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Lampedusa: incendiato il cimitero delle barche, simbolo dell’accoglienza

Aperta un'inchiesta dalla Procura di Agrigento. L'atto vandalico a poche ore dalla visita del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano

di Alessandro Puglia

A Lampedusa brucia il luogo simbolo dell'accoglienza, il cimitero delle barche dove sono collocati alcuni dei relitti dei barconi di migranti giunti negli ultimi anni nell'isola. I roghi sono avvenuti nell'area del campo sportivo e nel deposito di Capo Ponente con altissime colonne di fumo nero che hanno creato momenti di panico tra gli abitanti dell'isola.

La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta. «Metteremo tutto l'impegno possibile per fare luce su questi episodi di intolleranza che non rendono giustizia alla solarità del popolo di Lampedusa e che possono danneggiare seriamente il turismo, fonte di ricchezza dell'isola – ha detto il procuratore aggiunto Salvatore Vella – . Lampedusa non può diventare un luogo di guerriglia urbana».

L'incendio avviene a poche ore dalla visita del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano e segue altri atti vandalici che sono avvenuti nei giorni scorsi nell'isola. Come lo sfregio alla porta d'Europa realizzata dall'artista Mimmo Palladino nel 2008.

Nell'isola gli sbarchi autonomi di migranti in questi giorni non si sono mai arrestati, gli ultimi 110 sono arrivati in due sbarchi diversi, tra loro c'era anche un gatto come raccontato dalla giornalista Angela Caponnetto. Il cimitero dei barconi di Lampedusa è stato reso celebre in questi anni oltre da diversi documentari, dal film Fuocoammare di Gianfranco Rosi e dall'artista Francesco Tuccio che con quei legni ha realizzato dei crocefissi in legno esposti anche al British Museum e tanto cari a Papa Francesco.


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