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Milano. Uno su cinque non possiede un pc, un tablet o una connessione internet

Un alunno su due non riesce a seguire le lezioni a distanza. I dati raccolti da Caritas ambrosiana nei 302 doposcuola parrocchiali. Ora una raccolta fondi “Nessuno resti indietro” per sostenere 1000 studenti

di Redazione

Un alunno su due non riesce a seguire le lezioni a distanza. Uno su cinque non possiede un pc, un tablet o una connessione internet. È quanto emerge dai colloqui con un campione di responsabili dei 302 doposcuola parrocchiali della Diocesi di Milano, realizzati durante la quarantena dovuta al Covid-19 dagli operatori dell’area minori di Caritas Ambrosiana.

Dalle interviste compiute emerge che le più penalizzare sono le famiglie più numerose che hanno dovuto condividere gli strumenti tecnologici tra i figli in spazi abitativi ridotti; le famiglie economicamente più fragili, ulteriormente impoverite dall’interruzione o dalla perdita del lavoro per il lockdown; le famiglie meno attrezzate culturalmente, che non sono riuscite ad assistere adeguatamente i figli nello svolgimento dei compiti assegnati dai docenti, nei casi in cui per le modalità con cui si sono svolte le lezioni a distanza, era necessario un loro significativo supporto.

Poiché realizzata in modo eterogeneo dai singoli maestri e insegnanti, la didattica a distanza ha comportato un aumento delle disuguaglianze nell'apprendimento che può favorire, secondo gli operatori della Caritas Ambrosiana, il rischio dell’abbandono scolastico.

La prima di queste azioni (ridurre il gap tecnologico) è iniziata in questi giorni con la fornitura in comodato gratuito di pc portatili agli alunni e studenti che frequentano i doposcuola parrocchiali. I destinatari dell'intervento sono le famiglie numerose e i genitori soli con più figli, in situazione di povertà, soprattutto nelle aree periferiche urbane e metropolitane. Oltre al dispositivo tecnologico le famiglie ricevono l’assistenza a distanza dei ragazzi nella partecipazione alle lezioni on-line e nel sostegno rispetto allo svolgimento dei compiti offerta dai volontari degli stessi doposcuola che frequentano. Al momento sono già stati assegnati i primi 25 pc per una spesa complessiva di 10mila euro grazie alla donazione di un’azienda. Ma l’obiettivo è di arrivare a 200 device per raggiungere una platea di mille minorenni. Per sostenere questa azione (dal valore economico di 100mila euro) Caritas Ambrosiana ha lanciato la raccolta fondi “Nessuno resti indietro” sul conto corrente IT82Q0503401647000000064700 presso la Banca Popolare di Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus, indicando nella causale “Nessuno resti indietro”.

Inoltre, allo scopo di prevenire l’abbandono scolastico, saranno supportati i doposcuola che durante i mesi estivi, prima della ripresa dell’attività didattica, si dedicheranno in sinergia con gli oratori, al supporto educativo dei ragazzi resi maggiormente vulnerabili dall'emergenza.

Infine per accompagnare relazioni educative a supporto della tecnologia, saranno ideati nuovi moduli formativi per educatori e volontari allo scopo di integrare le competenze relazionali e didattiche del lavoro in presenza con quelle mediate dalle tecnologie, facendo tesoro delle buone prassi già sperimentate in questi mesi da alcuni doposcuola della diocesi.

«Tra le povertà, una delle più odiose è proprio quella educativa, perché trasferisce le disuguaglianze sociali da una generazione all’altra. Con questo progetto lanciamo un ambizioso piano di sostegno per fronteggiare il fenomeno reso evidente e ancora più drammatico da questi mesi di blocco per il Covid-19», dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

Secondo l’ultimo censimento realizzato nel 2016 i doposcuola parrocchiali sono 302, sono frequentati da circa 10mila ragazzi. Quasi il 90% degli utenti dei doposcuola è costituito da alunni delle elementari e delle medie, il 10% (una percentuale doppia rispetto al 2010 data del precedente rapporto) proviene anche dalle scuole secondarie di secondo grado (in genere il biennio delle ex superiori) dove più frequenti sono i casi di abbandono. I bambini e gli adolescenti che frequentano i doposcuola sono oggi prevalentemente di origine straniera (57,8%) e in molti casi provengono da famiglie che hanno problemi economici (per il 34,6%) o di lavoro (per il 26,1%).

DOPOSCUOLA PARROCCHIALI: DATI IN SINTESI *

302 doposcuola (erano 267 nel 2010)

45% per iniziativa del parroco

51% per iniziativa dei volontari

61% nei locali degli oratori

48,3% aperti almeno 4gg

Circa 10.000 ragazzi seguiti (stima)

52% scuola primaria

34,2% scuola secondaria

10,5% scuola secondaria di secondo grado (superiori) (erano il 5,1% nel 2010)

57,8% immigrati (erano il 41% nel 2010)

12,7% ragazzi con disturbi specifici nell’apprendimento

1% disabili

Circa 5mila volontari (stima)

67,9% donne

56-70 anni (38,3%), 15-19 anni (22,3%), 30-55 anni (16,4%) (erano il 25,2% nel 2010)

Attività

Il 23,3% dei doposcuola aiuta i ragazzi a svolgere i compiti

Il 18,8% cerca di colmare le lacune

Organizzazione

Il 34,5% dei doposcuola ha un coordinatore assunto e retribuito (erano il 25,3% nel 2010)

Il 56,9% riceve finanziamenti

Dal Comune il 35,3%

Dalle Fondazione private il 28,4%

Dalle famiglie dei ragazzi il 17,2%

Dalle parrocchie il 7,8%

Stretta collaborazione con le scuole: il 67% dei frequentati sono inviati dagli insegnanti

Il 54,3% propone corsi di formazione ai volontari

Famiglie di provenienza dei frequentanti

Il 34,6% ha problemi economici

Il 26,1% ha problemi di lavoro

*(I dati sono stati raccolti nell’estate del 2016 su un campione di 116 doposcuola pari ad oltre un terzo del totale)


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