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I tamponi sono stati impossibili per una Rsa su due

L'Istituto superiore di sanità presenta il documento conclusivo della survey sulle residenze per anziani nella fase acuta dell'emergenza sanitaria. Il 77,2% delle RSA rispondenti hanno riportato al momento del completamento del questionario la mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale

di Redazione

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato ieri il Report finale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie (Rsa), realizzato in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Da questa fotografia, scattata attraverso le risposte date da 1.356 strutture sul periodo dal 1 febbraio al 30 aprile 2020, emerge che il 7,4% del totale dei decessi avvenuti in quel periodo ha interessato ospiti residenti con infezione da SARS-CoV-2 confermata e un altro 33,8% ha interessato residenti con manifestazioni simil-influenzali a cui però non è stato effettuato il tampone. Complessivamente arriviamo a superare il 40% dei decessi avvenuti. Il picco dei decessi è stato riscontrato nel periodo 16-31 marzo.

Considerando qualunque causa di morte, in totale 9.154 residenti sono deceduti nelle RSa rispondenti dal 1° febbraio alla data della compilazione del questionario (26 marzo-5 maggio). La percentuale maggiore di decessi, sul totale dei decessi riportati, è stata registrata in Lombardia (41,4%), Piemonte (18,1%) e Veneto (12,4%). Il tasso di mortalità, calcolato come numero di deceduti sul totale dei residenti (somma dei residenti al 1 febbraio e nuovi ingressi dal 1 marzo), è complessivamente pari all’9,1%. Nel totale dei 9.154 soggetti deceduti, 680 erano risultati positivi al tampone e 3092 avevano presentato sintomi simil-influenzali.

Queste le 15 province con più alto tasso di mortalità:

Il 77,2% delle RSA rispondenti hanno riportato al momento del completamento del questionario la mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale, mentre una su cinque ha riferito una scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione. Il 10% delle strutture ha segnalato una mancanza di farmaci, il 34% l’assenza di personale sanitario e il 12,5% difficoltà nel trasferire i residenti affetti da COVID-19 in strutture ospedaliere.

Più di una struttura su quattro dichiara di avere difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti da COVID-19. Il 52% riferisce dell’impossibilità (non difficoltà, ndr) nel far eseguire i tamponi. Mediamente sono stati riportati 74,8 posti letto per struttura, con un range da 8 a 667 posti letto.

Qui il report integrale dell'ISS.


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