Cooperazione & Relazioni internazionali

Mare Jonio testimone di ennesimo respingimento di migranti in Libia

Le milizie libiche hanno intercettato un gommone in difficoltà, catturato e portato indietro i naufraghi, a poche miglia dalla nave di Mediterranea Saving Humans che è tornata nel Mediterraneo Centrale. Sea Watch soccorre gommone con 100 persone a bordo tra cui donne e bambini

di Alessandro Puglia

La Sea Watch ha soccorso oggi 100 persone che erano a bordo di un gommone a 29 miglia nautiche dalla Libia come riferisce la stessa Ong via Twitter.

In zona Sar è tornata anche la Mare Jonio di Mediterranea che è stata testimone dell'ennesimo respingimento di migranti in Libia e ci permette con puntualità di capire cosa sta avvenendo del Mediterraneo centrale: «Mentre gioiamo per i bambini, le donne e gli uomini soccorsi da Sea-Watch 3 in queste ore, esprimiamo tutta la nostra indignazione per le altre persone che quasi in contemporanea venivano catturate dalla cosiddetta guardia costiera libica e riportate all’inferno davanti ai nostri occhi.

Durante le attività di monitoraggio di Mediterranea Saving Humans nella zona SAR, di ricerca e soccorso, attribuita alle autorità libiche, vicino a noi è oggi avvenuto l’ennesimo crimine finanziato dall’Italia con la complicità dell’Unione Europea. Alle 13.27 il radar della Mare Jonio ha battuto un segnale proveniente da un’imbarcazione che muoveva da Ovest, presumibilmente da Tripoli, ad alta velocità, oltre 20 nodi, procedendo verso Est e incrociando a nord-Ovest la nostra rotta di pattugliamento. Sempre attraverso il nostro radar abbiamo compreso presto che puntava a un’altra imbarcazione quasi ferma, e quindi in evidente difficoltà, in posizione 33 38N 13 35E.

Siamo rimasti in ascolto del canale radio vhf 16, sempre aperto su questo tipo di comunicazioni, attraverso il quale, però, I libici non hanno comunicato nulla. Alle 14.04 l’imbarcazione veloce aveva purtroppo raggiunto il suo obiettivo, a sole 10 miglia nautiche da noi. Quando 20 minuti dopo sono ripartiti, eravamo ormai a sole 6 miglia di distanza, tanto vicini da potere distinguere coi nostri binocoli, con chiarezza, di chi si trattasse.

Abbiamo così dovuto assistere inermi all’intervento dei miliziani libici che, su motovedette donate dal nostro paese, e forse telecomandati dall’aereo di Frontex call-sign Osprey3 decollato alle 5:22 di stamane dall’aeroporto Luqa di Malta, violavano ogni convenzione internazionale operando un respingimento di decine di profughi verso le bombe e la tortura da cui tentavano di fuggire. Raggiunto il punto in cui il loro povero mezzo era stato intercettato, abbiamo rinvenuto solo il relitto, un canotto grigio, coi tubolari danneggiati e sgonfiati, e, come sempre, il motore già portato via: cose e persone da rivendere allo stesso modo. Noi continuiamo ora la nostra missione, monitorando e denunciando violazioni come questa, in un mare che i governi europei hanno reso teatro di morte e vergogna», conclude Mediterranea.


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