tra i paesi con più di cento casi di Covid-19 accertati con Hdi “alto” c'è soltanto la Romania, che occupa la prima posizione assoluta con 1.046 casi; tra i paesi con Hdi “medio” i casi accertati afferiscono in maggioranza a cittadini – nell'ordine – di Perù, Albania, Ecuador, Marocco, Ucraina, Egitto, Moldova e Filippine; tra i paesi con Hid “basso” il maggior numero di contagi riguarda India, Bangladesh, Nigeria e Pakistan.

Passando ai tassi di contagio ISMU calcola (Il tasso di contagio è stato calcolato rapportando i rispettivi numeri di affetti ai più recenti dati Istat sulle popolazioni residenti in Italia al 1° gennaio 2019) che i collettivi con i valori più elevati sono quelli degli ecuadoriani e soprattutto dei peruviani, rispettivamente pari al 4,2 per mille e all’8,1 per mille delle proprie popolazioni, mentre tutti gli altri gruppi nazionali oscillano in un range molto più limitato e più basso compreso tra l’1,8 per mille dell’Egitto e lo 0,7 per mille del Marocco. Si segnala, invece, l’assenza fra i principali gruppi nazionali affetti da Covid-19 dei cinesi, che hanno un’incidenza di presenza in Lombardia superiore a quella media fra tutte le nazionalità straniere (23,1% contro 22,5%). Essi, con 299.823 residenti, rappresentano il quarto gruppo nazionale per presenze residenti in Italia, dietro solamente a Romania, Marocco e Albania, ma non risultano fra le principali nazionalità affette da Covid-19 e dunque hanno, al 22 aprile, un tasso sicuramente inferiore allo 0,3 per mille, più basso della metà di quello di qualsiasi altro gruppo nazionale in Italia.

Ritornando alla classifica delle nazionalità con più casi di contagi, India, Bangladesh e Pakistan si collocano su livelli d’affezione da Covid-19 dell’1,1 per mille o dell’1,2 per mille, comunque non superiori alla media complessiva fra gli stranieri provenienti da ogni parte del mondo in Italia (pari all’1,2 per mille). Ma in generale le persone provenienti dal continente asiatico sono state fino al 22 aprile 2020 quelle meno colpite dal virus in Italia, quantomeno considerando i casi noti all’Iss.

Alla luce dei dati, ci si può domandare se differenze così ampie, tra i gruppi asiatici e latinoamericani, si possano spiegare con diversi atteggiamenti culturali di forte vicinanza o lontananza fisica in epoca pre-Covid e/o se i collettivi asiatici (e in particolar modo i cinesi, ma non solamente loro) abbiano fin dall’inizio di questa crisi messo autonomamente in atto procedure di contenimento più efficaci rispetto ad altri gruppi, magari perché più preparati sulla scia di esperienze epidemiche che hanno riguardato soprattutto l’Asia nel recente passato (Tutto ciò vale quantomeno in prima approssimazione, pur ribadendo la necessità di poter elaborare dati standardizzati per regione di residenza, sesso ed età in modo da poter calcolare tassi nazionali scevri dell’effetto di queste tre variabili e dunque validi a parità di condizione di regione di residenza e struttura demografica).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA