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L’assistenza domiciliare? Il modello strategico del futuro di cui Ant è pioniere da 40 anni

Ogni giorno medici, infermieri e psicologi della Fondazione entrano nelle case di migliaia di persone malate di tumore in Italia. «I fondi del 5permille sono indispensabili per proseguire e potenziare il nostro intervento», sottolinea la presidente Raffaella Pannuti

di Raffaella Pannuti

Ogni giorno medici, infermieri e psicologi di Fondazione ANT entrano nelle case di migliaia di persone malate di tumore, da Nord a Sud Italia, per portare cure mediche e infermieristiche, sostegno psicologico, servizi personalizzati. Hanno continuato a farlo, senza sosta, anche nei mesi drammatici del picco Covid-19 e continuano oggi ad assistere e proteggere i pazienti oncologici, i più fragili ed esposti a ogni forma di contagio.

Con il suo fondatore, l’oncologo Franco Pannuti, ANT è stata infatti tra i pionieri dell’assistenza sanitaria domiciliare in Italia e anche in questi mesi è sempre stata in prima fila, non in corsia ma nelle case delle persone più fragili. Da quando è cominciata l’emergenza Covid-19 abbiamo proseguito come sempre il nostro lavoro di assistenza domiciliare portando gratuitamente a casa dei nostri pazienti trasfusioni, medicazioni, nutrizione parenterale, paracentesi, terapia del dolore, consulenze psicologiche. A cambiare sono stati solo i numeri perché sempre più persone si sono rivolte a noi e in alcune zone i pazienti sono addirittura triplicati. Se fino a qualche settimane fa eravamo concentrati più sulle cure palliative, nell’ultimo periodo sono arrivate infatti sempre più richieste da persone in fase precoce di malattia e bisognose di cure di supporto che non potevano rivolgersi agli ospedali, o per timore di contagio o per l’impossibilità degli stessi di prendersene cura.

In alcune zone è stato necessario anche attivare Team Covid dedicati, per intervenire a casa di pazienti già in assistenza ANT risultati positivi al Coronavirus ma con condizioni cliniche stabili, che non necessitassero di un ricovero. Sul territorio di Brescia, particolarmente colpito dall’epidemia, ANT ha inoltre risposto prontamente all’appello della Regione Lombardia che, via delibera regionale, ci ha chiesto di offrire il nostro intervento al domicilio di pazienti affetti da Coronavirus con necessità assistenziali complesse, ovvero con comorbilità di patologie croniche in fase avanzata. I medici e gli infermieri ANT dell'équipe di Brescia non si sono tirati indietro e con coraggio hanno affrontato questo momento di massimo sforzo ed emergenza collettiva.

Se è vero dunque che l’esperienza di questi mesi porterà a cambiamenti permanenti dei modelli organizzativi della Sanità italiana, l’assistenza domiciliare ricopre senza dubbio un ruolo strategico: curare a casa le fasce di popolazione più fragili – pazienti con patologie pregresse, immunodepressi o anziani – obiettivo appunto delle cure palliative domiciliari, presenta vantaggi documentati in termini di costo-efficacia in situazioni di “normalità” ma diventa ancora più essenziale quando il rischio di contrarre un’infezione aggressiva è più elevato. Riuscire ad assistere le persone a casa significa supportare gli ospedali limitando i ricoveri, e in più proteggere i caregiver migliorando la qualità di vita di tutto il nucleo familiare, non solo dal punto di vista psico-fisico ma anche nella dimensione affettiva e relazionale.

I fondi del 5permille sono indispensabili per poter proseguire in questa direzione e potenziare l’intervento di ANT, rispondendo in maniera sempre più tempestiva e puntuale alle necessità di chi è malato e garantendo continuità assistenziale al domicilio in ogni condizione, anche in caso di emergenze sanitarie.

L’assistenza domiciliare è il modello strategico per il futuro: ANT ha saputo anticipare i tempi già quarant’anni fa, trovando una soluzione per rispondere al bisogno delle persone. Ora come allora ci siamo, per non lasciare solo chi soffre. Il 5permille è fondamentale per andare avanti.


*Raffaella Pannuti, presidente Fondazione ANT
Photo credits Matteo Biatta


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