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Estate ragazzi, giù la mascherina

Via le mascherine per i bambini, ma non per gli adulti. Via il divieto di contatto, no alla condivisione del respiro. Arciragazzi propone una revisione delle Linee guida per l'estate: «Quelle attuali sono maturate nel mese di aprile, sulla base delle conoscenze che avevamo in quel momento. Quello che sta emergendo invece rispetto all’infettività dei bambini va in un’altra direzione. Non vale la pena verificare queste convergenze? Per l’estate e per la scuola», annota il vicepresidente

di Sara De Carli

«Non stiamo facendo obiezione di coscienza. Le Linee Guida stiamo tentando di applicarle tutti, nel modo migliore possibile. Però vorremmo provare anche a fare un’azione di carattere culturale e politico, ricordando che le Linee Guida, come peraltro è stato detto dallo stesso Governo, definiscono un sistema “in progress”, che può e deve modificarsi con l’andamento del fenomeno» Yuri Pertichini, vicepresidente nazionale di Arciragazzi introduce così la proposta di Arciragazzi di aggiornare le linee guida per le attività estive con bambini e ragazzi, che potranno prendere il via da lunedì prossimo, 15 giugno. Via le mascherine per i bambini, sì alle mascherine per gli adulti; via il divieto di contatto, sì a una educazione alla “responsabilità del respiro”; via la restrizione dei piccolissimi gruppi stabili, senza contatti gli uni con gli altri, definiti a priori, in favore di una logica centrata più sul tipo di attività che sul numero dei bambini, fermo restando il mantenimento dei registri dei nomi dei contatti per 14 giorni; via l’adulto-controllore in favore di attività supervisionate sì da adulti ma gestite il più possibile in autonomia dai bambini e adolescenti fra loro, in una logica steineriana/montessoriana, come metodo pedagogico naturalmente adatto a diminuire possibili rischi di contagio. Qui la proposta integrale.

«Le attuali Linee Guida, nazionali e regionali, concordano nella definizione di misure per le attività estive di bambini e adolescenti significativamente rigide in termini di distanziamento fisico, obbligo di mascherine e in generale di “affiancamento” quasi permanente di figure adulte a controllo dei gruppi. Lo scotto per i bambini, dal punto di vista dei comportamenti, delle relazioni, educativo, è particolarmente pesante», spiega Pertichini. «Io non sto dicendo che le Linee Guida siano sbagliate, ma soltanto che sono maturate nel mese di aprile, sulla base delle conoscenze tecniche che avevamo in quel momento. Quello che sta emergendo invece rispetto all’infettività dei bambini, sia a livello nazionale sia internazionale, va in un’altra direzione. Non vale la pena verificare queste convergenze? Per l’estate e per la scuola», annota.

«Se l’obiettivo è proteggere i bambini e se quello che sta venendo fuori è che la carica virale alberga non nei bambini ma nei loro adulti di riferimento, allora dovremmo proteggere i bambini dagli adulti, non mettere un adulto a sorvegliare ogni loro passo! Lavorare in piccoli gruppi in maniera autonoma, evitare assembramenti di adulti in ingresso e in uscita e i contatti con gli adulti, lavarsi spesso le mani, puntare su attività ludiche e didattiche che evitino la condivisione del respiro, svolte prevalentemente all’aperto, questo probabilmente basta a garantire attività sicure. Guardiamo i dati, si mettano al centro i bambini con le loro esigenze, ragioniamo sulle migliori misure di profilassi collettive e valutiamo se non sia il caso di cambiare orientamento, senza considerare le Linee guida attuali come qualcosa che non può essere messo in discussione».

Foto Unsplash


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